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mercoledì 4 novembre 2020

Bonus bici, clickday ed altre disgrazie

memento mori:

cosa hanno in comune questi luminosi esempi di digitalizzazione?

Il fallimento?
La figura barbina?

Si e No, quelle citate sopra sono conseguenze e non cause della cosa in comune, la cosa in comune che hanno tutti questi elementi è:

  • la assoluta incapacità progettuale
  • la assoluta mancanza di accountability.

ma soprattutto

la completa ed assoluta ignoranza su cosa significhi una trasformazione digitale.

Cerchiamo di capirci quindi.

Quando si vuole mettere in piedi qualche cosa, qualunque cosa, occorre definire, proprio al minimo:

  1. cosa si vuole ottenere
  2. come ottenerlo
  3. chi è il target
  4. quante sono le risorse interessate

ok ok lo sapete tutti, e li lavorano fior di professionisti stimatissimi, geni dell’informatica, guru della comunicazione, maghi del coding, dei dei sistemi … ma allora qualcuno mi spiega perchè i sistemi di cui sopra fecero la fine che fecero?

Prendiamo l’ultimo caso, il sito per il “bonus bicicletta”.

Al di la che si potrebbe obiettare che in un paese dove il digital divide è altissimo fare la transazione solo online è già un primo filtro poco egualitario rispetto alle fasce di utenza che possono accedervi, facciamo finta che tutti in Italia siano sufficientemente capaci.

(come facciamo finta che tutti sappiano leggere scrivere e fare di conto in maniera accettabile a fronte di un tasso imbarazzante di analfabetismo di ritorno, ma vabbeh altra storia)

Ora, viste le esperienze precedenti (fate riferimento al mini elenco di prima) ci si dovrebbe domandare come minimo:

quante persone cercheranno di accedere al sistema?

Capisco che la domanda sia di difficile risposta, in prima istanza uno potrebbe considerare una quantità rapportabile al denaro stanziato e quindi calcolare su tale cifra il numero di persone facendo una stima magari divisa per fasce orarie di probabilità di accesso.

Si potrebbe quindi dimensionare l’accesso e le risorse relative in funzione delle aspettative testè calcolate, magari dandosi un margine di tolleranza.

e infine si potrebbe gestire l’eventuale sovrannueroin qualche modo.

Voi mi direte, che ci vuole?

Beh iniziamo ad osservare che il calcolo delle utenze legato all’ammontare economico del bonus ha senso solo se tale ammontare ha tenuto conto di quante persone potrebbero o vorrebbero accedere a tale bonus.

E visto che nostante i problemi andava in rapido esaurimento forse non è proprio il caso in oggetto.

Ma se le cose stanno così non è la base di partenza dei conti è già sballata?

E quindi?

Potremmo, alternativamente iniziare a pensare a quale sia la base potenziale di utenti che potrebbero essere interessati e la fascia temporale cui dobbiamo fare riferimento, se distribuiamo il servizio in 10gg è diverso da un click day monogiorno (che credo sia il senso del click day).

Questo sembra più probabile, sicuramente almeno questo lo avranno considerato, andiamo è il parametro minimo basilare ed elementare, no?

ma … allora come si spiega che le aspettative di accesso sono di decine al secondo quando, in realtà, cercano di accedervi in migliaia ?

Il problema risiede in un piccolissimo particolare, il mondo digitale ha le sue regole, e chi persegue la digitalizzazione dovrebbe tenerlo presente.

Se metti un clickday, ed hai una base potenziale di milioni di utenti, devi considerare come minimo che questi non si distribuiranno secondo i tuoi desiderata, ma cercheranno di accedere piu o meno usando comportamenti simili a quelli sperimentati in precedenza.

Insomma se pensi che si divideranno autonomamente in scaglioni di accesso, sei un coglione, se invece pensi che almeno l’80% cercherà di accedere in un intorno temporale dell’inizio attività (o di inizio giornata) forse sei uno che inizia a pensare.

