questo , credo 2013 o 2014 era sempre hakin9 online e non sulla rivista che invece veniva stampata.
avevo rimosso anche questo, lol
questo , credo 2013 o 2014 era sempre hakin9 online e non sulla rivista che invece veniva stampata.
avevo rimosso anche questo, lol
Questa anche non la ricordavo, 2013 in quel periodo ne scrivevo di robe inutili 🙂 ma oggi ero in vena di ricercarmi, lol 🙂 per non dimenticare ovvy che oramai alla mie età … e si parla ancora di QR code
iOS Hacking
iOS Application Hacking, a rising star
By Antonio Ieranò, VP – Security Analyst and R&D Advisor at KBE Intelligence
Mobile computing is a reality and mobile security is an obvious consequence. As we all are aware the market is nowadays divide into 3 main stream: Android, iOS and the others. Although Android is under the spotlight since its birth because of its security issues, and the issues related to the several “fork” that android generated to every single phone vendor, think of the HTC security issues last year for example, also iOS is becoming a target for malware, hacking and security concerns.
Questo proprio me lo ero dimenticato. sempre del 2013 si parla ed ho una certa età
https://hakin9.org/download/ddos-attacks-and-prevention
Antonio Ierano
DDoS and The Internet
There is always a lot to say about security and The Internet. A different form of an attack or a threat comes out to the public attention and is overexposed by media and vendor marketing.
One truth we should always remember is that there are a lot of different attacks and, from time to time, one or another rises up or peaks due to several circumstances: political, environmental, technological or economical. There will be always a bunch of different technologies misused to perform the attack on the net…
era il 2013 ed ancora se ne parla. 🙂 non del mio articolo, del QR code, ROTFL
https://hakin9.org/download/get-expert-skills-on-qr-code-hacking-with-hakin9-tutorials
QR Code A Real Treat Or Not
By Antonio Ierano
Security Consultant, Evangelist, Speaker, Trainer and Blogger at The Puchi Herald
giuro non ricordavo l’intervista
Ci si creda o meno una volta scrivevo pure su riviste tecniche, ok era il 2013 e si già esisteva l’informatica.
E poi ci sono quelli che rimpiangono il passato 🤣
Vedi qui sotto:
https://hakin9.org/download/nmap-guide-revisited-hakin9-tutorials
Nmap Guide Revisited – Hakin9 TutorialsNmap Guide Revisited – Hakin9 Tutorials
Hakin9 · Jun 5, 2013
In Depth Guide To Digital Forensics
Forensic Nmap
By Antonio Ierano, Former Cisco European Security Evangelist & Senior Consultant
Italiano
A Vindication of the Rights of Woman: with Strictures on Political and Moral Subjects 1792, Mary Wollstonecraft1 1759–1797.
Vi viene rivendicato il diritto all’uguaglianza giuridica della donna sottolineandone il ruolo nella società.
Per festeggiare in maniera seria questa ricorrenza vi propongo l’opera rivoluzionaria di Mary Wollstonecraft, “Una Giustificazione dei Diritti delle Donne: con Osservazioni su Soggetti Politici e Morali,” ci troviamo nel contesto dell’8 marzo, una giornata che simboleggia la lotta continua per l’uguaglianza di genere. Oggi, più che mai, è essenziale riconoscere la necessità per le donne di ottenere pieni diritti uguali in tutte le sfere della vita.
Pubblicato nel 1792, il lavoro di Wollstonecraft è stato un’illuminazione nel mezzo di un’epoca in cui le donne erano sistematicamente discriminate e negate nelle loro aspirazioni. Le parole di Wollstonecraft risuonano ancora oggi, poiché sottolineano l’importanza di affrontare le disuguaglianze di genere e promuovere l’uguaglianza in tutto il mondo.
Mentre celebriamo l’eredità di Mary Wollstonecraft, dobbiamo anche guardare avanti e riconoscere che, nonostante i progressi compiuti nel corso degli anni, le donne continuano ad affrontare sfide e discriminazioni. Dall’accesso all’istruzione e al lavoro alla partecipazione politica e alla sicurezza personale, vi sono ancora molte aree in cui le donne non godono di diritti uguali.
L’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, è un’occasione per riflettere su queste sfide e rinnovare il nostro impegno per promuovere l’uguaglianza di genere. È un momento per celebrare i successi delle donne, ma anche per chiedere un maggiore cambiamento e azione per affrontare le disuguaglianze ancora presenti nella società.
Oggi, più che mai, è essenziale che tutti ci uniamo per garantire che le donne possano ottenere pieni diritti uguali. Dobbiamo lavorare insieme per eliminare gli ostacoli che impediscono alle donne di realizzare il loro pieno potenziale e assicurare che possano vivere vite libere e soddisfacenti, libere da discriminazioni e limitazioni.
In conclusione, mentre celebriamo l’8 marzo e riflettiamo sull’eredità di Mary Wollstonecraft, impegniamoci a continuare la lotta per l’uguaglianza di genere. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di creare un mondo in cui tutte le donne possano godere di pieni diritti uguali, senza eccezioni.
Spero che concordiate sia questo il senso di questa ricorrenza.
English
A Vindication of the Rights of Woman: with Strictures on Political and Moral Subjects 1792, Mary Wollstonecraft2 1759–1797.
It vindicates women’s right to legal equality and emphasizes their societal role.
To celebrate this anniversary seriously, I propose Mary Wollstonecraft’s groundbreaking work, “A Justification of Women’s Rights: With Observations on Political and Moral Subjects.” We find ourselves in the context of March 8, a day that symbolizes the ongoing struggle for gender equality. Today, more than ever, it is essential to recognize the need for women to obtain full equal rights in all spheres of life.
Published in 1792, Wollstonecraft’s work illuminated an era when women were systematically discriminated against and denied their aspirations. Wollstonecraft’s words still resonate today, emphasizing the importance of addressing gender inequalities and promoting equality worldwide.
As we celebrate Mary Wollstonecraft’s legacy, we must also look forward and recognize that despite the progress made over the years, women continue to face challenges and discrimination. From access to education and employment to political participation and personal security, there are still many areas where women do not enjoy equal rights.
March 8, International Women’s Day, is an opportunity to reflect on these challenges and renew our commitment to promoting gender equality. It is a time to celebrate women’s achievements and call for more change and action to address the inequalities still present in society.
Today, more than ever, it is essential that we all come together to ensure that women can achieve full equal rights. We must work together to remove the barriers that prevent women from realizing their full potential and ensure that they can live free and fulfilling lives, free from discrimination and limitations.
In conclusion, as we celebrate March 8 and reflect on Mary Wollstonecraft’s legacy, let’s commit to continuing the fight for gender equality. Only through collective commitment can we hope to create a world in which all women can enjoy full equal rights, without exception.
I hope you will agree that this is the meaning of this anniversary.
Per la rinomata serie 1
"ditemi che son cialtrone sol guardando la mia azione"
Oggi vi parlerò di passaporti2.
Il motivo di tale esternazione è legato alle leggerissime tempistiche di attesa che spingono chi, ha un passaporto in scadenza, a muoversi con quei 12 o 13 mesi di anticipo per avere un lumicino di speranza di avere l’agognato documento nelle tempistiche che ti aspetti.
Ebbene si ho un passaporto che scade nel 2025, e quindi occorre che inizia vedere adesso quando riesco ad ottenere uno slot per rinnovarlo.
Ora se consideriamo tempi di attesa attorno ai 10 mesi in alcune regioni per ottenere l’agognato appuntamento e dai 15 ai 30 giorni il tempo per il rilascio il conto si fa abbastanza presto.
Ti devi muovere con un’anno di anticipo.
Si potrebbe pensare che avere un passaporto sia un diritto, che il viaggiare sia anch’esso un diritto e che tali diritti possano essere contratti solo in casi di conclamata necessità, ne deduco che la limitazione del diritto di spostamento legato alle lunghe tempistiche di ottenimento del passaporto sia legato ad una contingente necessità.
Contestualmente4 si potrebbe obiettare che il passaporto, in quanto strumento che serve, essenzialmente, a visitare paesi diversi dal patrio suolo italico, sia un oggetto profondamente antipatriota ed anti italiano.
In quest’ottica chiunque richieda un passaporto è quasi un traditore, il vero italiano deve stare in Italia ove trova tutto e solo quello che gli serve, e la sola idea di voler andare all’estero è, di per se, deplorevole. Va quindi disincentivata questa assurda pretesa in tutti i modi.
da molti post su X
Ecco se non siete fautori del punto precedente (che potrebbe descrivere bene, però, le ragioni di tali tempistiche) dobbiamo provare a comprendere quali siano le difficoltà legate a questi benedetti rinnovi e\o rilasci.
Se mi sento di escludere eventuali implicazioni legali che coinvolgano l’intera popolazione italiana, deve esserci qualcosa d’altro.
Il sospetto che mi sovviene è che tale problema sia riscontrabile in una criticità ben precisa:
Che potremmo tradurre come mancanza di preparazione specifica ma che, in questo caso, preferisco declinare come:
Carenza o difetto del potere necessario, da parte di un organo, di svolgere una determinata funzione, spec. nell'ambito del diritto processuale o amministrativo.
Insomma il passaporto è un diritto che ci viene parzialmente negato a causa di un problema di “incompetenza” da parte degli organi preposti a rilasciarlo.
Questo difetto di potere, si potrebbe sospettare, sia legato a diversi fattori:
ed intendiamoci, qui il personale cui deve andare il nostro ringraziamento, non ha responsabilità specifiche, fa quello che può per gestire, con le risorse a disposizione, un carico di lavoro eccessivo.
Insomma si potrebbe dire che, cosa quasi mai accaduta in italia, la problematica sia strettamente legata a mancanza di programmazione, che è, a sua volta, legata a mancanza di comprensione e valorizzazione dei volumi di richiesta in rapporto alle procedure messe in piedi (o forse sarebbe meglio dire in ginocchio).
Ovviamente non esistono “colpe” ma, interessante, non esistono neanche “responsabilità”. Per fortuna l’accountability da noi non è contemplata.
