Informazioni personali

Cerca nel blog

Translate

venerdì 29 novembre 2013

Xiadani, Rika and Omarita in Marradi

Come i treni a vapore - 06
Come i treni a vapore – 06 (Photo credit: Ardesia)

 

There are places that I like a lot, and Marradi is one of them. Somewhere between Tuscany and Emilia-Romagna is a place where we go always with pleasure, also because we have our “Babbo” there.  We made the usual visit for the “festa della castagne” as we do every year. I enjoyed food, the market and, most of all, Babbo friendship.

 

 

Created with Nokia Smart CamAnd as you can see here Rika, Xidani and Omarita seemed to enjoy as well 🙂

 

 

 

 

 

 

 

 

 

martedì 12 novembre 2013

Foretelling: Will Crystal Balls Run On Android?

Android invasion, Sydney, Australia
Android invasion, Sydney, Australia (Photo credit: Pranav Bhatt)

 

TECHNOLOGY

 

Foretelling: Will Crystal Balls Run On Android?

 

By Antonio Ieranò on November 3, 2013 at 10:22 AM

 

It is always good to take a look at the people in the metro or train to get a better sense of the impact of technology in our lives. Consumers’ rapidly evolving and new tastes become apparent, a process that should interest anyone with some interest in where we are headed.

Until not very long ago, it was common to see few commuters reading newspapers or magazines while most stood up trying not sleep. Today things have changed. The expansion of mobile app markets and with mobile signal coming to the metro people can use their smartphones to read, play games, surf the internet or check updates on their favorite social networks like Facebook, Twitter or Instagram. Through tablets they can watch the latest episodes of their favorite shows and e-readers, on the other hand, are taking the place of books and magazines.

From a security point of view I cannot avoid but observe that we tend to share our activities more and more. While in Foursquare or Waze we share our location intentionally, we actually geotag everything and most of the time we are not aware of it. Think of the games we play on tablets or phones. Some require an internet connection which accesses the phone and other sensors in our devices making our position trackable by anyone.

Position tracking can be extremely useful for marketing, among others. Also, marketers can insider the use of social network apps on different devices to map how different groups behave: places they visit, time spent online vs offline, what they use their devices for, how many devices they use etc…

But where does all that data flow to? Google and Apple are maybe two of the most data rich companies out there as they collect all sorts of information coming from people using their devices (Android and iOS) and online services. Big players such as Amazon, Facebook, Samsung and Microsoft shouldn’t be much behind though.

It is easy to see that this trend will probably be reinforced in the future as our lives become more and more connected while awareness of the amount of information/data that we give away about ourselves remains quite low.

In line with such trend, devices like Google glasses will almost certainly enter our lives soon even though it might take a couple of years more. We’re already witnessing an expansion on the vendor side. Think of Samsung Gear, for example, through which Samsung is trying to expand the connection domain to watches. It looks like the electronic bracelet we use to track people is more common than we thought.

I will leave ethical considerations to others, but from a security viewpoint I must stress that the world is becoming a small village where the whereabouts, interests and habits of anyone are becoming easier than ever to find. The fact that such data are “owned” by so few entities, on the other hand, can constitute a real threat to our privacy (viz. PRISM). And this threat becomes bigger with the lack of understanding most people have of the vast amounts of data they deliver while making use of innovative services. In our hyperconnected world the notion of privacy begs to be reconsidered and redefined too, apparently.

Now I am left wondering how far we are from the day when Google will start selling Android Crystall Balls for foretellers. The data are there, after all. Such a gadget could automatically connect to the customer’s smart device, extracting data and making some tracking automatically, ultimately helping the foreteller read past, present and predict the future in a more “scientific” way.

first publishing on Daft Blogger

 

 

 

sabato 2 novembre 2013

Una piccola storia sulla Agenzia delle Entrate

Agenzia delle entrate fatta #igersfvg #igersit...
Agenzia delle entrate fatta #igersfvg #igersitalia #instafriuli (Photo credit: brixton21)

Curiosamente tutte le volte che devo parlare dell’italia all’estero vengono sempre fuori episodi dove noi italiani non facciamo proprio una gran bella figura. Non che la cosa mi stupisca particolarmente, ad onor del vero, sparare contro  l’I

talia è cme sparare contro la croce rossa, facciamo di tutto per farci notare per le peggio cose.