Per altro questi comportamenti non sono dissimili a quelli di accesso a siti web, ed hai i dati dei flop precedenti come indicazione almeno statistica, ti immagini se facebook, youtube, youporn, LinkedIn, Google, Amazon, Netflix progettasero gliaccessi come stai facendo?

Ti serve, magari, un’esperto (cosa diversa da una fiask force, composta d gente che si occupa di tutto tranne che di quello su cui stai lavorando). Insomma qualcuno che ne sa potresti anche trovarlo in giro, ma fai attenzione, non è uno sviluppatore quello che cerchi, oun sistemista… ma una altra figura, magari un esperto marketing di servizi web, uno che sappia dirti quanti utenti cerchernno in maniera concorrente di accedere ai tuoi cavolo diservizi.

Se non fai questi ragionamenti ti trovi con il piccolissimo, infinitesimo, minuscolo problema di non sapere come dimensionare le risorse che devi legare al servizio.

Il che porta ad un secondo problema:

Quali sono le risorse che devo considerare?

il flop della ciclopedalata web ci insegna un altro punto fondamentale: le risorse dimensionate sono tutte quelle necessarie, anche se sono terze a te, tipo gli spacciatori di spid (non speed, spid).

Puoi mettere tutte le risorse che vuoi, tue, ma se un elemento esterno su cui ti basi in maniera fondamentale non regge, non ti regge il sistema.

Quindi se disegni qualcosa del genere non puoi solo fare i conticini di casa tua, devi anche considerare i servizi esterni cui tu o gli utenti chiamati ad accedere al servizio, sono vincolati. come minimo sei tenuto a fare con loro considerazini di carico.

Chiariamoci, non devi in questo caso incolpare gli spacciatori di spid, a meno che questi non avessero spergiurato di poter sostenere il carico che tu avevi fornito. Ma se gli dici che ti aspetti 70 login al secondo e ne ricevi 10000 e loro non reggono la colpa è tua non loro.

Ora ti chiederai, in preda ad oscuri presentimenti di tregenda:

“ma come mai tutti sti tizi insieme, se lo facevo fare agli sportelli postali mica andava cosi…”

Ecco hai appena scoperto un altro dei sacri postulati della digitalizzazione:

"aspettarsi comportamenti ed aspettative degli utenti verso i servizi digitali analoghi a quelli fisici è da coglioni".

Da cui segue il corollario:

"se disegni il sistema digitale a replica di quello fisico rimani coglione"

e lo so che magari le stanze di attesa ti sembrano una buona idea per gestire overflaw di richieste d’accesso ma …

… ecco la vedi questa schermata? E’ la prova che non hai capito nulla.

Se un utente legge che ha davanti 609690 utenti e poi ti manda a quel paese non puoi proprio dargli torto. Ed intendiamoci la colpa non è sua, ne dello sviluppatore che ha pensato alla stanza virtuale, è tua che non hai definito specifche di uso e delivery.

Potremmo parlare ancora di user experience, logicità del processo o cose del genere, ma so già che ti ho perso, vedo il viso imbronciato e empaticamente sento il senso di lesa maestà, quindi la morale della storia la faccio breve.

La morale è che, come al solito, manca progettualità e considerazione del processo nel suo complesso.

O se c’è viene mal gestita (ignoranza o dolo?)

non per autocitarmi ma avevo tempo addietro cercato di spiegare perchè certi progetti sono destinati al fallimento:

sfiga(?) vuole che se confrontate quanto descrivo li, con i risultati dei progetti “click day” siamo allineati.

non si è capaci di definire i punti di partenza e di arrivo e, di conseguenza, le risorse da impiegare e quindi si dimensiona il tutto a mentula canis.

La ragione è legata alla mancanza di conoscenza di cosa sia la digitalizzazione e le sue inerenze, questo porta ai mostri sperimentati con i clickday e non solo, diciamo che è patrimonio della PA, di molte aziende e di molti sedicenti guru informatici, opinionisti, giornalisti ed esperti vari.