Del resto chi si poteva immaginare che con la Brexit sarebbe aumentata la richiesta di passaporti anche per andare nella perfida albione5?
Il problema non è solo mio, ma diffuso in italia. basta vedere cosa ci racconta una educativa analisi di altroconsumo:
Raga, di suvvia aspettare 309 giorni per avere un appuntamento è normale.
Poi ci sono sempre i lamentini come me, ad esempio quelli di assoviaggi che, secondo wired (https://www.wired.it/article/passaporto-ottenere-rinnovo-tempi-appuntamento/), lamentano cali di viaggi con perdite economiche.
Per fortuna l'aumento dei prezzi dei biglietti aerei rende il tutto più equo, il viaggio costa troppo e quindi vedi che il passaporto non ti serve? Ringrazia che ti hanno fatto risparmiare.
Adesso proverò, contestualmente alle esigenze di lavoro, di visite mediche e di altri impegni di provare a avere un felice risultato magari andando a chiedere in posta.
Si la novità è che sembra, ma come san tommaso se non lo vedo non ci credo, che anche in italia come in molti altri paesi più sviluppati del nostro, si potrà fare richiesta di rilascio del passaporto anche in posta.
E persino farselo spedire a casa (cosi magari aggiungiamo un poco altro ritardo).
Certo far fare questa cosa ai comuni come per la carta di identità sarebbe stato impensabile. Ma sono io che per ottusità e malafede non vedo le evidenti controindicazioni.
Insomma Se tutto va bene in un’anno avrò un bel passaporto rinnovato, vi tenrrò informati sulle vicissitudini 🤣
buona sera a tutti, anche a voi
è morto oggi il nostro topino bianco.
E si io a 57 anni sto piangendo per un topolino. 3 anni sono tanti, era vecchio lo so, ma fa male comunque.
Riposa in pace e grazie per il tempo che hai speso con noi.
ci manchi.
ciao
Una volta tanto invece di finire dal blog a twitter faccio il percorso inverso ed uso un thread su twitter che ho scritto per svilupparlo un poco nel blog.
Ultimamente si parla molto delle misure del governo inerenti la disponibilità e modalità di pagamento, in particolare della possibilità data ai negozianti di rifiutare i micropagamenti via carta di credito o bancomat (fino ad un tetto di 60 euro) e di alzare la quota ammissibile di pagamenti in contanti fino ad un tetto di 5000 euro.
La discussione, nel suo complesso, richiede ovviamente competenze maggiori di quelle che ho (per fortuna gli italiani, tranne me, invece sono tutti economisti, sociologi, allenatori, costituzionalisti, virologi etc, etc) , e quindi non entrerò nel merito di considerazioni di microeconomia o economia sociale che possano andare a favore o contro della decisione, ma mi soffermerò su alcuni punti salienti della discussione che vedo in giro e che, a mio umile giudizio, non contribuiscono a chiarire i termini della questione.
Va fatta una premessa, le transazioni elettroniche sono facilmente tracciabili e quindi sono uno strumento prezioso nella lotta all’evasione ed al nero. Da qui a richiesta europea di associare al PNRR vincoli che andassero ad incidere sulla evasione (che indirettamente dovrebbe portare alla diminuzione del disavanzo). Purtroppo l’attenzione che si sviluppa anche sui mainstream media in merito è decisamente errata dal punto di vista tecnico.
Gran parte della discussione legata ad entrambe le decisioni sono incentrate su 2 argomenti che trovo, nel complesso della gestione del discorso, usati in maniera non corretta ed in alcuni casi sopratutto sul lato dei vincoli legati alla accettazione del POS, pretestuosi.
I due argomenti sono l’evasione e la libertà
Una buona fetta della discussione inerente sia il tetto alle transazioni al contante che alla obbligatoria accettazione dell’uso del PoS anche per micropagamenti riguarda l’evasione.
Ora occorre fare innanzi tutto chiarezza su un paio di punti: il fenomeno della evasione da parte dei fornitori di servizi o di esercenti è abbastanza indipendente dai vincoli di cui si discute. Laddove vi sia evasione questa avviene indipendentemente da tali limiti e obbliga chi “vende” ad alterare la contabilità, cui è soggetto.
Le transazioni in nero, quindi, sono fuori da questo ambito e vi rimangono. Quello che, eventualmente, potrebbe essere più facile per il commerciante al dettaglio è la microevasione. ma il non battere uno scontrino da pochi euro non credo sia l’obiettivo della lotta all’evasione ne la transazione elettronica sarebbe di aiuto.
Poco interessante risulta anche la questione dei costi inerenti i pagamenti con mezzi elettronici. Al di la dei racconti che circolano la realtà è che il pagamento elettronico risulta persino più economico della gestione del contante e laddove le “commissioni” fossero un problema non è certo disincentivando i pagamenti elettronici che si migliora la cosa.
La idea che la categoria dei commercio sia, per altro, intrinsecamente legata alla evasione è tutta da dimostrare, ma in particolare la transazione elettronica dei micropagamenti non indirizzerebbe il problema.
In realtà, in termini di ricerca della evasione il problema della micro-evasione non è nel negoziante, che assumo emetta scontrino, ma nella fonte del contante dell’acquirente, questa si non tracciabile.
Le forme di pagamento diretto sono, lato commerciante, tracciabili in quanto quest’ultimo che è tenuto ad una contabilità che limita le vie evasive o elusive.
Al contrario le transazioni in contanti non sono tracciabili lato acquirente, visto che lo scontrino non è nominativo non c’è modo di associare il flusso di denaro che ha permesso l’acquisto a meno che non si sia in presenza della transazione.
Comprato un bene e pagato, finisce la possibilità di valutare da dove provenga il denaro usato per la transazione che, invece, il commerciante deve tracciare nei libri contabili.
Quando parliamo della necessità di tracciare i passaggi di denaro associati al rischio evasione, il riferimento dovrebbe esser messo su chi usa contanti per i pagamenti, di cui risulta quasi impossibile la tracciabilità e non sui commercianti. Siano questi soldi provenienti da lavoro legittimo, elusione, evasione, lavoro nero o profitti illeciti diventa difficile tracciare la fonte.
Pagare in contanti, quindi, non nasconde la attività del commerciante, ma permette all’acquirente di rimanere “invisibile” alla transazione.
Le transazioni digitali invece lasciano una traccia associabile all’acquirente in quanto nominative, da qui la possibilità di tracciare la fonte del denaro usato nella acquisizione di beni o servizi.
Se il rischio di microevasione quindi dei pagamenti in contanti non è associabile solo a chi vende beni o servizi, che sono comunque in qualche modo misurabili attraverso la contabilità, questo è maggiore se consideriamo chi effettua acquisti.
In quest’ottica sopratutto l’innalzamento del tetto di uso del contante abbassa la possibilità di tracciare possibili evasioni in maniera oggettiva, mentre la possibilità di rifiutare pagamenti POS per microtransazioni risulta poco utile in termini di monitoraggio.
Il tradeoff tra l’aumento della non rintracciabilità delle transazioni economiche legate a tale innalzamento (quindi legate percentualmente a potenziale evasione) e le presunte positive ricadute economiche non è argomento su cui ho elementi di analisi e lo lascio quindi ai tifosi dell’una o altra parte
Per quello che concerne i micropagamenti mi risulta ancora più difficile riscontrare ragioni tali per cui questa sia una scelta premiante dal punto di vista fiscale, ma ne parliamo nel prossimo punto.
Curiosamente se, errando, per l’evasione la attenzione è rivolta al commerciante, altrettanto erroneamente si rivolge l’attenzione per questioni di presunta “libertà” verso l’acquirente:
“perchè volete vietarmi di pagare in contanti?”
“io non voglio essere tracciato”
“quello che compro sono fatti miei”,
Sono tutte grida associate alle considerazioni di libertà associate sia all’uso piu o meno obbligatoria del POS che all’innalzamento del contante.
La questione, messa in questi termini, è chiaramente inconsistente per diverse ragioni, vediamone alcune.
Abolire l’obbligo di accettare pagamenti PoS sotto i 60 euro non inficia in alcun modo la possibilità che c’è sempre stata di pagare in contanti. La idea che tale innalzamento restituisca all’utente una capacità di pagamento prima negata è semplicemente assurdo in quanto in italia non c’è mai stato un vincolo obbligatorio di uso dei sistemi elettronici per i micropagamenti. è vero esattamente il contrario, si è dovuto legiferare per permettere a chi voleva pagare con mezzi elettronici la possibilità di farlo.
Se si parla di costrizione delle libertà, quindi, eventualmente è a danno di chi vuole usare la carta e non di chi vuole usare il contante.
Le grida sui sostenitori del pagamento in contanti risultano quindi abbastanza ridicole oltre che inconsistenti, per tacer di chi prova piacere ad andare al bancomat, o allo sportello di banca a prelevare contanti, per finire di chi sente il bisogno (patologico per altro) di essere in contatto diretto col denaro.
La unica obiezione sensata sarebbe la impraticabilità economica della gestione dei micropagamenti da parte dei commercianti, ma come si diceva prima, questa questione non si risolve certo in questo modo.
SI apre quindi un problema legato alla fornitura di servizi ed al loro pagamento che risulta discriminatorio per chi preferisce il pagamento elettronico (sono uno di quelli) e si introduce una distorsione del mercato di cui non si capisce la virtù.
La questione sarebbe, comunque, risibile se fosse lasciata allo sviluppo naturale delle modalità di commercio. Laddove il commerciante iniziasse a sentire che il non accettare pagamenti POS potrebbe comportare un abbassamento del giro di affari vi sarebbe una apertura verso tali modalità. I termini competitivi del mercato quindi potrebbero indirizzare e correggere eventuali distorsioni, se non con la eccezione di alcuni compartimenti particolari come quelli legati ai taxi.
La questione dei taxi è un nodo dolente che, per altro, ci contraddistingue in europa. Chiunque abbia un minimo di esperienza all’estero sa che in molti paesi prendere un taxi e pagare con carta è la norma, da noi sembra essere ancora un esercizio difficile e mal digerito dalla categoria. Categoria per altro affetta da ben altre problematiche ben piu serie, come ad esempio il costo ed il numero delle licenze.
