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giovedì 25 aprile 2019

25 Aprile e democrazia

Ok OKsono vecchio lo so. premetto non sono Comunista (non che ci veda qualcosa di mostruoso) e non sono neanche cattolico (per la cronaca sono agnostico, per chi sa cosa significhi…) e neanche, per ovvi motivi, cattocomunista, quindi perchè trovo fastidioso che non si rispetti il significato del 25 Aprile?

Che cosa è questo 25 aprile? la festa della liberazione dal giogo nazifascista… cosa significa?

Beh cerchiamo di capirci forse qualcuno se lo è dimenticato ma l’italia del dopoguerra nasce da una dolorosa guerra civile tra chi difendeva un regime autoritario e dittatoriale, alleato con regimi altrettanto autoritari e dittatoriali, le cui costruzioni politiche molto ricordano i nazionalismi e destrismi “de noartri…” (scritto in finto romanesco per il beneficio di quei simpatici ultra laziali che in piazzale Loreto hanno dato ampia dimostrazione del loro livello intellettivo).

in una guerra civile tra due parti una ha vinto (quella che lottava per la demcrazia) l’altra ha perso.

Ebbene il 25 aprile non è una festa apolitica o neutra, è una festa in cui si festeggia festosamente la fine della dittatura fascista! Se non mettiamo questo puntino sulla “i” tutto viene messo in una luce non corretta. Ed in Italia il fascismo non è qualcosa astratto, ma un qualcosa esplicitamente indirizzato dalla nostra costituzione come cosa negativa, tanto e vero che non si puo ricostituire come partito e è reato la apologia del fascismo e via dicendo.

La questione non è secondaria, la nostra democrazia è fondata sulla nostra costituzione (siamo un repubblica costituzionale per la cronaca) che è stata scritta da antifascisti ed è intrinsecamente antifascista. Questo significa che non accettare lo spirito antifascista del 25 Aprile è di fatto intrinsecamente contrario alla essenza stessa della nostra repubblica.

Democrazia non significa che chiunque puo dire quello che vuole, ne che chi vince le elezioni ha diditto di fare, in nome del popolo, qualunque cosa. Nel momento preciso in cui si accetta e giura di servire a costituzione e la repubblica italiana, le sue istituzioni ed il suo popolo non si puo precidere dalla costituzione e dall’antifascismo. Per altro una veloce lettura per la comprensione ed il rispetto del dettato costituzionale sarebbe utile prima di partorire proposte come la flat tax che fanno a pugni con il dettato costituzionale che richiede la contribuzione non egualitaria ma proporzionale… vabbeh

Ma l’idea che vi sia il rispetto del dettato costituzionale in termini formali e sostanziali diventa difficile di fronte a certe esternazioni come quella pasquale del buon Luca Morisi

MI sembra corretto commentare il 25 aprile con queste osservazioni:

  1. capitano, inteso come colui che conduce, insomma duce? chiedo scusa ma la similitudine è troppo facile. se proprio devo scegliere un soprannome per il soggetto della foto direi che mi piace piu quella super eroistica di “cazzaro verde” (Copyright di Vauro se non ricordo male), quella di capitano mi inquieta per saperne di piu sui soprannomi del nostro vi consiglio
  2. il riferimento ad elemetto ed armi suona ancora vagamente preoccupante, probabilmente il buon Morisi si immagina una gioiosa marcia su Roma, aspetta la ho gia sentita da qualche parte questa…
  3. Certo che, mio caro Morisi, se vuoi difendere il tuo capitano alla guida del suo esercito con elmentto e armi e lo fai con questo commenti e queste immagini … non mi tranquillizzi certo.

Intendiamoci, tutti posso pensarla a proprio modo, farsi beffe di dati concreti, ma ci si aspetterebbe che almeno figure istituzionali avessero quel minimo livello di decenza di rispettare il loro ruolo e il 25 Aprile.