Ma ultimamente mi hanno raccontato una storia che, se fosse vera, è realmente disturbante ma esemplific in maniera chiara il ruolo che ha assunto il nostro stato nei confronti degli altri: vessatorio, intimidatorio e riccattatore.

La storia che mi hanno raccontato fa riferimento al comportamento che la nostrana Agenzia delle Entrate ha avuto nei confronti di una ditta estera, non posso citare nomi e cognomi perchè non li conosco e quindi lascio alla storia il ruolo che ha, un sentito dire senza poter comprovare le cose, il problema non è tanto che sia vera quanto che sia, purtroppo, verosimile.

La storia inizia nella Repubblica di San Marino, che come si sà è territorio sovrano, nonchè la più antica repubblica del mondo. ebbene mi raccontano di una ditta di tale repubblica che si occupa di commerciare e rivendere beni provenienti dagli stati uniti in europa. data la dimensione della repubblica di san marino è ovvio pensare che la maggior parte delle vendite avvenisse all’estero ed, in particolare, molte fossero fatte sul territorio italiano, se non altro per vicinanza geografica e linguistica.

Ora nell’annoso intento da parte del governo Italiano della agenzia delle entrate di recuperare fondi questa azienda viene portata in giudizio con l’accusa di evasione di IVA ed eterovestizione. Si parla di eterovestizione quando una azienda italiana mette in piedi una azienda “fasulla” in un territorio a bassa fiscalità per non pagare le tasse sul suolo nazionale.

Il problema è che la ditta in questione era interamente San Marinese, proprietà e struttura, e nulla aveva sul territorio italiano. Gli accordi tra le due nazioni sovrane consentono alle ditte italiane divendere merci a San Marino e alle ditte di San Marino di vendere merci in Italia, rispettando le rispettive fiscalità.

Per far breve l’interessante racconto che mi hanno riportato lo stato italiano, attraverso l’Agenzia delle Entrate, entra in contenzioso con questa azienda e gli presenta una multa da, se ricordo bene 50 milioni di euro. Ora ovviamente la ditta in questione si appella e presenta in giudizio contestando i reati. Il probelma che si pone davanti alla Agenzia delle Entrate è che per commettere il reato la azienda di San Marino doveva avere legami sul territorio italiano, ma ne propietà ne beni, neppure un rappresentante, erano riconducibili all’italia, quindi i reati ascritti erano, nei fatti, privi di fondamento.

Il risultato è che la nostra AdE ammette di non avere elementi probanti la accusa e quindi propone un accordo…?!? er un accordo? ma se non hanno prove ed hanno sbagliato che accordo ci può essere, mi chiederete voi. Ebbene l’accordo è: o voi vi dicharate colpevoli per una cifra minore (5 milioni comprese le ammende e le spese) oppure andiamo in giudizio, considerate che ci vogliono mediamente 10 anni per risolvere la questione e nel frattempo noi bloccheremmo le vostre merci alla dogana.

In altre parole pur ammettendo di essere in torto, la AdE si macchia di una estorsione bella e buona nei confronti di un soggetto che non è italiano, pur di uscirne in qualche modo con un introito.

Francamente la cosa non mi stupisce, molti di coloro che passano attraverso le forche caudine di Equitalia o la Agenzia delle entrate riconosceranno in questo meccanismo di comportamento qualcosa della loro storia. Io per primo.

Ripeto non so se la storia che mi hanno raccontato è vera, il problema è che la trovo verosimile e, cosa peggiore, non mi scandalizza più di tanto. Ma mi lascia in bocca quel sapore amaro di un paese che va allo sfascio senza dignità e rispetto.