In questo caso una valutazione in merito alla fruibilità del servizio sarebbe più che giustificabile a fronte anche dei malumori della categoria.
Rimane l’obbligo di pagamento elettronico sopra una certa cifra, in questo caso vi è si una contrazione di un certo grado della libertà individuale che però serve a correggere comportamenti lesivi della comunità. Riduzione che non preclude la capacità di acquisto ma ne vincola le modalità, un vincolo olonomo che comunque non pregiudica l’esercizio del diritto del soggetto di comprare quello che vuole nei termini consentiti dai vincoli imposti dalla legge.
Un altro cinema è invece legato alla tracciabilità: non volere che il “governo” (entità alquanto astratta in tali ragionamenti) sappia tutto quello che faccio.
Esisterebbe un fantomatico anelito libertario che porterebbe a voler rinunciare alle forme di pagamento elettronico in nome di una ipotetica invisibilità al sistema.
Curiosamente queste grida vengono da chi usa cellulari e social media per comunicare, e già qui si potrebbero chiudere le questioni.
In realtà la questione è ben più seria e limitarla ai pagamenti elettronici è semplicemente ottuso. La questione del tracciamento delle nostre attività appartiene, infatti, ad un dominio molto più ampio di cui, paradossalmente, l’uso delle transazioni elettroniche legate ai micropagamenti è largamente ininfluente.
Invece che presentare sterili battaglie sul tracciamento dei POS sarebbe opportuno mettersi a discutere più seriamente di quali siano i dati che lasciamo in giro e come questi vengano usati e gestiti, ivi compreso dai governi e dalle istituzioni pubbliche. Il millantato rischio di cui spesso si legge di “ricatto” informatico una volta che tutti i pagamenti siano legati al POS è in realtà già largamente utilizzabile in altri ambiti molto più efficaci. La nostra dipendenza da una, mal disegnata, digitalizzazione è infatti molto più ampia di quello che molti percepiscono.
Non per colpa, ma spesso per non conoscenza dei termini tecnologici di cui si parla.
Sarebbe carino, “semel in anno“, che su questioni cosi strettamente tecniche si instaurasse una discussione non ideologica ma concreta. Sicuramente non su Twitter, ove la concretezza è, nella maggior parte dei casi, mera chimera, ma almeno su canali più tradizionali. Purtroppo mancano gli elementi su cui fare valutazioni concrete e spesso il punto di vista presentato presenta evidenti falle logiche e concettuali che impediscono un fruttuoso confronto.
Il risultato è che si parla di POS come del Grafene nei sieri o della forma della terra.
Vedo il lato positivo, molti commenti sono esilaranti 🤣
Cari “amici” novax e complottisti\negazionisti pandemici, pur essendomi ripromesso di non parlare di vaccini, pandemie e cose assortite ne sul blog ne su social che non siano uno specifico twitter account mi permetto qui stasera, è venerdì, un paio di sconfortate considerazioni
Mi rendo conto che su Twitter, per la natura stessa del media, la forzatura, l’iperbole e l’ironia sono le cifre stilistiche principali della comunicazione, ed io ne sono un caldo fautore. Ma anche la seriosità di chi non capisce, l’offendersi di chi non comprende, l’incazzarsi di chi non ha argomenti sono diffuse in maniera capillare e su questo sono meno incline e tendo a diventare più sarcastico.
Conosco la dinamica e limito le interazioni a ciò che mi diverte, considerando la piattaforma poco adatta a ragionamenti complessi. Questo comporta anche il commentare post pubblici che ritengo decisamente sopra le righe.
Ultimamente, ripensandoci, c’è una cosa che mi disturba, questa mania dei novax di chiamare “pecora” chi ha fatto la scelta consapevole di vaccinarsi contro il covid.
Chiariamoci subito non sono complottista ne negazionista, non ritengo che il vaccino sia un “siero” malefico gestito da satanisti, e trovo queste posizioni francamente ridicole.
In linea di massima però, ritengo che una persona possa anche decidere di non vaccinarsi a fronte di considerazioni rischio\beneficio personali. Non stò parlando della posizione dei Novax tout court, ma su specifici vaccini posso anche capire che uno faccia scelte personali diverse dalle mie.
Certo se la motivazione sono le nanostrutture create col grafene, o la modifica del DNA dubito si possa parlare di scelte razionali, ma come accetto che esistano i terrapiattisti e i complottisti più vari, prendo come soggetti anche questi, portando il tutto nell’ambito del folclore.
Fuori da quelle motivazioni “surreali” la scelta di vaccinarsi è legata a 2 elementi il beneficio associato alla vaccinazione e il relativo rischio associato.
Si perchè è innegabile che un rischio vi sia, non conosco farmaco che non abbia controindicazioni, ma anche attraversare la strada presenta un rischio. Tutta la vita è composta da assunzioni di rischio che dobbiamo poter valutare.
Utilizzando fonti credibili ed in base alle nostre conoscenze la assunzione del rischio è una valutazione che si fa e che può essere condivisibile o meno.
Personalmente ho valutato che, alla luce delle mie competenze e delle informazioni che avevo in mio possesso, i benefici della vaccinazione fossero superiori ai rischi. Si può non concordare su questa scelta, ma, nel caso si voglia poi esprimere un commento negativo in merito, occorre argomentare la cosa con dati reali, considerazioni serie e valutazioni sensate. Se si scivola nel complottismo senza limitismo non si pretenda da parte mia che si usino metriche comunicative che non siano quelle dello sfottò.
Quello che non capisco è perchè una valutazione “morale” ossia di definizione buono o cattivo, debba essere associata a questa scelta razionale.
La sola idea che qualcuno definisca “pecore” coloro che hanno fatto la scelta di vaccinarsi denota un approccio diametralmente opposto a quello che ho descritto, non fosse altro che si “pensa” (il virgolettato è voluto) che la controparte non sia in grado di fare una scelta ragionata. Eppure raramente (o quasi mai) vengono proposte argomentazioni che non scivolino sul fonti non riferibili o non controllabili, approcci alla matematica ed alla statistica imbarazzanti (se non sapete cosa sia una correlazione evitate di parlarne o mostrare grafici) o valutazioni morali non si capisce bene collegate a cosa.
Certo può essere che la mia valutazione sia stata errata, ma al contrario di quello che pensate è frutto di una analisi concreta e non di una accettazione irrazionale. La pecora, nella vostra accezione, invece e chi segue le indicazioni senza avere un approccio critico.
Orbene quali strumenti avete per determinare che la mia scelta non sia stata una scelta ragionata? Solo il fatto che è diversa dalla vostra? E nel caso siete in grado di mostrare evidenze che non siano la rappresentazione di un vuoto cognitivo ed un approccio fideistico a teorie che non hanno supporto altro se non “il mondo sbaglia e solo noi sappiamo”?
Se manca questo componente non può esserci confronto perché mancano le basi del confronto stesso, se vi si chiede il dato è perchè è su quello che è stata fatta una scelta e su quello che si deve discutere. Altrimenti si cade nel fideismo e nel complottismo che tutto giustifica e tutto valida, perché la fede diventa metro di interpretazione del reale indipendentemente dalla realtà.
Intendiamoci so che su twitter non si può arrivare a tanto, ma concedetemelo preferisco essere una pecora senziente che un “libero” ottuso.
con affetto
Vostro robot grafenico, 5g-ista, sanguemaionesatonero, sierigenicomutante, globuloimpilato, pluri reazioneavversato nonché satanic idiot NWO sheep “dittaturasanitaria” servant
“Abbiamo finito le elezioni e finalmente i toni diventeranno accettabili e il nuovo esecutivo, a fronte di una situazione difficile dal punto di vista geopolitico ed economico, potrà concentrarsi su priorità ben definite.”
unknown
Davvero?
In realtà io credo che ci aspetta un lungo periodo di campagna elettorale, quindi rassegnamoci a certi toni e grida e a scelte che non sembrerebbero prioritarie.
Le ragioni sono connesse alla composizione delle forze in campo, sia dal lato dell’esecutivo e la sua maggioranza, che dal lato della opposizione.
Se da un lato, infatti, le opposizioni necessitano di visibilità (e FdI ha insegnato che più si grida più si è apprezzati) dall’altro nel governo la lega e Salvini hanno bisogno di recuperare il terreno perso partecipando ai governi precedenti.
Il peso di questa permanenza ha avuto un riflesso elettorale evidente nei numeri, ed un calo nell’appeal di Salvini sul sulla sua base elettorale. Evidentemente però, internamente alla lega, pur con malumori e distinguo, nessuno ha ancora la forza politica di sostituire Salvini, cui va riconosciuto di aver creato attorno alla sua figura un culto della personalità e dell’uomo forte (si pensi al soprannome che è stato creato ad arte dai suoi esperti di comunicazione) che ha attirato molti elettori.
Il risultato delle elezioni ha visto parte dell’elettorato leghista muoversi verso Fratelli di Italia che essendo all’opposizione aveva mano più libera nel fare proclami e grida, cosa che, però, in qualche modo vincolerà le sue prossime scelte.
Per la Lega la questione è ardua, non essendo all’opposizione la unica strada è alzare i toni per far vedere al suo potenziale elettorato (confluito in parte in FdI) il “valore” che non è stato percepito. E la necessità di evidenziare la presenza nell’ennesima compagine governativa la propria immagine pur non creando problemi all’esecutivo.
Da qui i cavalli di battaglia soliti, con post ed esclamazioni varie, elementi di trionfalismo e populismo puerile. La presenza su twitter della lega, in questo momento, è poco diversa da quella che si aveva in campagna elettorale, si differenzia non per gli argomenti ma per i toni trionfalistici con evidente autoattribuzione.
Anche le strizzate d’occhio filoputiniane della lega assolvono a questa esigenza in contrapposizione, per altro diretta, a FdI. Una serie di distinguo che serve a marcare il territorio per la sopravvivenza elettorale futura.