Insomma W l’Italia, W la nostra costituzione, W il 25 Aprile e W l’antifascismo.

OK poi mi si incazzano quelli che considrano il 25 una festa divisoria ma mi scappava di scrivere.

mercoledì 30 maggio 2018

Cosa conta e cosa no

  • Quelli che abbiamo vinto, perso, pareggiato le Elezioni,
  • Quelli che abbiamo e non abbiamo un Governo,
  • Quelli che ci salva Salvini,
  • Quelli che Di Maio lo sa,
  • Quelli della opposizione costruttiva
  • Quelli che siamo amici inseparabili ma fino a un certo punto
  • Quelli che comunicano la propria rabbia su twitter (non ho Facebook scusatemi),
  • Quelli del colpo di stato presidenziale,
  • Quelli che è tutta colpa dell dell’euro,
  • Quelli che sono i tedeschi che ci odiano,
  • Quelli della maledetta finanza globale,
  • Quelli che i figli dello spread,
  • Quelli che il debito pubblico puo crescere a dismisura,
  • Quelli che se taglio un euro di tasse ne ottengo 2,
  • Quelli che prima commento poi leggo l’articolo,
  • Quelli che prima è il presidente poi è un mascalzone poi torna ad essere il presidente,
  • Quelli che se non la pensate come noi non siete italiani e siete traditori,
  • Quelli che la colpa è dei comunisti,
  • Quelli che la colpa è dei fascisti
  • Quelli che …

… sarebbe un bellissimo momento per uno come me che di solito ama discutere su tutto.

  • potrei ricordare che il debito italiano è in mano solo al 30% agli stranieri e quindi noi muoviamo lo spread più dei tedeschi,
  • potrei ricordare che per dettato costituzionale spetta al presidente e solo a lui nominare il presidente del consiglio,
  • potrei ricordare che con un analfabetismo funzionale che supera il 50% chiedere alla gente di esprimersi sull’euro è come chiedergli di risolvere una equazione differenziale,
  • potrei ricordare cosa si sono detti dietro i vari politici dei vari fronti,
  • potrei ricordare che mentre abbiamo alla luna il mondo va avanti anche senza di noi indipendentemente da quello che pensiamo

potrei…

Ma confesso che il tutto al momento mi sembra abbastanza sterile e persino noioso. Sarà perché mia figlia e malata e venerdì la ricoverano che vedo le cose sotto una altra luce.

Non mi arrabbio e alzo gli occhi al cielo con rassegnata sufficienza quando sento bestiate sulla costituzione, attacchi a figure istituzionali, pirlate economiche ed idiozie politiche.

Non mi arrabbio neanche più quando devo confrontarmi con la PA rapace e vampira capace di comminare multe e balzelli superiori alla mia (e non solo) capacità reddituale (questo si alla faccia del dettato della costituzione sia dal punto di vista etico e morale, abbiamo una PA legata alla etica dello statuto albertino e continuiamo allegramente a occuparci di altro … vabbeh …)

In altri tempi mi sarei indignato di fronte a Di Maio, Salvini, Renzi, Berlusconi, Meloni e compagnia assortita. In altri tempi mi sarei indignato per il poco rispetto dei ruoli e delle figure istituzionali, in altri tempi mi sarei indignato per gente con titoli di studio e\o onorifici che dicono bestialità sul nostro ordinamento costituzionale.

Oggi ho altro per la testa, preferisco dire che tutto questo abbaiare alla luna mi sembra lavoro degno di chi abbaia.

e chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri in roulotte.

a presto

a

 

martedì 5 gennaio 2016

Apple, l'evasione fiscale e gli strani conti della Agenzia delle Entrate

52568c24e240b502dc9c33c846cdefde_XLProbabilmente non sono un genio della finanza, e mi mancano gli strumenti cognitivi base per capire certe finezze, ma mi sorge un dubbio:

Se una azienda come apple evade, secondo lo stato italiano, 880 miloni di euro in tasse, come mai puo sanare la cosa pagandone solo un terzo, 318 milioni?

