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mercoledì 3 giugno 2009

Elezioni che fare?

Aaaarghhhh

Ci siamo ci sono di nuovo le elezioni ed io non so che fare.

Il problema è semplicissimo che fare se non ci si riconosce nel gruppone di imbelli che ci “rappresenta” sic?

La questione non è di poco conto, quali sono i driver pe il voto?

Ho sempre pensato che i driver per il voto fossero 2:

1) un forte appeal etico ed ideologico

2) la conoscenza e stima personale per il candidato.

Vediamo come sono le cose oggi: dal punto di vista del appeal etico ed ideologico siamo in una situazione imbarazzante, dove la politica con la “P” maiuscola in cui tensioni etiche ed ideologiche si scontrano e si fondono su tematiche quali la forma dello stato, il modello di rappresentanza, il modello di gestione economica, il modello etico di stato e via dicendo si è perso in una sterile sequela di abbruttimenti, localismi, liti e ripicche di bassa lega.

Per quello che riguarda il voto a persona di fiducia, ebbene siamo messi persino peggio visto che oggi come oggi i candidati non vengono decisi dalla base ma dai vertici dei partiti, per altro partiti che non rappresentano nessun anelito politico.

Insomma che voto? chi voto? e perché voto? Cercare programmi politici oggi come oggi e come cercare gli ufo, magari esistono ma non esistono le prove certe.  La vita politica si esplica in una sterile contrapposizione tra parti dove la unica cosa che salta all’occhio è la assoluta mancanza di idee e programmi.  il motto di oggi si puo riassumere con:

“sei critico di Berlusconi e quindi comunista”

“sei critico della sinistra e quindi servo di Berlusconi”

Direi che è pochino per definire una linea politica, il risultato è che l’attuale primo ministro italiano, dotato di una forte personalità ed un notevole acume comunicativo si trova a sguazzare nel suo elemento. le grida pro o contro non fanno altro che alimentare il suo “mito” ed in questo modo una qualsiasi forma di critica diventa inesistente.

Sappiamo che il è un giornale comunista dalle parole del “nostro” premier, ma l’imbarazzo che dovremmo provare per le ridicole polemiche sul “caso” Noemi  Letizia non è da meno.

Nel frattempo le elezioni si avvicinano ed io non ho capito quale è il progetto politico che dovrebbe spingermi a votare per questo o quel soggetto.

Del resto per quale motivo dovrebbero questi partiti e questa gente, presentare programmi? Siamo chiari l’Italia è uno stato con un tasso di analfabetismo di ritorno elevatissimo, in cui i programmi scolastici arrivano si e no al rinascimento. Politica, filosofia, etica, retorica non fanno parte del programma di studi. Il risultato è un paese con un desolante tasso di ignoranza, che appeal farebbe una dotta discussione sullo stato etico contro lo stato morale? Ammesso e non concesso che molti dei nostri parlamentari ne conoscano la differenza. Nel frattempo in Inghilterra si dimettono i ministri per lo scandalo dei rimborsi spese, da noi neanche la condanna in giudicato riesce a scalfire un parlamentare.

Allora che faccio?

Francamente non me la sento di votare il male minore, non lo vedo questo “minore”. Non condivido quello che sosteneva il grande Montanelli, mi turo il naso e voto Berlusconi”, trovo che sia abbastanza devastante, visti i risultati di adesso. (Povero Montanelli, diventato comunista nei discorsi di un simpatico gruppo fi ventenni che dimostravano una singolare visione della politica e della storia italiana).

La astensione diventa quindi una scelta politica praticabile? Non si tratta di qualunquismo ma di una oggettiva difficoltà a sentirsi rappresentato, a questo punto l’astensione diventa più efficace di un annullamento?

Diceva Dante : "Ahi serva Italia, di dolore ostello.Nave sanza nocchiere in gran tempesta.Non donna di province, ma bordello"

Come è che la trovo più attuale che mai?

 

Ciaps

A