Esiste quindi, all’interno della maggioranza, una esigenza di competere sullo stesso elettorato di riferimento per recuperare o mantenere posizione. Esigenza che va espressa con azioni che diano visibilità e soddisfazione ad alcune aree del loro elettorato di riferimento che, in larga parte, si sovrappone.
A riprova di ciò sia lega che FdI si contendono ancora le simpatie dell’elettorato novax ed in area di complotto che, pur essendo minoritario, ha un notevole volume comunicativo.
Certe leve assolvono alla esigenza di avere dei moltiplicatori di comunicazione sopratutto nei social, dove le bolle di comunicazione create dagli algoritmi usati, permettono di amplificare certi messaggi su elettorati ben precisi.
Questo comporterà una certa radicalizzazione della comunicazione e guiderà alcune scelte dell’esecutivo, come ad esempio i riferimenti alla pandemia o all’immigrazione, canali di sicuro appeal e facilmente spendibili nei social.
Abbiamo quindi da un lato l’opposizione che deve fare campagna elettorale interna per recuperare consensi e mantenere visibilità, dall’altro due delle 3 compagni al governo che hanno necessità di continuare la campagna elettorale per gestire i movimenti interni.
La posizione di Forza Italia, in questo momento, rimane defilata, probabilmente a causa della necessità di sistemare le cose in casa propria sapendo che, probabilmente, hanno raggiunto il minimo della loro base elettorale e che sotto difficilmente possono scendere. Il problema di FI non risiede nella possibilità di perdere voti nei confronti di Lega o Fratelli di Italia, ma da come si muoverà e ridefinirà la opposizione. L’identità centrista di FI è infatti l’elemento di distinzione forte rispetto ai due alleati di governo.
Sarà interessante vedere quale sarà la nuova anima del PD, se prenderà una identità sua o rimarrà un coacervo di istanze anche antitetiche senza avere la capacità di sintesi politica che aveva, ad esempio, la vecchia democrazia cristiana.
A momento è una scatola “vuota” che aspetta di avere contenuti, quindi al momento si rimane alla genericità di una opposizione di facciata. Del resto la mia impressione è che tutta la campagna elettorale improntata al “loro sono il peggio” nei confronti della compagine che ha vinto fosse l’unico legame interno che unisse le varie anime del PD.
In questo senso il movimento 5 stelle ha gioco più facile potendo esprimere con meno vincoli posizioni anche più rigide (dualmente a quello che fece fratelli di italia quando era all’opposizione) e strizzare l’occhio anche alle posizioni più filorusse (in diretta concorrenza alla Lega).
Se il “terzo polo” “centrista” riuscirà ad assumere una valenza politica di riferimento tale da attirare consensi a destra (principalmente in area FI) probabilmente vedremo anche la terza componente dell’esecutivo aumentare la pressione comunicativa. Forse le elezioni regionali, in questo senso, potranno darci indicazioni. certo che i movimenti, ad esempio, in lombardia indicano nell’elettorato di centrodestra un loro target di riferimento.
Il risultato della situazione corrente è che non è difficile immaginare che ci sarà una polarizzazione ulteriore e un inasprimento dei toni comunicativi tra i vari soggetti coinvolti, recuperando anche argomenti che sembravano “chiusi”.
Questo perché su alcuni temi importanti, come quelli economici, occorrerà fare scelte non completamente allineate alle promesse elettorali e quindi, in virtù delle esigenze di visibilità, si punterà comunicativamente ad altro.
Anche perchè tali polarizzazioni sono più facilmente spendibili sia a livello di social media che di “giornalismo politico”
Vedremo.
Si può fare un resoconto dell’anno anche se siamo solo a 14 Novembre? E perchè no?
Innanzi tutto volevo chiedere scusa a chi si fosse chiesto che fine avevo fatto, ma è stato un anno intenso sotto diversi punti di vista: personali, lavorativi e familiari. Ho ridotto sensibilmente la mia presenza qui per motivi di sopravvivenza, metto nei buoni propositi di ritornarci.
Un anno difficile. Iniziato sotto il segno dalla pandemia della guerra e del cancro per passare alle bollette stratosferiche, ai danni del maltempo, ai problemi di salute in famiglia, fino alle ultime dolorose ma tragicomiche problematiche di salute non posso dire di aver amato quest’anno in maniera particolare.
Ma, pur nell’ombra una luce si deve vedere, e quindi ho avuto anche soddisfazioni, cose che sono migliorate anche oltre le aspettative ed altre che, col senno di poi, potevano andare peggio.
Se la scrittura di un testo lungo mi era diventata estremamente onerosa ho trovato consolazione in twitter dove la mia vena di ironia perniciosa ha casa più consona. Li ho scoperto un mondo divertentissimo tra complottismi, egotismi, e ironia assortita volontaria e non.
mi è servito per affinare la capacità di far ironia e sarcasmo in pochi caratteri, cosa che per uno che è naturalmente prolisso come me è sicuramente un utile esercizio.
Ovviamente poi essendo il 2022 sempre il 2020-2 è arrivato Elon a rendere il tutto più interessante portando il cinguettatore sull’orlo forse dell’oblio. 🤣
Chi mi conosce sa che anche nelle peggiori delle situazioni preferisco la levità di un sorriso alla pesantezza della seriosità.
Devo dire che ho riscontrato, per l’ennesima volta, che questa cosa spesso e volentieri si scontra con una idea di serietà che è tutta nella forma e non nel contenuto. Non che la cosa mi disturbi, anzi, mi diverte.
E, ancora una volta, ho trovato riscontro al fatto che pochi usano i numeri per quello che sono, e le interpretazioni più bizzarre sono sempre a portata di mano. Non devo dare mai per scontato che la persona con cui parlo sia in grado di comprendere una statistica o un grafico: va sempre specificato il contesto, la natura dei dati, e come questi sono rappresentati.
Ma si sa se cosi non fosse dove sarebbe il divertimento?
Al di la di quello ovvio, sopravvivere, direi che vorrei riprendere a frequentare questi lidi, e riprendere il discorso interrotto con gli Email Files ed espandere il perimetro
Grazie per l’amicizia che ho raccolto in questi mesi, a presto
Antonio
Can you make a resume of the year even if we are only on November 14th? And why not?
First of all, I wanted to apologize to those who had wondered what happened to me, but it has been an intense year from different points of view: personal, work and family. I have significantly reduced my presence here for reasons of survival; I put in good intentions to return.
A difficult year. It started under the signs of the pandemic and the war, and then cancer to move on to stratospheric energy bills, to the damage of bad weather, to health problems in the family, up to the last painful but tragicomic health problems. I can not say that I loved this year in a particular way.
But, even in the shadows, a light must be seen, and therefore I also had satisfactions, things that have improved even beyond expectations and others that, in hindsight, could have been worse.
Where have I been?
If writing a long text had become extremely expensive, I found consolation in Twitter, where my vein of pernicious irony has a more suitable home. There I discovered a funny world between conspiracies, egotisms, and assorted sarcasm, voluntary and not.
It served me to refine the ability to make irony and sarcasm in a few characters, which for someone who is naturally long-winded like me is certainly a useful exercise.
Obviously, being ” 2022″ always ” 2020-2,” Elon arrived to make everything more interesting, bringing the twitterer on the verge of perhaps oblivion.🤣
Those who know me know that even in the worst situations, I prefer the levity of a smile to the heaviness of seriousness.
For the umpteenth time, I have found that this thing often clashes with an idea of seriousness that is all in form and not in content. Not that it bothers me; on the contrary, it amuses me.
Once again, I found confirmation that few use numbers for what they are, and the most bizarre interpretations are always at hand. I must never assume that the person I speak to can understand a statistic or graph: I always specify the context, the nature of the data, and how it is represented.
But do you know if this were not where the fun would be?
Beyond the obvious, survive, I would say that I would like to resume attending these shores, and resume the discourse interrupted with the Email Files and expand the perimeter
Thank you for the friendship I have collected in recent months, see you soon
Antonio
Avviso ai naviganti:
data la situazione corrente di guerra in corso, residuo pandemico, il carico di lavoro e la mia personale condizione oncologica ed ontologica (non è un errore di battitura, mi hanno tolto un tumore al colon ad inizio anno ma non mi va di parlarne e ho troppo da fare, ma va bene scherzarci sopra) ho ridotto drasticamente lo spazio per la pazienza quindi:
1) cercherò di non entrare nel merito delle questioni geopolitiche e\o pandemiche e\o socio-economiche correnti, fattasi eccezione per l’uso, garantito dalla costituzione, di sana ironia e malcelato sarcasmo di fronte ad evidenti baggianate. Quindi non escludo innoqui perculamenti, che non significano necessariamente un giudizio morale negativo nei confronti del perculato.😎
2) ho pazienza limitata, chi non accetta il lazzo (che in italiano potrebbe essere tradotto come “scherzo”) e si offende o, analogamente, usa l’ingiuria e l’offesa per sostenere le sue posizioni nei miei confornti, potebbe finire bloccato. Non per colpa sua, ma per la mia lungimirante esigenza di proteggere le mie comunicazioni in periodo di scarsa pazienza.
3) le mie comunicazioni aperiodiche potrebbero essere ancora più aperiodiche del solito, abbiate pazienza.
4) ho comprato un ampli per chitarra nuovo, e quindi potrei decidere di impegnare un poco del mio poco tempo libero su cose ben piu importanti che dissertare sulle vicende del globoterraqueo.
5) ricordatevi che il mio approccio “non ti considero cretino per le cose che dici, ma considero che dici certe cose perchè sei cretino” vale sempre anche e sopratutto per me stesso, figuriamoci per gli altri.
6) se non mi conosci, non sai la mia storia o le mie esperienze prima di fare commenti almeno va a vedere la mia bio, che non riporta tutto ma almeno un minimo dovrebbe farti capire chi chi parli cosi risparmiamo entrambi tempo ed energie.
7) se pensi che mi possa sentire intimidito per il tuo ruolo o supponenza, magari ti stai sopravvalutando un poco troppo, ma non per te… è che ho ben altre cose più impellenti di cui preoccuparmi.