Perchè invece a me le cartelle arrivano con gli importi almeno quintuplicati tra more, multe, penali e cose del genere?

Intendiamoci non sono un sostenitore della evasione, ma sostengo che chi non riesce a pagare, avendolo vissuto sulla mia pelle, e vivendolo tutt’ora, dovrebbe essere aiutato a coprire il suo debito nei confronti dello stato, prima che punito. L’aiuto deve essere contestuale: importi e tempi di rimborso devono essere fatti in funzione delle reali possibilità del soggetto.

Senza questo aproccio, che in Italia per i piccoli non è, nei fatti, previsto, notificare una cartella ad un disoccupato equivale a dirgli:

“fottiti o va da un cravattaro a me interessa solo che paghi”.

Il soggetto in questione, anche se in debito con l’erario, viene trattato come un criminale incallito, ne sia esempio il linguaggio delle cartelle. Tecnico certo, di quel tecnicismo che ti ricorda come tu non sia nulla e loro siano tutto….

Se invece se evadi milioni allora tutto cambia, certo in quel caso puoi permetterti avvocati e risorse cui un disoccupato o un dipendente non possono accedere.

La giustizia è uguale per tutti, ma diciamo che per alcuni è più uguale (o almeno con percorsi facilitati e con grossi sconti).

Provate ad intavolare questo discorso con un funzionario di equitalia o delle agenzie delle entrate e sentirete a quale alto uffizio si sentono chiamati….

Ma torniamo alla nostra amica mela e alla sua evasione….

Ora se veramente Apple ha evaso quei soldi, e l’accettare un compromesso mi fa pensare che sia cosi, non capisco perchè possa limitarsi a pagare un terzo del malloppo, è una certificazione che rubare in grande è consentito e lecito.

Sembra che l’agenzia delle entrate dica: se riesci a farla franca abbastanza per superare una certa cifra, allora ci spartiamo il bottino….

Per noi mortali invece c’è l’invio della pratica ai picchiatori di equitalia (volevo scrivere vampiri, ma non mi sento di insultare cosi la categoria dei figli di dracula).

A dire il vero esiste una seconda possibilità, che Apple non abbia evaso, e abbia acettato di pagare per evitare ricatti e ulteriori cause da parte della Agenzia delle Entrate, un comportamento in puro stile mafioso di cui, a dire il vero, si vocifera ogni tanto …

Oppure potrebbe essere un mix di entrambe le cose, ma in ogni caso non ci facciamo una grande figura come sistema paese.

Stiamo certificando che l’illegalità, se sufficientemente grande, viene gestita in maniera amichevole dal governo italiano e dalla sua amministrazione pubblica e, con una modica spartizione, tutto finisce a tarallucci e vino.

Magari è una strategia volta a invogliare gli investitori a venire nel nostro paese, venite che tanto qui se rubi abbastanza non ti fanno niente.

Purtroppo in questo senso l’accordo con il fisco non sana la posizione processuale dei manager che lo scorso marzo hanno ricevuto un avviso di garanzia emesso dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Adriano Scudieri. Si tratta dell’ad di Apple Italia, Enzo Biagini, del direttore finanziario Mauro Cardaio e del numero uno di Apple Sales International Michael O’Sullivan. Secondo gli inquirenti, Apple Italia è “una struttura svincolata rispetto alle attività ausiliare svolte dalla società residente, che svolge una vera e propria attività di vendita sul territorio per conto di Apple Sales International”. Di conseguenza deve (dovrebbe) appunto pagare le tasse in Italia.

Aspettando la fine dei procedimenti verso i manager Apple, viene da chiedersi se verrà usato con loro lo stesso metro usato dal fisco, se colpevoli gli si darà una pacca sulle spalle ed un rimbrotto?

Resta l’amaro in bocca, quello che risulta evidente è come la Agenzia delle Entrate sia sempre forte coi deboli e debole con i forti, una tradizione nella amministrazione pubblica italiana inossidabile ed immarcescibile.