E considerando che il riferimento è ad un post del 2016 … devo dire ben pochi progressi sono stati fatti.

Fino a che non ci si porrà il problema della digitalizzazione nel suo complesso, non possiamo che aspettarci che la storia si ripeta e queste uscite estemporanee saranno condannate al fallimento.

aggiungo un simpatico poll in merito che avevo postato su LinkedIn

https://www.linkedin.com/posts/antonioierano_vaccatadellasera-pensieriinlibertaeq-quellidelfascicolop-activity-6729438534198935552-Xkib

meditate gente meditate

Bonus bici, clickday ed altre disgrazie

memento mori:

cosa hanno in comune questi luminosi esempi di digitalizzazione?

Il fallimento?
La figura barbina?

Si e No, quelle citate sopra sono conseguenze e non cause della cosa in comune, la cosa in comune che hanno tutti questi elementi è:

  • la assoluta incapacità progettuale
  • la assoluta mancanza di accountability.

ma soprattutto

la completa ed assoluta ignoranza su cosa significhi una trasformazione digitale.

Cerchiamo di capirci quindi.

Quando si vuole mettere in piedi qualche cosa, qualunque cosa, occorre definire, proprio al minimo:

  1. cosa si vuole ottenere
  2. come ottenerlo
  3. chi è il target
  4. quante sono le risorse interessate

ok ok lo sapete tutti, e li lavorano fior di professionisti stimatissimi, geni dell’informatica, guru della comunicazione, maghi del coding, dei dei sistemi … ma allora qualcuno mi spiega perchè i sistemi di cui sopra fecero la fine che fecero?

Prendiamo l’ultimo caso, il sito per il “bonus bicicletta”.

Al di la che si potrebbe obiettare che in un paese dove il digital divide è altissimo fare la transazione solo online è già un primo filtro poco egualitario rispetto alle fasce di utenza che possono accedervi, facciamo finta che tutti in Italia siano sufficientemente capaci.

(come facciamo finta che tutti sappiano leggere scrivere e fare di conto in maniera accettabile a fronte di un tasso imbarazzante di analfabetismo di ritorno, ma vabbeh altra storia)

Ora, viste le esperienze precedenti (fate riferimento al mini elenco di prima) ci si dovrebbe domandare come minimo:

quante persone cercheranno di accedere al sistema?

Capisco che la domanda sia di difficile risposta, in prima istanza uno potrebbe considerare una quantità rapportabile al denaro stanziato e quindi calcolare su tale cifra il numero di persone facendo una stima magari divisa per fasce orarie di probabilità di accesso.

Si potrebbe quindi dimensionare l’accesso e le risorse relative in funzione delle aspettative testè calcolate, magari dandosi un margine di tolleranza.

e infine si potrebbe gestire l’eventuale sovrannueroin qualche modo.

Voi mi direte, che ci vuole?

Beh iniziamo ad osservare che il calcolo delle utenze legato all’ammontare economico del bonus ha senso solo se tale ammontare ha tenuto conto di quante persone potrebbero o vorrebbero accedere a tale bonus.

E visto che nostante i problemi andava in rapido esaurimento forse non è proprio il caso in oggetto.

Ma se le cose stanno così non è la base di partenza dei conti è già sballata?

E quindi?

Potremmo, alternativamente iniziare a pensare a quale sia la base potenziale di utenti che potrebbero essere interessati e la fascia temporale cui dobbiamo fare riferimento, se distribuiamo il servizio in 10gg è diverso da un click day monogiorno (che credo sia il senso del click day).

Questo sembra più probabile, sicuramente almeno questo lo avranno considerato, andiamo è il parametro minimo basilare ed elementare, no?

ma … allora come si spiega che le aspettative di accesso sono di decine al secondo quando, in realtà, cercano di accedervi in migliaia ?