8) se ti ho già bloccato (successo 2 giorni fa l’ultimo caso) non vedrai questo messaggio, ma eventualmente chiedi a qualcuno di leggertelo 😂🤣
9) Se non riesco a rispondere a messaggi o post in tempi accettabili è a causa dei punti 1-8.😋
10) comunque sia voglio bene e rispetto la maggior parte di voi, anche se non tutti 🤣😂😋
ed anche oggi ho fatto un decalogo, spero che Alessandro apprezzi lo spirito evangelizzatore che mi pervade.
Notice to sailors:
given the current in-progress war situation, pandemic residue, the workload, and my personal oncological and ontological condition (it is not a typo, they removed a colon cancer at the beginning of the year, but I don’t want to talk about it, and I too much to do) I drastically reduced the space for patience so:
1) I will try not to enter into the merits of current geopolitical and/or pandemic and/or socio-economic issues, except for the use, guaranteed by the constitution, of healthy irony and ill-concealed sarcasm in the face of blatant nonsense. So I do not exclude harmless percolations, which do not necessarily mean a negative moral judgment towards the percolated
2) I have limited patience; those who do not accept the joke (which in Italian could be translated as “joke”) and are offended or, similarly, use insult and offense to support their positions against me could end up blocked. Not his fault, but my far-sighted need to protect my communications in times of lack of patience.
3) my aperiodic communications could be even more aperiodic than usual, be patient.
4) I bought a new guitar amp, and therefore I might decide to spend some of my little free time on things much more critical than disserting on the events of the globe.
5) remember that my approach, “I do not consider you stupid for the things you say, but I consider that you say certain things because you are stupid,” is always valid also and above all for myself, let alone for others.
6) if you do not know me, you do not know my history or my experiences before making comments. At least go and see my bio, which does not report everything. Still, at least a minimum should make you understand who you’re talking to so we both save time and energy.
7) if you think I may feel intimidated by your role or arrogance, maybe you are overestimating yourself a little too much, but not for you … it’s just that I have much more urgent things to worry about.
8) if I have already blocked you (it happened two days ago in the last case), you will not see this message, but possibly ask someone to read it to you 😂🤣
9) If I can’t reply to messages or posts at an acceptable time, it is because of points 1-8.😋
10) however it is, I love and respect most of you, even if not all 🤣😂😋
and even today, I made a decalogue; I hope Alessandro appreciates the evangelizing spirit that pervades me.
#vaccatadellasera #quellidelfascicolop
Non sono un esperto di geopolitica, come non sono un esperto di pandemie e quindi mediamente mi asterrò dal fare commenti (pur avendo idee precise in merito) su quello che stà avvenendo in Ucraina cosi come non commento le vicende pandemiche.
Ma so che la guerra fa schifo, fa male e può anche ammazzarti, e so che farà soffrire persone che conosco e a cui voglio bene.
Non posso che sperare per il meglio.
I am not an expert in geopolitics, just as I am not on pandemics. Therefore, I will refrain from making comments (despite having precise ideas about it) on what is happening in Ukraine as I do not comment on the pandemic events.
But I know that war sucks, hurts, and can even kill you, and I know it will hurt people I know and love.
I can only hope for the best.
😔
#ucraina #ukraine #ukrainecrisis #ukraineconflict
Published on February 22, 2022
Spett Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Gentilissimo Prof Roberto Baldoni:
Mentre leggiamo gli sviluppi futuri della appena nata Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, noi che lavoriamo in questo settore da anni siamo presi da due fuochi contrapposti:
Intendiamoci, le colpe non sono interamente da afferire ai governi e le amministrazioni passate. Deficienze culturali e scarsa competenza sui temi della digitalizzazione sono piaghe non solo della PA ma di tutto il comparto produttivo italiano, che soffre, fatte le dovute eccezioni, di una arretratezza digitale strutturale.
Se davvero vogliamo avere successo in un percorso in cui la digitalizzazione diventi davvero digitalizzazione e non mera aggiunta di componenti digitali, spesso mal progettati, su processi analogici, se davvero vogliamo davvero introdurre l’accountability (che non vuol dire attribuzione delle colpe, ma “responsabilità” nel senso più alto: decisionale e di indirizzo), se realmente vogliamo che la sicurezza dell’informazione diventi una componente chiave nello sviluppo nel nostro substrato industriale e della pubblica amministrazione occorre mettere i piedi per terra ed affrontare la realtà.
La disproporzione tra il “percepito” e la “realtà” in cui l’Italia si trova in termini di coscienza e conoscenza digitale è molto elevata. E questo è legato a diversi aspetti prima citati, ma anche ad un approccio che è sempre stato legato ad una adesione “formale” e non “sostanziale” alle esigenze del paese.
Non si tratta delle solite lamentele di un gruppo di “nerd” slegati dalla realtà. Si tratta di problematiche concrete, che hanno anche colpito le capacità del sistema paese di competere da pari in un mondo ove l’informatica è oramai una conditio sine qua non.
Una incapacità di vedere che ci ha portati ad essere il terzo paese in termini di attacchi ransomware, mentre la consapevolezza digitale è ai livelli più bassi d’europa.
Gli stipendi e le possibilità di carriera sono solo uno degli aspetti per cui molti hanno dovuto o voluto trasferirsi all’estero.
La mancanza della percezione del “valore” della sicurezza informatica e della competenza ed esperienza richiesti è uno degli elementi, ma la mancanza di un mercato che punti sulla qualità ed il riconoscimento della importanza di tali competenze è un’altro fattore non trascurabile.
E su questi non si lavora solo in termini di “stipendio”. Già in passato si fecero tentativi, in altri settori, di far rientrare i cervelli con scarsi risultati. Questi rientrano solo se oltre al lancio momentaneo di programmi di corto respiro che possano fingere da “specchietto delle allodole” esiste una concreta volontà di creare un ambiente adatto alla loro permanenza.
Un ambiente che favorirebbe anche la crecita interna delle competenze che servono.
Mentre aspettiamo che arrivi il 2023 con il personale assunto dalla Agenzia, perchè questa sia di utilità reale e fattiva, e che possa incidere in maniera positiva sulle esigenze oramai non rimandabili del sistema paese occorre realizzare che non sono 300 esperti che rientrano o vengono assunti che potranno cambiare le cose.
Il paese, e la sicurezza informatica, non ha bisogno solo di Penetration Tester o Ethical Hackers, che pur essendo elementi importanti nel discorso della sicurezza informatica non ne coprono completamente tutti gli aspetti. Abbiamo bisogno di manager competenti, di strutture apicali che comprendano e sappiano valutare i rischi informatici con una prospettiva che tenga conto delle loro esigenze di business e delle necessità del paese.
Ma occorre anche capire che la creazione di queste risorse richiede tempi e attività che non possono venire da un approccio apicale che dia, in maniera astratta, indicazioni che poi non possono essere calate nella realtà.
Occorre immergersi nella realtà del paese e capirne quale sia il concreto livello di comprensione, maturità, competenza e necessità.
Non ho dubbi che, data la provenienza del dott. Baldoni, esistano già forti legami, ad esempio, col mondo universitario, ma questo non basta.
In questo senso il coinvolgimento delle associazioni di categoria in un virtuoso rapporto di scambio di informazioni che, da un lato, delinei le esigenze e dall’altro le difficoltà, sarebbe da auspicarsi come tavolo permanente di confronto.
E, altresì, sarebbe necessario aprire tavoli diretti con i vendor che fanno digitalizzazione e sicurezza al duplice scopo di avere un quadro chiaro di quali siano le esigenze da parte del paese in termini di sicurezza da trasmettere ai vendor, e quale sia il percepito dei vendor in merito a tali esigenze contestualizzati alle tecnologie correnti, trend di sviluppo, e, perchè no, anche suggerimenti ed esperienze.
Infine ci sono coloro che da anni lavorano alla sicurezza informatica anche qui in Italia, e che hanno maturato una esperienza ed una visione chiara di quali siano i limiti e le esigenze da indirizzare nel paese che potrebbero fornire ai 300 giovani e forti, all’agenzia ed al paese intero un supporto di comptenze ed esperienze che fin troppo è stato, se non trascurato, non valutato pienamente. Penso a persone che lavorano nei molteplici aspetti della sicurezza e che hanno competenze sui vari domini, ivi compresa compliance o aspetti di informatica legale.
In questo senso mi viene facile nominare #clusit, #aipsi, #aipsa ma anche altre associazioni che sul territorio da anni cercano di portare consapevolezza e conoscenza, penso ancora a ruota libera a eventi di valore assoluto come #HackIngBo.
Spett. Agenzia, se vogliamo che il vostro sia un esercizio non teorico ma un concreto supporto al paese occorre allora aprirsi sin da subito al paese stesso, e se è vero che vi sono risorse preziose che sono all’estero, è anche vero che non ascoltare i territori e le loro esigenze è un approccio che non può portare altro che alla compliance di carta e non alla reale e feconda collaborazione che sola può indirizzare le problematiche culturali e di conoscenza che in questo momento pongono il nostro paese in una non soddisfacente posizione in termini di sicurezza informatica.
Forse 300 persone, tra cui neolaureati, potranno mettere in moto il motore della agenzia, ma questa non inciderà nel paese se nel paese non porrà radici, ascolto e comprensione.
cordialmente
Antonio Ieranò
PS: grazie per chi ha avuto la voglia, la pazienza ed il tempo di leggere. In questo caso i commenti sono ben voluti, che è ora di rimboccarsi le maniche e mettere in moto il cambiamento.
Sono notoriamente contrario al termine SMART working, per diversi motivi, il principale dei quali è che si usa per fare riferimento al lavoro da remoto, o da casa, attività che di SMART di per se non ha nulla.
Considerando che SMART dovrebbe significare: Specific, Measurable, Achievable, Realistic, and Timely cosa centri con l’usare sistemi che consentano di fare meeting remoti via internet mi sfugge.
In compenso mi sono ben chiari i rischi di tale attività, e non parlo solo delle problematiche di cybersecurity o di organizzazione del lavoro.