Nella migliore delle ipotesi siamo vigliaccamente proni a favorire i grandi evasori rifacendoci sulle fasce piu deboli della popolazione, nella peggiore siamo colpevoli di comportamenti mafiosi.

inizamo bene il 2016

A.

Canone RAI in bolletta, altra cavolata all'italiana?

canone-rai-in-bolletta-2Ok oramai è risaputo che non sono uso lodare le italiche virtù, sopratutto legate alla gestione ed amministrazione della “res Publica”. Fortunatamente non manca momento che il governo, di qualsiasi colore esso sia, e la amministrazione dello stato non diano ampio supporto a questo mio sconfortante senso di frustrazione.

Oserei dire che ha ragione Crozza quando presentava la Inc. Cool 8, sembra che sia questa infatti la origine di tutti i procedimenti, tasse, balzelli regole, leggi e leggine che vigono nel nostro paese.

Ultima in ordine temporale la geniale trovata secondo cui il canone RAi verrà pagato nella bolletta della corrente. La assunzione qui è, ovviamente, legata al fatto che secondo l’illuminata girisprudenza statale esiste un rapporto 1:1 tra possessori di un contratto sulla energia elettrica ed il possesso di un televisore.

Il canone deve pagarlo chiunque detiene un apparecchio atto od adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive. Fin qui nessun cambiamento. La novità, pessima, è che si presume la detenzione dell’apparecchio nel caso in cui esiste “un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica”.
Se non è vero, per superare questa presunzione, dovrete presentare un’autocertificazione all’Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino I – Sportello S.A.T. La dichiarazione ha validità per l’anno in cui è stata presentata. Ossia, ahimè, dovrete ripresentarla ogni anno

Anche ammettendo che sia vero che il soggetto possessore di un televisore coincide con l’intestatario del contratto, non posso fare a meno di avere alcune perplessità sul meccanismo e su come questo verrà implementato. La bolletta della elettricità è gia un coacervo di astrusi termii di difficle comprensione per un essere umano senziente normale, aggiungere un nuovo termine non fa che aumentarne la ridicola astrusità.

Mi vengono spontanei dubbi, ad esempio, la tassa sarà fuori comapo iva o verrà allegramente aggiunta l’iva alla tassa? (non mi stupirei ne sarebbe la prima volta). E se uno cambia gestore dell’energia elettrica? Si vedrà recapitare la richiesta di pagamento due volte? (non mi stupirei neanche di questo a dire il vero).

Senza contare i casi di chi ha un canone intestato ad un familiare e la elettricità ad un altro… A questo punto perchè non agiungere in bolletta anche un contributo SIAE come quello er i supporti digitali ed altre geniali tasse assortite?

Ma per tirarci su il morale, essendo il canone una Tassa, dobbiamo aspettarci che per ogni errore che verrà fatto ci saranno sforzi molteplici della ineffabile “Agenzia delle Entrate” e del suo subdolo braccio armato “equitalia” per rendere il tutto scivoloso,vischioso e pericoloso; ovviamente per noi non per loro. Cosi nel caso non siate possessori di un televisore non fate autocertificazioni anticipate, ossia prima che vi arrivi la richiesta indebita del pagamento del canone Rai. La dichiarazione di non detenere apparecchi, infatti, deve essere resa nelle forme previste dalla legge, con modalità da definirsi con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate. Si spera che, con la bolletta, sia anche allegato un modellino apposito per l’autocertificazione che eviti al consumatore dichiarazioni incomplete. In ogni caso dovete aspettare, senza mettere le mani avanti, anche perché difficilmente la vostra letterina sortirebbe gli effetti desiderati, vista la mole di banche dati che già dovranno incrociare.

Come sempre fare lavori pasticciati complicando le cose, invece che semplificarle, è una costante classica della amministrazione pubblica italiana le cui nefandezze, mancanza di sensibilità, inefficenza e assenza di senso civico, non mi stupiscono mai.