Il problema risiede in un piccolissimo particolare, il mondo digitale ha le sue regole, e chi persegue la digitalizzazione dovrebbe tenerlo presente.

Se metti un clickday, ed hai una base potenziale di milioni di utenti, devi considerare come minimo che questi non si distribuiranno secondo i tuoi desiderata, ma cercheranno di accedere piu o meno usando comportamenti simili a quelli sperimentati in precedenza.

Insomma se pensi che si divideranno autonomamente in scaglioni di accesso, sei un coglione, se invece pensi che almeno l’80% cercherà di accedere in un intorno temporale dell’inizio attività (o di inizio giornata) forse sei uno che inizia a pensare.

Per altro questi comportamenti non sono dissimili a quelli di accesso a siti web, ed hai i dati dei flop precedenti come indicazione almeno statistica, ti immagini se facebook, youtube, youporn, LinkedIn, Google, Amazon, Netflix progettasero gliaccessi come stai facendo?

Ti serve, magari, un’esperto (cosa diversa da una fiask force, composta d gente che si occupa di tutto tranne che di quello su cui stai lavorando). Insomma qualcuno che ne sa potresti anche trovarlo in giro, ma fai attenzione, non è uno sviluppatore quello che cerchi, oun sistemista… ma una altra figura, magari un esperto marketing di servizi web, uno che sappia dirti quanti utenti cerchernno in maniera concorrente di accedere ai tuoi cavolo diservizi.

Se non fai questi ragionamenti ti trovi con il piccolissimo, infinitesimo, minuscolo problema di non sapere come dimensionare le risorse che devi legare al servizio.

Il che porta ad un secondo problema:

Quali sono le risorse che devo considerare?

il flop della ciclopedalata web ci insegna un altro punto fondamentale: le risorse dimensionate sono tutte quelle necessarie, anche se sono terze a te, tipo gli spacciatori di spid (non speed, spid).

Puoi mettere tutte le risorse che vuoi, tue, ma se un elemento esterno su cui ti basi in maniera fondamentale non regge, non ti regge il sistema.

Quindi se disegni qualcosa del genere non puoi solo fare i conticini di casa tua, devi anche considerare i servizi esterni cui tu o gli utenti chiamati ad accedere al servizio, sono vincolati. come minimo sei tenuto a fare con loro considerazini di carico.

Chiariamoci, non devi in questo caso incolpare gli spacciatori di spid, a meno che questi non avessero spergiurato di poter sostenere il carico che tu avevi fornito. Ma se gli dici che ti aspetti 70 login al secondo e ne ricevi 10000 e loro non reggono la colpa è tua non loro.

Ora ti chiederai, in preda ad oscuri presentimenti di tregenda:

“ma come mai tutti sti tizi insieme, se lo facevo fare agli sportelli postali mica andava cosi…”

Ecco hai appena scoperto un altro dei sacri postulati della digitalizzazione:

"aspettarsi comportamenti ed aspettative degli utenti verso i servizi digitali analoghi a quelli fisici è da coglioni".

Da cui segue il corollario:

"se disegni il sistema digitale a replica di quello fisico rimani coglione"

e lo so che magari le stanze di attesa ti sembrano una buona idea per gestire overflaw di richieste d’accesso ma …

… ecco la vedi questa schermata? E’ la prova che non hai capito nulla.

Se un utente legge che ha davanti 609690 utenti e poi ti manda a quel paese non puoi proprio dargli torto. Ed intendiamoci la colpa non è sua, ne dello sviluppatore che ha pensato alla stanza virtuale, è tua che non hai definito specifche di uso e delivery.

Potremmo parlare ancora di user experience, logicità del processo o cose del genere, ma so già che ti ho perso, vedo il viso imbronciato e empaticamente sento il senso di lesa maestà, quindi la morale della storia la faccio breve.

La morale è che, come al solito, manca progettualità e considerazione del processo nel suo complesso.