Ma oggi vorrei puntualizzare un elemento cardine e chiave delle problematiche inerenti il lavoro da remoto: come capire quando si stà esagerando con meeting remoti? Vi do un indizio, guardate la mia foto di stamattina 😀
cuffie o aureola? (o entrambi?)
episodi precedenti:
Capiamoci.
Adoro Twitter, senza di esso probabilmente mi perderei un sacco delle stupidate che i social media offrono. Twitter è una sorta di indice delle scemenze che si trovano in giro, con il vantaggio di esacerbare gli animi in pochi caratteri, e permettendo di esprimere vette di ottusità, umorismo volontario ed umorismo involontario incredibili.
Ci trovi gli Hashtag più vari che ti aprono un mondo che non conoscevo. Da #draghistan a #dittaturasanitaria alle comparazioni con l’#Hanenpass, per passare al #NWO scopri che la storia, la fisica e la fisiologia sono solo dei termini vuoti, tutto può essere riscritto senza comprenderne il contesto (storico o scientifico poco importa).
Poi c’è quello del misuratore di temperatura che con i raggi ultravioletti cancella la memoria sul covid che ti fa capire perché ha senso una interfaccia sui social.
Sarò sincero dopo un giro sull’account non ho capito se ci è o ci fa. se ci fa è proprio bravo, ci si rotola dal ridere a leggerlo.
E devo dire che nei thread di risposta si colgono momenti di assoluta comicità.
Se la discussione rimanesse nei canali del divertimento, in effetti, sarebbe un momento di sollievo enorme. Purtroppo, molti ci credono, ci si incazzano, e diventano anche rabbiosi (se non pericolosi) e, cosa che mi angoscia anche di più, la stessa gente va a votare.
Se le basi del senso critico e della comprensione sono queste, si capiscono molte cose sugli sviluppi democratici di moti paesi.
sempre io
Ma Twitter (ripeto non ho Facebook, so di perdermi un sacco di contenuti succosi) permette comunque sempre di trovare messaggi divertenti.
La cosa negativa di questa polarizzazione però è che ha tolto di mezzo l’obiezione sensata in un senso e nell’altro. Siamo nella sfera del: sei critico del comunismo e quindi fascista.
Il che mette un poco in ombra le critiche che si possono fare (e ce ne sono invero) alla parte PRO.
Dalle app che tracciano le distanze in barba alla fisica delle onde elettromagnetiche
alla gestione discutibile del triage nei pronto soccorso, per non parlare del tardivo rendersi conto che la mancanza di un meccanismo di sospensione del cosiddetto Greenpass in caso di positività al virus è un problema che rende i controlli vacui, motivi di discussione ce ne sarebbero anche stati, ma il tutto passava non visto di fronte ad una comunicazione quantomeno fallace e un contenzioso basato su scemenze varie ed assortite (vedi sopra).
Ma che vi devo dire, dopo la seconda dose in qualche modo dovevo riempire il tempo e quindi Twitter era di conforto
Mi sono sempre sentito un po un alieno, non sempre riesco a capire il mondo. Voglio dire se una cosa non la so, non la so. Non è che leggere 2 cose su twitter mi rende edotto.
Ho passato una vita pensandola così, persino la costituzione me la sono dovuta leggere per poter capire commenti e cose varie. invidio chi invece, dotato di ampie vedute può limitarsi a leggere i titoli per capire.
Però questo mi ha spesso portato in un punto in cui non capivo le assunzioni degli altri. In piena pandemia, ad esempio, non ho mai capito perché tutti si stupissero dell’andamento non lineare, o del fatto che il virus muta.
Ancora non capisco perché si dice che il virus immunizza, visto che non è vero.
Ma evidentemente io devo avere dei geni già sbagliati in precedenza, un amico mi dice che sembra io sia uno di Alpha Centauri. Non ho mai capito se è un insulto o un complimento.
Se ho i geni sbagliati in partenza, magari il siero mutageno mi può aiutare. Ma completerà l trasformazione o mi renderà completamente umano?
La questione mi inquieta, per questo un giro giornaliero su Twitter mi permette di fare una rapida verifica. Fino a che troverò insensati gli scambi tra NO e PRO saprò di non essere, per fortuna, completamente umano.
Ho il terrore del giorno in cui leggendo certe perle sul “sangue nero come maionese”, o “il chip nelle vene” o i “disturbi sul segnale televisivo” le trovassi verosimili. Preferisco di gran lunga diventare un mutante, metaumano (l’altra metà non saprei).
Proprio perché non capisco le umane cose non ho capito previsioni basate sui desiderata e non sui fatti fatte anche da persone che dovrebbero saperne (non io ripeto, che sono pecora).
Ad esempio, io mi sono “doppiodosato” in agosto con la certezza che la strada per uscire dal covid fosse ancora lunga. Non foss’altro per la lezione impartita dalla precedente pandemia.
Ora la ondata di Omicron proprio proprio di sorpresa non mi colto: Insomma come aspettarsi che in inverno un virus che colpisce il sistema respiratorio e che gira mondialmente possa mutare e diventare più pernicioso. E che i vaccini perdano efficacia. Non si è mai visto…
ok magari si, con l’influenza che è malattia stagionale (casualmente invernale), aggredisce le vie respiratorie, virale della famiglia dei coronavirus, per cui si suggerisce vaccino ogni anno all’avvicinarsi della stagione di maggiore virulenza, vaccino che non dà l’immunità ma serve ad abbassare il profilo di rischio e serietà della malattia in particolare nella popolazione over 50, e che va riformulato sul ceppo specifico prevalente dell’anno.
Come solo immaginarsi che un altro coronavirus potrebbe comportarsi in maniera analoga, andiamo, impossible da prevedere.
Ecco magari se invece delle minkiate sulla dittatura sanitaria ci si fosse soffermati ad usare cervello e risorse mentali sulla prevenzione e preparazione, avrei rispettato di più a discussione…
Che poi discussione non è, per discutere occorre mettersi in gioco e soprattutto mettere in dubbio le proprie convinzioni.
Ma che te lo dico a fare
I mesi da agosto a dicembre, quindi sono stati di vigile attesa.
Purtroppo: nessuna attività paramagnetica, nessun 5G (ed è già tanto che da me prenda il 4G). nessun arto supplementare, nemmeno un minimo di ESP, telecinesi o metempsicosi.
Persino Apollonio, il fantasma di casa (o forse un poltergeist, mai chiarito fino in fondo), ha ridotto le sue manifestazioni.
Che sia stato vittima anche lui di covid?
Ma se il tuo fantasma, o manifestazione sovrannaturale di qualsivoglia tipo, si ammala di covid, occorre andare in quarantena?
E come glielo faccio fare il tampone?
Mentre il mondo andava avanti in qualche modo, io andavo avanti a Zoom e Teams, la mail diventava il primo mezzo di comunicazione e nelle conferenze online tutti avevano sempre un primo inizio di difficoltà ad interloquire.
Stando tanto zitti la articolazione dei suoni risultava stentata.
Confesso che non ho mai fatto uno zoom con camicia e mutande, ma maglione sopra e pigiama e ciabatte sotto…sì.
Tutto in casa uscendo il minimo possibile, spesa principalmente. In realtà essendo anche un orso asociale la cosa mi ha pesato relativamente, evitare il consorzio umano, visto quello che mostra di sé, magari non è neanche tanto male.
E poi ho Sky, Prime Video, Netflix, Disney+, Crunchyroll, YouTube …
Ma ho smesso di guardare il telegiornale, che palle questi numeri della pandemia, ma datemi qualche bella disgrazia, un omicidio, uno scandalo. I quotidiani ho smesso da tempo, non ne capisco la funzione per le cazzate faccio prima ad andare su twitter, è gratis e vedo anche le risposte divertenti.
In compenso i programmi fatti di riprendere a studiare le lingue, la chitarra, la tastiera o scrivere si sono arenati miseramente con la ronfata sul divano a fine ore di lavoro. Che invece di 8 sono sempre minimo 12, la bellezza del remote working o telelavoro (anche se io in TV non ci sono mai andato, credo).
Ho scritto di più nel 2022 che in tutto il 2021, e gran parte della colpa è questo sproloquio corrente.
Ma come descrivere un vuoto di mesi nell’attesa dell sua venuta? perché non avevo dubbi che sarebbe venuto, magari non sapevo il nome, ma che il picco era lì li ansioso di ritornare come dubitarne?
Ecco se posso fare una osservazione ai complottisti, se questo virus fosse sparito in un anno dopo un ciclo vaccinale, con un vaccino così poco “conosciuto” allora si avrei avito dei sospetti, quello sarebbe stato un comportamento irrazionale.
Ma siccome i complottisti considerano razionale l’irrazionale, ed irrazionale il razionale, razionalizzano in teorie irrazionali eventi altrimenti razionali… hmmm mi sono perso.
Comunque i conti non tornano, non tornano mai. MALEDETTI!!!
E ci siamo avvicinati a grandi passi alla fine dell’anno, è arrivato Omicron
Buffo, dare un nome quasi lo fa sentire umano, omicron: sicuramente straniero, viene dall’africa? dal sud africa, minkia più a sud dell’africa? lo sapevo clandestino… e nessuno ne vuole dire la religione…un caso?
Si inizia a parlare di terza dose.
Appena si può prenotiamo, anche perché prima ti togli la rottura di balle meglio è.
Ovviamente appena si può prenotare non tutti gli Hub sono aperto (prevedere gli sviluppi, perché mai) e quindi anche se prenoto prima della maggior parte dei miei colleghi ed amici faccio il vaccino dopo, con prenotazione a gennaio.
Sì perché solo dopo riaprono molti centri vaccinali. Vabbè oramai.
Un altro po’ di stare in casa.
La speranza, non detta, è che ci facciano quello precedente, il Pfizer. E che cavolo se non mi ha trasformato almeno che mi facia l’effetto dell’altro farmaco simbolo della casa farmaceutica. Sempre trasformazione miracolosa sarebbe alla mia età.
Comunque io un po ci spero ancora. che di mescolarmi con molta di questa umanità non è che proprio mi entusiasmi. Poi ci penso, per fortuna Twitter o Facebook, o Telegram o quelli li più rumorosi rimangono una minoranza. Notevole, rumorosa ma una minoranza.