Iniziamo bene il nuovo anno, complimenti.

ciao

A.

 

martedì 29 dicembre 2015

Update: Amazon Italia, più Italia che Amazon (anche grazie ad SDA)

Update (30 Dec 2015):

 

finalmente SDA si è degnata di venire a ritirare il collo e la presa è stata effettuata alle 3 (non come indicato da amazon la mattina, ma insomma non siamo troppo pignoli). Almeno questo è stato fatto.

th (5)Amazon o non Amazon?

Non avrei mai creduto di scrivere un post come questo, ma non averei mai creduto neanche di vivere una simile esperienza con Amazon Italia.

Sono un cliente Amazon da lunga data, e cliente amazon era mia moglie prima di conoscermi. Abbiamo sperimentato Amazon in tutte le sue forme, da piccola startup americana, alle prime branch in europa.

L’azienda si era sempre distinta per un impeccabile servizio alla clientela, una attenzione che la poneva a livelli impensabili in italia. Un po come IKEA aveva rotto un circolo vizioso che in questo paese porta a considerare il cliente un po come colpevole a prescidere.

Servizio clienti ed attenzione sono fondamentali nel mercato online, fanno parte della credibilità di una azienda.

Il mio rapporto con Amazon ha iniziato ad avere i primi scricchiolii con la apertura di Amazon Italia. Intendiamoci non si tratta di Amazon per se, all’inizio, ma alcuni sfortunati incidenti di consena che coinvlgevano i corrieri locali. casualmente i problme piu grossi avvenivano quando il corriere in questione era SDA. th (6)Un caso? Mah … In ogni caso il servizio clienti aveva sempre prontamente risolto spesso reinviando la merce quando spariva “misteriosamente”.

Arriviamo a quest’anno.

Si dice una volta, un caso, due volte una coincidenza, tre volte ….

 

come in ogni Natale Amazon è il nostro provider preferito, efficenti, ottimo rapporto qualità prezzo, e quindi ci affidiamo sempre volentieri, salvo che quest’anno non tutto è andato come pianificato.

 

Prima volta (un caso…): I piatti

capita talvolta di voler regalarsi un piccolo sfizio a tavola, noi lo volevamo fare un un simpatico set di piatti natalizi. una cosa carina da usare in casa al posto del solito servizio di tutto l’anno. Troviamo su amazon un economico servizio natalizio e lo ordiniamo.

peccato che questo arrivi in un imballo quantomeno fantasioso. la scatola originale viene messa in una scatola grande circa il doppio, come imballaggio protettivo interno un pezzo di carta da pacchi abbastanza aprossimativo. Il collo originale si trovava quindi a navigare allegramente all’interno della scatola, senza nessuna indicazione del tipo “fragile”.

Capisco che sotto natale non si voglia limitare la lbertà di movimento di alcuni poveri piatti, ma il prezzo di tale libertà è larrivo di un servizio di cocci al posto dei piatti. dal momento che sono piatti natalizi e li vorremmo sotto natale avvertiamo subito il servizio clienti.

Il servizio clienti amazon italia è gentile, tutti ti danno del tu (?) e ci concordano subito una nuova spedizione. Purtroppo i piatti non sono in quel momento disponibili, ma l’operatore ci dice che se ne occupa lui, termine il 21 se ci sono li manda se no ci avverte.

Tutto fantastico, amazon che servizio…. certo l’imballaggio faceva schifo, ma un errore ci stà…. comunque l’operatore ci dice che verrà fatto presente al dipetimento di competenza il problema di imballo.

In effetti un nuovo invio avviene prima del 21 … peccato che …

Seconda volta (una coincidenza) regali consegnati?

