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lunedì 17 novembre 2014

E se facessimo un condono fiscale?

L’italia è un condono continuo, basta che vi siano distorsioni varie e si fa un bel condono. Condoni edilizi e fiscali sono storicamente un fenomeno elettorale, ma mi sorge una domanda: cui prodest? A chi giova?

Non tutti i condoni sono uguali, e non tutti i condonati lo sono.

Condonare la chiusura di un terrazzino di servizio è diverso dal condonare una villa a 3 piani a ischia. e va da se che la esigenza di chi ha fatto il piccolo “abuso” è discutibile, non è certamente giustificabile quella del grande abuso.

Ma a chi serve un condono?

Questa è una buona domanda, il condono, a seconda di come lo si fa, può avere bersagli e risultati diversi. Recentemente un dirigente della agenzia delle entrate al tg di sky discuteva della moralità dei condoni, comprensibile visto che i suoi guadagni dipendono, o quanto meno dovrebbero dipendere,  dalla lotta alla evasione.

Se il condono è fatto per motivi elettorali, è sicuramente discutibile, ma può il condono venire incontro a situazioni difficili?

Mi sentirei di fare una proposta per venire incontro alle persone in difficoltà ad esempio in questo periodo di forte crisi economica, con forti pressioni anche legate agli eventi climatici recenti.

  1. Un condono fiscale organizzato nel seguente modo:
  2. Una sospensione totale dei pagamenti per chi è soggetto ad alluvioni, terremoti o disastri naturali.
  3. Una sospensione dei pagamenti arretrati per tutti coloro che hanno debiti effettivi con lo stato nell’ordine di somme inferiori ai 10000 euro (intendo il debito reale, al netto di balzelli, imposte, multe e interessi), con relativo annullamento (qui sta il condono) delle sanzioni anche per le operazioni già notificate, con la eventuale conversione dei versamenti delle sanzioni per coprire i debiti pregressi.
  4. La rateazione delle somme dovute per i soggetti di cui sopra in 2 anni minimo con decorrenza dalla ripresa della capacità reddituale del soggetto.
  5. Una modifica operativa per la agenzia delle entrate e concessionarie di riscossione associate con l’obbligo di effettuare il 70% delle attività di controllo, verifica e riscossione per cifre dovute all’erario superiori ai 50000 euro, e a scalare in fasce per cifre inferiori.

Lo scopo, ovviamente, è quello di dare fiato ai piccoli risparmiatori, famiglie, partite iva e piccoli esercenti ed artigiani che faticano a far quadrare i conti e spesso si trovano a subire il colpo di grazia da parte dello stato, dall’altro, attraverso la rimodulazione degli obblighi di equitalia, dare una sterzata decisa verso la grande e non la micro evasione.

Sarei curioso di sapere quali sarebbero le obiezioni ad un tale intervento, aiuterebbe molti piccoli. La copertura finanziaria? Sarebbe proprio il punto 5 a fornirla, facendo finalmente fare allo stato il lavoro che dovrebbe fare.

Lo so sono un utopista.

ciao

Antonio

 

 

 

 

venerdì 24 ottobre 2014

Ho paura della legge di stabilità

Diciamolo, questa volta la legge di stabilità, nota in passato come finanziaria (perche con questa lo stato si finanziava?), ci mette in apprensione.

Non si tratta della stangata, che tutti ci aspettiamo in una maniera o nell’altra, ma di come questa colpirà le nostre attività.

Leggendo i giornali sembrerebbe di capire, ad un non esperto come me, che ci si aspetta di operare su 3 aree distinte:

1) tracciamento di tutti i pagamenti, rendendo l’uso dei contanti una frazione minima delle transazioni.

2) aumento delle accise e dell’iva per compensare gli sgravi di tasse

3) una nuova stretta per quello che riguarda la lotta alla evasione.

dal mio punto di vista il punto 1 può rappresentare una seccatura, ma non incide in maniera pesante sulle mie abitudini, ma vorrei capire come faranno a gestirla persone come mia madre che tutt’ora hanno i tremori di fronte ad un bancomat. … Già ma loro sono anziani, cosa ci frega a noi giovani (sic).

Per venire in contro alla categoria degli attempati  comunque si sposta avanti il pagamento delle pensioni cosi l’inps ci guadagna in valuta mentre loro ci perdono in salute (per non considerare quisquilie com gli affitti e le scadenze di inzio mese).

Ma ancora una volta perchè preoccuparsi di queste sciocchezze di fronte al bene più grande del paese.

Il punto 2 è un classico, ci aspettiamo aliquote IVA fino al 25,7%. Il discorso dell’aumento dell’va è un vecchio adagio, il fatto che ad ogni aumento ci sia un calo dei consumi tale da rendere non solo inutile l’aumento in termini di flusso di cassa ma addirittura di provocarne un calo è lettera morta. Gli esperti economisti della pubblica finanza sanno usare bene la calcolatrice e non si preoccupano di queste quisquilie.

C’è da dire che il calo dei consumi non può continuare in eterno, e che se gli economisti hanno stimato bene le cose avranno calcolato che arrivati al fondo del barile ogni aumento ulteriore di iva non potrà che far aumentare gli incassi perchè si è già arrivati al minimo livello di acquisti per la sopravvivenza.

Mi spiego:

se io ho 100 da spendere magari ne uso 50 per le cose indispensabili e 50 per le cose “futili”.