O se c’è viene mal gestita (ignoranza o dolo?)

non per autocitarmi ma avevo tempo addietro cercato di spiegare perchè certi progetti sono destinati al fallimento:

sfiga(?) vuole che se confrontate quanto descrivo li, con i risultati dei progetti “click day” siamo allineati.

non si è capaci di definire i punti di partenza e di arrivo e, di conseguenza, le risorse da impiegare e quindi si dimensiona il tutto a mentula canis.

La ragione è legata alla mancanza di conoscenza di cosa sia la digitalizzazione e le sue inerenze, questo porta ai mostri sperimentati con i clickday e non solo, diciamo che è patrimonio della PA, di molte aziende e di molti sedicenti guru informatici, opinionisti, giornalisti ed esperti vari.

E considerando che il riferimento è ad un post del 2016 … devo dire ben pochi progressi sono stati fatti.

Fino a che non ci si porrà il problema della digitalizzazione nel suo complesso, non possiamo che aspettarci che la storia si ripeta e queste uscite estemporanee saranno condannate al fallimento.

aggiungo un simpatico poll in merito che avevo postato su LinkedIn

https://www.linkedin.com/posts/antonioierano_vaccatadellasera-pensieriinlibertaeq-quellidelfascicolop-activity-6729438534198935552-Xkib

meditate gente meditate

venerdì 30 marzo 2018

Grazie mille Ragioneria Territoriale dello stato di Torino: come per un dimenticanza si puo arrivare a pagare una smart il doppio.

Sfogo amaro lo so fatto anche su linkedin che non e facebook ma ogni tanto anche io supero il limite di sopportazione.

Mi sembra giusto ricevere per pasqua un regalo dal nostro stato. mi hanno concesso di spendere 6000 euro per un errore.

Sia ben chiaro l’errore è mio, ho dimenticato di apporre sull’assegno la noticina NON TRASFERIBILE quando ho comprato una smart usata per emergenza essendo rimasto senza auto, acquisto fatto non da un privato ma da una azienda regolarmente registrata ed in attività.

Ora la auto presa mi era costata 5200 euro pagati con assegno in cui, mia colpa ripeto, mi dimentico di mettere il “non trasferibile”. Chiedo scusa non facevo un assegno da anni, ma preso dalla fretta e dalla necessità…proprio non ci ho pensato.

Poteva pensarci chi mi ha venduto l’auto? Magari anche ma preso da altre cose non lo avrà neanche notato.

Grazie a questa dimenticanza la efficente macchina dello stato mi consegna una notifica di violazione delle norme antiriciclaggio.

OGGETTO: Contestazione di infrazioni al decreto legislativo 21 Novembre 2007, n. 231, modificato ed integrato dal decreto legislativo 15.05.2017 n 90 a carico di:

Sono abbastanza sicuro che dal punto di vista formale l’atto sia ineccepibile, ma non ho la esperienza legale o la consuetudine a cose del genere e quindi non ho potuto far altro che pagare ….

La S.V si è resa respponsabile della violazione dell’art. 49, comma 5, del decreto legislativo 21 novembre 2007 ….

S.V? signoria vostra? mi decurti di 6000 euro e mi dai della signoria vostra? che inimitabile sarcasmo e senso della ironia usa la nostrra amministrazione nei nostri confronti.

Tale infrazione è puibile, ai sensi dell’articolo 63, comma 1 del presetto decreto legislativo n. 231/2007, con la applicazione di una sanzione pecuniaria da 3.000 euro a 50.000 euro

Mi si conceda il francesismo: sti cazzi mi stai dicendo che rischio 50000 euro? insomma devo lavorare piu di un anno per pagare un errore?

e mi si scrive che se gli do 6000 euro (piu 5 euro perche voglimo pagare la raccomandata?) si chiude la cosa. se mi fidassi della macchina dello stato e della sua etica ptrei anche scegliere di andare in contenzioso, ma siccome la mia esperienza pregressa è che se il dirigente di turno vede la preda incapace di difendersi la azzanna con quanta forza ha in corpo bestemmio e capitolo.