Che poi uno se lo dice per non farsi prendere dallo sconforto.
Dai che domani è Natale
Eufemisticamente, lo so che è già passato, dai anche tu cerca di fare uno sforzo di astrazione: se sei arrivato sin qui dovresti essere in grado di estraniarti dal tempo e dallo spazio…
mi sa che col prossimo finisco
Segue dalla puntata precedente: La Trasmutazione?
Sull’onda della memoria cerco di ricordare.
All’inizio era in TV come una notizia piccina, minore. Sembrava che alcuni tizi a Wuhan (altro nome di fantasia) una città in un posto lontano lontano, avessero consumato una zuppa di pipistrelli e pangolini vivi (su cosa sia un pangolino ho ancora dubbi in effetti) e si fossero ammalati.
Roba lontana, e poi chi mangerebbe un animale così carino?
Insomma, una di quelle notizie che fanno folclore e permettono a noi di decantare al mondo la superiorità culinaria e quindi culturale.
Una di quelle pirlate tipiche nostrane, sai tipo che schifo i giapponesi mangiano pesce crudo, come se da noi non si facesse. E ma nel nostro caso è diverso (?).
Un giorno farò menzione di quali è stata la prima cucina considerata patrimonio dell’umanità, e poi anche la seconda…
Un aiutino?
1.Cucina messicana
2.Dieta mediterranea
3.Keskek turco
4.Cucina francese
5.Washoku (cucina) giapponese
6.Kimchi della Corea del Sud
7.Birra belga
continua su: https://www.cookist.it/pizza-e-non-solo-gli-8-cibi-riconosciuti-dall-unesco-patrimonio-intangibile-dell-umanita/
torniamo a noi, anzi a loro
Una malattia tra le tante che ultimamente fanno il salto animale-uomo (che comunque rimane un’animale)
Insomma “morbo mucca pazza”, “aviaria”, “peste suina”, “chi non beve con me peste lo colga” tante e poi puff spariscono…
Ed invece no, questa roba inizia a diffondersi.
Si, ma figurati se arriva fino a noi
Ed invece ci arriva.
E iniziano ad ammalarsi, e iniziano icori delle tifoserie tanto care all’italico stile: c’è coviddi, non c’è coviddi.
Nascono persino influencer sull’onda.
Di tutto questo contorto chiacchiericcio ricordo solo una coppia di turisti cinesi (nazionalità fittizia ovviamente) infetta, e il gridare assurdo all’anatema dei ristoranti cinesi ove questi due poveretti avrebbero potuto portare il morbo.
Andiamo! Davvero?
Poi a pensarci bene, se fosse stato il contrario, si un turista italiano medio all’estero cerca di mangiare nei ristoranti italiani. Curioso come sembra stupido se associato agli altri e non a noi.
La caccia all’orientale è un sentimento sopito ma mai sparito da noi. So che non ci piace sentirlo ma razzismo e diffidenza verso Giapponesi prima e Cinesi poi è una cosa reale che ho vissuto per motivi familiari, se poi vogliamo raccontarcela dicendoci che sono casi isolati va bene, certo che ci sono un casino di casi isolati, almeno il 25 – 30% della popolazione.
I casi di malattia aumentano, i morti aumentano, gli ospedali si riempiono, il lock down (ma perché un termine inglese?), la paura aumenta. Questo è il contesto in cui arrivano i vaccini e decido che mi faccio vaccinare.
L’unico spiraglio di divertimento in questo periodo sono quei simpatici mattacchioni delle giacche gialle che urlano contro le mortali mascherine.
Sull’utilità della mascherina è lecito avere perplessità, soprattutto se la porti al gomito o lasci il naso libero, ma che sia causa di tanti morti ho qualche dubbio. Se così fosse i Giapponesi sarebbero tutti morti, visto che la portano in inverno come atto di rispetto verso il prossimo.
In Giappone se hai il raffreddore vai in giro con la mascherina per evitare di contagiare il prossimo. Una forma di cortesia sembrerebbe e di educazione civica.
Chiaro che da noi non si comprende neanche a cosa serva la mascherina anzi la si vive come una violazione della libertà individuale (?) da parte di gente che fino a 15 minuti prima non aveva nessun interesse su questo concetto né comprensione dei 2 termini “libertà” ed “individuale”.
Non cito educazione civica e cortesia per evitare strali da “coloro che hanno capito” (io sono pecora ricordate?).
Ma i Gilet gialli sono una simpatica diversione, con personaggi curiosi e divertenti, macchiette e cercatori di visibilità, pescatori di consensi e semplici trascinanti (quelli che in qualcosa si devono pur mettere).
Certo non li guardi per stimolare un dibattito serio ed intelligente.
Poi I gilet Gialli, quelli della “dittatura sanitaria”, Qanon, NOVAX, complottisti, movimenti politici si mescolano ed iniziano un sobbollire una zuppa di insensatezze che impedisce anche a chi voglia fare della critica sensata di essere ascoltato.
Ma si sa la ragione sta in chi urla più forte.
La scelta tra vaccino si e vaccino no per me non si pone, visto le mie limitate capacità cognitive, la mancanza di fede, il fatto che non sono né epidemiologo né virologo ne ho Facebook mi fido del poco di scienza che trapela (e che posso capire con le mie limitate capacità cognitive) oramai tra e grida PRO e NO e le comparsate dei nuovi tuttologi (medicina spettacolo).
La unica vera controindicazione al vaccino sembra essere legata ad un gruppetto di ULTRANOVAX che propone sesso solo a chi non si inietta, visto che gli altri non sono più umani. Gruppo cui appartengono anche donne.
o il conteggio degli anticorpi? o si fidano della parola?
Mi rendo conto che non avendo Facebook (faccialibro in italiano) mi perdo un sacco di assurdità, cattiverie, scemenze e via dicendo. Ma all contempo mi sembra che tutto ciò sia un ottimo motivo per non averlo.
Ma torniamo alla seconda dose.
Dopo aver tristemente constatato sulla mia pelle che non sono 5G compatibile, paramagnetico e mi sono giocato il sesso delle ultime umane la vita continua nella nuova accezione.
Stai a casa
Nel frattempo, la, ora so come si chiama, pandemia continua il suo corso infischiandosene del corso degli umani pensieri. Le immagini delle casse portate dai camion militari rimangono scolpite persino nella mia memoria da pesce rosso.
In TV continua la querelle di quelli del “dura tre mesi”, quelli del “con l’estate sparisce tutto”, quelli del “non credo nella terza ondata” insomma quelli del: ma la storia delle pandemie non ti hanno insegnato proprio niente vero?
Questo fatto che non si impara dalla storia è una seccatura. L’ultima pandemia, la “spagnola” era legata ad un corona virus sottotipo di quello della influenza, non si tratta di milioni di anni fa o di medioevo, correva il 1918 anche se probabilmente il virus iniziava a distribuirsi già prima grazie ai movimenti bellici.
Per gli amanti delle curiosità anche se si chiama spagnola, non iniziò in Spagna (che anzi rimase relativamente protetta) ma ottenne questo nome perché i primi a parlarne furono i giornali spagnoli che avevano meno vincoli di censura durante la Prima guerra mondiale, sempre per gli amanti delle curiosità un virus uguale o analogo probabilmente era apparso anche nella Cina meridionale nel 1917.
Fece milioni di morti la spagnola, dovrebbero insegnarlo a scuola. Ripetto alle crisi precedenti assunse una rilevanza mondiale anche per la maggiore facilità di spostamento delle persone nel mondo. dal 1918 al 2020 questa facilità è aumentata vertiginosamente e quindi la possibilità di allargare l’infezione.
Sì, perché apparentemente da quella lezione i nostri governanti hanno appreso poco o nulla. E se allora le tecnologie di monitoraggio erano rudimentali se non inesistenti, anche oggi non si scherza, almeno a giudicare come si considerano e presentano i numeri.
E poi se torniamo ad una altra epidemia che decimò la popolazione europea, la peste del medioevo, a esempio, vediamo come le misure introdotte siano state più o meno analoghe a quelle di oggi.
Se è vero che i NOVAX e i complottisti sono fuor di ragione, anche gli altri non scherzano mica.
Vediamo che succede alla prossima pandemia (perché una prossima pandemia è questione di quando, non se).
Non ho Facebook, ma per fortuna ho Twitter e quindi mi tengo informato sulle modifiche che dovrei vedere legate alla mia trasformazione in metaumano.
C’è un po di tutto, devo dire, ma nulla di coerente o definitivo. Leggo ovviamente di morti legate al vaccino che superano quelle del covid, ma sono ancora vivo (almeno credo) e quindi o sono già un metaumano o posso nutrire dubbi. Leggo di arti multipli, ma il conteggio mattutino mi conferma che sono sempre gli stessi.
Aspetta e le squame? Soffro di psoriasi (malattia di mia invenzione) da anni, la desquamazione della pelle la ho, certo è precedente al vaccino, ma dopo il vaccino … continua come prima …un caso? ecco la prima mezza prova della trasformazione.
Se non ci fossero i social io tutte queste cose non le saprei, e magari penserei che fosse la psoriasi di prima. Che mi stia trasformando in un reptiliano?
E ancora s’è fatta l’una, vado a nanna e continuerò poi.
Parte uno di boh
NOTA: questo è un post di finzione, non si tratta di un trattato o di un articolo ma di una cronaca immaginaria fittizia e semiseria. Ogni riferimento a cose, persone, eventi e date è assolutamente involontario, ma chiunque si sentisse offeso leggendo il pezzo può fare 2 cose: non leggerlo o preoccuparsi seriamente della propria capacità di comprensione. Se invece non piace rientra nel naturale corso delle cose.
l’autore che sarei io
Ok, magari Kafka aveva ragione e la gente cambia anche in qualcosa d’altro che non è umano.