Ad ogni aumento dell’iva posso far calare le cose futili, ma non posso contrarre piu di tanto le spese indispensabili (tipo cibo, riscaldamento….). Ora se io aumento l’iva, ad esempio potrei dover spendere 49 nelle cose indispensabili ma solo 30 nelle futili. Il calo di 21 punti però potrebbe essere tale da annullare l’effetto dell’aumento dell’iva a causa della contrazione dei consumi.

Oora se aumento ulteriormente l’iva più volte contraggo sempre piu la parte futile e meno la parte indispensabile, supponiamo di arrivare allora ad un punto in cui ho contratto a 45 la parte indispensabile e a 5 la parte futile, un ulteriore aumento di iva potrebbe anche portare la parte futile a 0 ma non potendo contrarre ulteriormente la parte indispensabile della spesa ecco arrivare i tanto agognati aumenti di incasso per l’erario.

Certo in questo modo si è ammazzata l’economia, ma queste sono sottigliezze di fronte al bene più grande.

Il punto 3 è un atto di doverosa giustizia sociale se non che…. come viene fatta in italia la lotta alla evasione?

C’è stato un momento in cui lo stato italiano decise che era immorale e non etico procedere al sequestro di case di proprietà, mobili e strumenti lavorativi in caso di contenzioso fiscale. la idea era che il recupero da parte dello stato non poteva arrivare al punto di rendere impossibile o danneggiare il livello minimo di vita del cittadino.

Insomma bloccare la attività lavorativa, privarlo del domicilio…che stato si macchierebbe di tali nefandezze?

Per fortuna l’agenzia delle entrate per evitare di dover incorrere in tale increscosa attività si trovò coadiuvata da un nuovo soggetto, equitalia, che aveva meno vincoli in questo senso e quindi poteva operare più efficacemente (qualcuno, io no ovviamente, potrebbe dire in barba all’etica e alla morale?) procedendo anche al sequestro di immobili di residenza e strumenti di lavoro.

Ora questo fatto, apparentemente ininfluente, ha una valenza strategica enorme; le statistiche della sofferenza dello stato nei confronti di chi deve pagare le tasse dicono che la maggior parte di questo credito appartiene ad un numero relativamente esiguo di grandi evasori, mentre una minoranza è divisa su una grandissima fetta della popolazione. La ragione per cui tanti piccoli contraggono debiti con lo stato potrebbe essere l’alto livello impositivo e la crisi economica ma, diciamolo, perchè andare cosi per il sottile?

Ora supponiamo che la differenza sia dell’ordine 70% il capitale in carico ai grandi evasori e 30% in carico ai piccoli…con chi si muove equitalia e l’agenzia delle entrate? Ma ovviamente con il 30%.

La ragione è abbastanza semplice: mentre chi detiene il 70% dell’evaso è comunque abbastanza ricco ed esperto da poter muovere avvocati ed alimentare un lungo contenzioso il 30% di solito si trova nella condizione di non potersi neanche permettere la copertura legale per un contenzioso con lo stato. Come risultato colpire nel 30% risulta molto più facile. Certo questo significa alimentare una maggiore quantità di azioni piccole per lo stato, ma spesso devastanti per il piccolo contribuente. Ma via dura lex sed lex no?

Ora se sei un dirigente di equitalia sarai misurato indipendentemente dalla origine dei recuperi  ma solo dalla sua quantità (pecunia non olet, alla faccia dell’etica) e quindi ti muoverai di conseguenza sparando nel mucchio, peccato se qualcuno ci lascia le penne.

Va da se che questo potrebbe portare ad un ulteriore impoverimento del tessuto sociale, ma la colpa non è di nessuno. Mi sembra di ricordare che una volta qualcuno parlò di evasione di sopravvivenza, e un alto dirigente non ricordo se di equitalia o dell’agenzia delle entrate chiosò con un “se è vero che esiste una evasione di sopravvivenza, gli evasori sono comunque parassiti”; si potrebbe obiettare, mi io mai lo direi, che parassita è una entità che consuma le risorse dell’ospite sino ad ucciderlo, il che assomiglia molto a quello che fa equitalia, ma ripeto io mai sosterrei una cosa del genere.

Certo si potrebbe invece pensare ad un simbionte, che vive delle risorse dell’ospite dando in cambio del valore indispensabile per questo, come la nostra flora batterica, ad esempio, che ci è indispensabile per vivere. Ma uno stato così sarebbe una chimera utopistica …

Quindi ricapitolando la nuova legge di stabilità potrebbe portare da un lato tagli fiscali alle imprese, ma come controparte la uccisione della gran parte della capacità economica del paese. Insomma le imprese potrebbero anche tornare ad assumere, ma se nessuno può comprare…..

Ora il problema è solo marginalmente la partita finanziaria, se ci fosse ad esempio una indicazione che il recupero fiscale sarebbe fatto al 90% sul 70% mancante e il rimanente 10% sul 30% a scalare per valore di evasione (dal più grande al più piccolo, insomma) con possibilità di sospensione o rimodulazione del debito per chi abbia problemi economici si potrebbe fare un sospiro di sollievo, se gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni fossero dati solo a chi presenta un saldo positivo di assunti (evitando quindi il fenomeno della sostituzione della forza lavoro per approfittare della detassazione) si potrebbe pensare ad una manovra che effettivamente cerca di aumentare l’occupazione… ma di tutto questo io non ho sentito nulla, mentre sento dell’aumento dell’IVA e delle accise (su cui per altro paghiamo l’iva).

Dato che il paese negli ultimi 20 anni non mi ha dato motivi per essere fiducioso, posso mostrare segni di leggera inquietudine e dire che continuo ad evere paura?

 

Ogni commento è benvenuto.