Mi chiedo se quei dirigenti della Agenzia delle Entrate o di Equitalia che approvano provvedimenti che sanno benissimo andranno a tagliare le gambe a disoccupati, imprenditori e persone in difficoltà, coprendosi dietro regolamenti che non gli impediscono di fare la cosa giusta ma che gli chiedono resposabilità che non si vogliono prendere, vanno a letto tranquilli sentendo di avere fatto il loro dovere.

Ma chiedere etica, morale e rispetto a certi individui non sembra essere di moda no?

 

sigh

 

 

Cosa ci rende italiani?

Prendo il treno da Pavia la mattina, poi la metropolitana, quattro fermate da Rogoredo a Porta Romana. un tragitto che mi espone ad un campione di umanità varia per età, sesso, etnia. Trovo interessante notare come la composizione etnica sia cambiata nel corso degli anni: latinos, asiatici, caucasici, di colore si mescolano nei vagoni per quelle 4 fermate. non posso fare a meno di pensare che questa composizione dieci anni fa era sicuramente diversa.

Talvolta parlano lingue che non capisco, altre volte parlano lingue che comprendo con accenti esotici o diversi, e non mancano coloro che parlano in perfetto italiano, o meglio con accento regionale italiano…. allora non posso fare a meno di chiedermi: cosa ci rende italiani?

Non si tratta di una domanda sterile, essere italiani cosa significa? cosa definisce il nostro status? se non sappiamo delimitare una linea che definisca chi è italiano e chi no, come possiamo considerare gli altri stranieri?

L’italia come entità territoriale è facilmente identificabile grazie a confini fissati dalla storia e dalle leggi, confini che sono arbitrari e non sempre condivisi, si pensi ad i nostri confini verso Trieste, o all’annoso malumore del sud tirolo. quindi cosa rende un Italiano italiano?

Jus soli vs. Jus sanguinis

solitamente possiamo fare delle assunzioni del tipo: se uno nasce sul territorio italiano allora è italiano, oppure se uno nasce da genitori italiani allora è italiano. basta questo a definire l’italianità di una persona?

esiste un concetto di italianità più generico che ci permetta di definire gli italiani indipendentemente dai natali? esiste un ambito culturale comune che ci delinei? Ed aderire a quel modello è sufficiente  per essere considerati italiani?

Può la lingua essere la discriminante? eppure nonostante la diffusione datagli dalla televisione la lingua italiana non è un esempio di applicazione coerente lungo la nostra penisola.

La religione? qui la discriminante è più semplice ma più delicata, l’italia è una repubblica laica, la religione non dovrebbe essere veicolo di determinazione della identità nazionale. ma è altresi innegabile la radice cristiana di questo paese. eppure, io che non sono cattolico, e con me molti altri, non mi sento meno italiano. forse un musulmano, o un ebreo non possono sentirsi italiani? può esserci una italianità avulsa della religione?

Può essere la cultura? ma cosa vuol dire cultura, coscienza o conoscenza? non è cosi elementare la questione, esistono innegabili differenze tra sud, nord e centro italia, e queste differenze sono state solo in parte mitigate dalla televisione e dai movimenti migratori sud-nord.  Al contrario forse il legante più forte è il diffuso disprezzo della cosa pubblica, il poco rispetto per il prossimo e la maleducazione. Del resto anche l’OCSE dipinge un quadro degli italiani poco lusinghiero in termini di cultura.

insomma per essere italiani occorre il legame di una crescente ignoranza (vuol dire non sapre, non ha connotati offensivi)?

Non credo neanche questo. (almeno spero).

faccio fatica a capire francamente cosa sia questa italianità. Ma in compenso mi piacerebbe pensare ad un approccio similare a quello usato dai latini, un approccio che vedeva nelle altre culture una risorsa da incorporare lasciando ampi spazi agi usi e costumi delle gens italiche, imponendo si un modello legato alla distribuzione delle leggi e di infrastrutture ma accettando anche le varie singolarità culturali ed incorporandole. non a caso oggi è la Germania che assomiglia più al vecchio impero romano che l’italia.

boh continuo a vedere una realtà che cambia mentre ascolto vecchie risposte.

 

ciao

A.