Ho sentito di cravattari (strozzini) meno esosi…

Certo, tutto sacrosanto, legalmente ineccepibile, eticamente splendido, moralmente meraviglioso, ma allora perchè il risultato di tanta perfezione e che un cretino (io) che fa un errore (non lo nego) si trova a dover pagare una multa di gran lunga superiore al proprio stipendio? Non c’è forse una distorsione? e non èche con questa faccenda della inversione dell’onere della prova la ragioneria fa il compitino tanto poi i costi anche di difesa sono tutti a carico del fesso di turno che ha problemi a permetterselo (se appartiene ad una fascia reddituale come la mia o inferiore), mentre i veri delinquenti generalmente hanno le risporse per gestire la cosa…

norme antiriciclaggio hanno un senso perche dovebbero colpire il rischio che si ricicli il denaro, la applicazione stolida ed ottusa della legge però piu che intervenire sul problema si limita ad elevare il solito obolo da comminare al pirla di turno (io) che si distrae o fa un errore.

La dirigente, di cui ometto il nome, giusto per evidare denuncie o querele che ha firmato la notifica sarà sicuramente confortata dal fatto che lo stato non richiede ne la contestualizzazione ne un minimo di etica nel comminare 6000 euro di multa ad un cretino che per vivere deve lavorare, e se qualche mese di stipendio se ne va li che importa. Ma non è molto diverso dal dirigente della agenzia delle entrate che notifica una multa ad un disoccupato dicendogli mi spiace ma la legge è legge deve pagare. Nel dubbio la stolida applicazione della norma salva chi non vuole compromettere la sua buona pace.

E non ho dubbi che formalmente il testo che mi e stato notificato, con i suoi termini legali ma astrusi per i piu, nonchè il tono intimidatorio sia assolutamente legittimo dal punto di vista tecnico. Certo etica e morale stanno altrove, ma non sono oggetto di discussione qui.

La vicinanza dello stato al cittadino non è biunivoca. Forte con i deboli e debole con i forti la depersonalizzazione dei contatti permette la allegra decontestualizazzione con cui i dirigenti delle varie strutture dello stato gestisco:no e comminano pene e multe a chi, solitamente, ha pochi strumenti di difesa.

Diciamocelo i casi sono due

  • o è la legge\nrma che vincola a far pagare un errore in maniera esorbitante non dando ambiti di discrezionalità al dirigente
  • o e il dirigente che si limita a gestire la attività in maniera pedissequa e stolida in maniera da aver il minimo livello di cmplicazione.

certo nel primo caso si potrebbe osservare che se è la legge ad essere ottusa e non dare alternative a che serve un dirigente con capacità deisionali o direttive, basti la notifica automatica evitando un passaggio inutile da parte di un soggetto per altro pagato dallo stato.

nel secondo caso, beh, ogniuno gestisce la etica e la morale in maniera propria apparentemente.

Uno stato senza etica purtroppo no fa che allontanarsi dai cittadini, che perdono fiducia nelle istituzioni e sopratutto in chi le rappresenta.

Non conosco la dirigente e francamente non ci tengo. Sono sicuro che andrà a letto con meno pensieri e problemi dei miei e che sia intimamente convinta che tutte le responsabilità siano altre e non sue.

Può essere….

io pagherò a caro prezzo il mio errore, come altri lo devono fare quotidianamente, visto che questo stato, inteso come struttura amministrativa e non come politica, non fa sconti ne da comprensione.

altri si consoleranno nel “dura lex sed lex”.

Ma siccome siamo vicini alla Pasqua, buona Pasqua persino a loro, perchè alla fine se ho scelto di rientrare in Italia a lavorare queste cose me le devo aspettare e quindi si è colpa mia.

Buona Pasqua