Intendiamoci non sono un NOVAX, anzi trovo che per il 99.99% le loro opinioni e teorie siano basate sul nulla, per il 99.99% i loro modi siano inurbani e per il 99.99% abbiano il senso dell’umorismo di un paramecio (con rispetto per i parameci, ovvio). Non tutti alcuni, pochi, hanno obiezioni sensate, e si può discutere sulle valutazioni di esposizione al rischio, altri non hanno le basi di comprensione di come funziona la scienza e non si può far loro una colpa.
Trovo anche, contestualmente, che l’acredine che copre il discorso NOVAX-PROVAX e PROVAX-NOVAX sia la dimostrazione che l’estinzione della razza umana sarebbe probabilmente il male minore.
Purtroppo, anche tra i PROVAX spesso l’ardore censorio si accompagna ad una assoluta incomprensione di scienza, matematica e statistica. Per passare un velo pietoso su idiozie come l’app immundi (nome fittizio di fantasia, questa app non esiste), ed io che cerco di spiegare che un sistema è sicuro solo se è sicuro nel suo complesso e mi vedo dire (leggo) che non capisco nulla (concordo) che è un software perfetto anche se magari il sistema al contorno non lo è (sigh).
Del resto, sostengo da anni che il 97% dell popolazione mondiale ha torto e che l’intelligenza è una qualità intensiva e non estensiva, come a dire 1000 pirla non fanno uno intelligente.
Insomma, siamo di fronte ad un confronto di atti di fede e come tali difficilmente soggetti ad analisi critica.
Certo però che le teorie complottistiche degli ultimi anni fanno passare i terrapiattisti per fini matematici e fisici, dimostrando come il senso critico sia, appunto, criticabile.
Queste cose non le posso scrivere sui social, un po per motivi di marketing, un po perché poi c’è gente che si offende, ed un po perché la fine intelligenza artificiale delle piattaforme social è incapace di riconoscere ironia e contesto, e i fini auditor che sovraintendono alle decisioni fallaci della AI hanno lo stesso identico problema di comprensione linguistica, semantica e contenutistica, insomma non ci capiscono un cazz….. (lo so sono troppi i puntini di sospensione, licenza artistica, ok?)
Quindi come spiegare quello che mi accade?
Di vaccini ne ho fatti, e probabilmente ne farò. Sono cosciente che ogni vaccinazione comporta un certo livello di rischio, così come sono cosciente che nessuna vaccinazione rende immuni. Ma del resto neanche le cinture di sicurezza danno la garanzia di non ammazzarsi a seguito di un incidente automobilistico e sono una costrizione (fisica per altro) della nostra capacità di movimento.
E so che i vaccini possono dare effetti negativi, anche se io un autista non lo ho mai avuto a seguito della vaccinazione, e se i NOVAX si offendono per la battuta, beh peggio per loro 🙂
Lo confesso non ricordo la prima vaccinazione, e poco le altre, tutto sommato non ricorderei neanche questa se non ci fose un continuo rimbombare sul fatto che una serie minoritaria, ma rumorosa, della popolazione sostiene che non sono più un essere umano, ho dei nanochip (metteteveli dei microchip in vena se riuscite) nel sangue che mi controllano, morirò a breve di una malattia terribile, sono diventato magnetico (paramagnetico), sono una pecora (e qui non vedo l’aspetto negativo visto chi vi si contrappone), ho il sangue che sembra maionese nera, il grafene nel vaccino serve a controllarmi come una macchinina e cose del genere.
Estate, Caldo, Agosto.
Vediamo, ricordo che ho parcheggiato, ho fatto la coda, ma era breve e ben gestita, sai quelle col numerello che al supermercato, al banco carne e salumi, tutti fanno finta di avere quello che chiamano anche se il loro è 10 numeri più avanti? Solo che qui a parte chi non ne capisce l’uso sembra funzionare.
Il mio turno. Mi dirigo in una stanzina ove trovo un giovin dottore con computer, i fogli precompilati mi dice subito che non servono e che mi rifa lui le domande. Comprensible il data entry così è più efficiente e io non posso dire che non so rispondere alle domande, le ho avute pria dell’esame, magari fosse stato così al poli.
Insomma, mi hanno fatto delle domande abbastanza inutili e poi dopo un accordo formale e sostanziale mi hanno inoculato un liquido in una spalla, la sinistra se ricordo bene (e dove altrimenti …).
Siccome la mia spalla non era di silicone, né io sono dentista, non posso che supporre che tale liquido sia finito nel muscolo e da li diffuso.
Non sono un medico, non mi occupo di fisiologia umana, non sono un virologo, immunologo, epidemiologo, salcazzocheesertologo quindi come dal muscolo al resto del corpo il vaccino si sia mosso, e la relativa eziologia, lo lascio alla scienza e agli esperti del facebook-twitter university. Posso solo raccontare la mia esperienza personale che, come tale, è parziale e condizionata dalle mie esperienze percettive, cognitive emotive.
E sì perché, se non lo sapete ve lo dico, tutta la nostra comprensione del reale dipende da come noi interpretiamo la realtà, persino i nostri sensi sono mendaci, e la nostra percezione è dovuta ad una rielaborazione di questi in lassi temporali che rendono la stessa percezione una proiezione arbitraria nel futuro di quello che viviamo.
E tutto quello che comprendiamo è filtrato da questa interpretazione (che altro è dalla realtà), dalle nozioni che abbiamo e dal nostro sistema di valori di riferimento. Sistema di valori che ci indica anche quali siano i razionali cui la nostra fede si appoggia nella comprensione delle cose.
Traduco, la verità che trovate su Twitter o Facebook è tale per voi perché fate un atto di fede sulla fonte. Atto di fede più o meno razionale a seconda del vostro livello di comprensione e di approfondimento della fonte stessa, e soprattutto in funzione della aderenza al vostro sistema di credenze (ed in alcuni casi anche di scaffali).
In barba alla critica, anzi, la eventuale critica, opponendosi alla verità, è per sua essenza “malevola” e quindi da combattere.
Figuriamoci, se queste sono le premesse una discussione che consideri entrambi i punti di vista è impossibile, del resto chi ha la verità difficilmente la mette in discussione, semplicemente cerca di “evangelizzare” la parte avversa che o si converte o va moralmente condannata.
Ah, sì la punturina e via, dopo 15 minuti di noia assoluta in attesa del nulla si torna a casa.
Effetti collaterali? apparentemente nessuno, ma ho fatto la prova del cucchiaino e della moneta, siccome non rimanevano attaccati ho sospettato che l’iniezione non fosse corretta (maledetti).
Poi mi viene il dubbio se le monete si attaccano alle calamite, maledetta fisica vuoi vedere che sono diamagnetiche? … ed il cucchiaino? niente provo a casa dopo aver testato con una calamita se la cosa viene attirata dal magnetismo.
Ora capisco che tutti questi effetti di cui ho letto magari richiedono un poco di tempo, e poi ci sono diversi giorni per la seconda dose, magari è come la colla a 2 componenti, se non metti la seconda non si fa l’impasto adesivo…
Comunque mi tengo monitorato, la sera verifico che non appaiano bozzi luminescenti, protrusioni (mi piace la parola e la uso, quindi?) o modificazioni evidenti. Del resto, io un po su questa cosa che il vaccino ti trasforma in qualcosa di non umano un po ci conto. Insomma, non è che l’umanità stia dando grande prova di se nel secolo dei lumi tecnologici.
Magari ci guadagno in saggezza, consapevolezza e …
Ma niente, che delusione.
E neanche l’uso di mascherine colorate, con personaggi di Myazaki mi aiuta, sarà per la perdita di mascolinità e marzialità provocata da colori vivaci e disegnini? Chiederò ad Ares lumi in proposito (sulla marzialità almeno), oppure a Giorgio Tsoukalos (che di marziani se ne intende, lui).
Nel frattempo, aspetto.
Mica ho messo a caso la immagine con 2 siringhe prima.
E venne il giorno della seconda dose, pieno di speranza mi reco all’hub vaccinale (ma gli hub non erano in disuso sostituiti dagli switch? – battuta per nerd network-informatici).
Tutto si replica come nella prima volta, e ancora una volta la delusione mi assale.
Questa volta avevo una rondella di ferro testata con una calamita, non poteva sbagliare. Per altro utilissima anche per sostituire la moneta da un euro quando prendi il carrello al supermercato.
Niente ancora una volta non va, la mia frustrazione cresce col tempo… essere magnetici ha una sua utilità se ci pensate, se fate carpenteria o semplicemente avete viti e chiodi non si perdono e sono facili da gestire.
Ma non mi perdo d’animo a casa ho uno scanner wifi che riconosce anche il 5G, così posso controllare almeno quello. Vivo in provincia di Pavia (nome di fantasia) in pieno digital divide, a me internet va piano che è un pianto, se va. Mi avrebbe fatto comodo.
Niente ancora, maledetti tutte promesse e poi nulla che si avvera. Secondo me è una congiura dei poteri forti che vogliono monetizzare internet.
Intanto sento di amici e parenti che si ammalano, ma sicuramente è tutto finto perché su twitter ho letto un post che riportava il pensiero di @stokazof (luminare, scienziato, navigatore e santo, premio nobel per facebookismo) che dice che questa pandemia è curabile con abluzioni di candeggina per via rettale.
Oddio poi non è che quelli che suggeriscono gli antibiotici per combattere un virus stiano messi meglio. Ma non sono un calciatore, né un motociclista e neppure un tennista, che ne so.
In compenso le statistiche in TV non le capisco.
Colpa mia che cerco un senso nei numeri.
sempre il sottoscritto
Intendiamoci, mentre per lo più vengono presentati a caso trovo difficile fare una qualsiasi correlazione: se la malattia dura 15 giorni possibile che nessuno colleghi il fatto che i grafici di infetti e deceduti deve tenere presente questa finestra temporale?
Per fortuna sui numeri sia PRO che NO hanno un approccio leggero e soave. Del resto, la matematica è una opinione (vero) ed opinabile, e poi magari va a finire che un utente medio deve pure capire una statistica. Statistica…statistica a chi? che l’ultima volta che ho provato a piegare il concetto di campione significativo a momenti mi linciano.
ok, è tardi e devo andare a dormire…continuo prossimamente in: La Trasmutazione? 2