Fare i regali sotto natale è un lavoro a tempo pieno, sopratutto trovare quello corretto per i ragazzibimbi. andiamo natale deve essere anche il momento delle sorprese, e cosa c’è di megio di un regalo inaspettato e gradito? Caso vuole che troviamo anche un regalo per un nipote. Luogo di spedizione, Cinisello Balsamo, provincia di milano. Persona destinata al ritiro la mia mamma, ottantenne e depositaria dei regali per la nipotanza, dal momento che vive in un condominio con portineria.

Dal tracking risulta il realo consegnato, vettore SDA, ma guarda un po nessuna traccia del pacchetto in questione. Eppure il vettore dice che il pacchetto è stato ritirato con tanto di firma, peccato che il ritiro sembra avvenuto non a Cinisello…. Se fossi uno sospettoso direi che qualcuno ha pensato bene di fr sparire un pacchetto, nel enorme numero di pacchi natalizi che girano, chi si accorge di uno piu o in meno.

Peccato il pacchetto arrivasse da UK, e il servizio clienti amazon ci avverte che no ci sono i tempi tecnici per poter riordinare ed avere il pacco in tempo per natale.

vabbeh, incidenti….

vediamo se arriva in ritardo, ma arriva…

Terza volta (finite le coincidenze ed il caso rimane ….) il laptop

la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissmo

proprio sotto natale si rompe un laptop, che serve per lavoro. Occorre una sostituzione rapida, andiamo su Amazon facciamo una rapida ricerca come windows 10 e troviamo un modello di HP economico nell’elenco che sembra fare al caso nostro.

OK è nostro,click e compra….

arriva persino in anticipo, e li ci accorgiamo ….

che il laptop è dotato di freedos (dannazzione nella descrizione mi era sfuggito), e che dopo un giro rapido su internet non è nemmeno compatibile con windows10. Uff probabilmente un problema nei filtri di ricerca, capita che i prodotti in elenco non siano compatibili con quello che cerchi… avrei dovuto stare piu attento (?).

Ok nessun problema, basta chiamare il servizio clienti ed esercitare la opzione di recesso…. un diritto in fondo.

Chiamiamo e non ci venfgono fatte osservazioni, ma immediatamente organzzato il ritiro della merce.

All’arrivo in Amazon ci verrà restituito l’importo pagato.

Corriere indicato SDA.

Quarta volta (oramai sospetto ci sia del dolo …) i piatti 2 la vendetta

Arriva il nuovo pacco con i piatti, vettore SDA.

Il pacchetto è piu piccolo ed appare danneggiato, siccome non c’è scritto il contenuto lo ritiro. Dentro ci sono ancora i piatti, rotti…. l’imballo piu piccolo è stato fatto con la medesima cura del primo invio, ma in una scatola di dimensioni inferiori. cosi i piatti viaggiavano meno, ed in effetti non sono tutti rotti come nel primo caso. Incomincio a sospettare che si tratti di una cosa voluta, come i marron glaces in pezzi… forse l’idea è avere un puzzle di piatti da montare….

Non sto neanche a chiedere il rimborso o il cambio, mi limito a notificare ad Amazon Italia che non comprerò mai piu piatti o cose fragili da loro. altri negozi online sono in grado di fare imballaggi seri, evidentemente inAmazon Italia il corso di imballaggio di colli fragili non è ancora stato istituito.

Quinta volta (ma io imperterrito mi fido, non posso far altro …) Il ritiro del laptop…

io aspetto il ritiro, ma nessuno si fa vivo, ne avverte. passati i termini chiamo amazon per speigazioni …

ci scusi non abbiamo ricevuto notifica dal corriere, che faccio?

nessun problema rischedulimao la presa 

Sesta, settima, ottava volta e ancora aspetto ….

Ancora soo qui che aspetto, a distana di u mese, che venga SDA a ritirare il collo. si sempre SDA. Siamo a 5 tentativi (il prossimo è scedulato per il 30).

Ovviamente il fatto che si continui a reitare un meccanismo che non funziona appare del tutto normale ad Amazon Italia, che stolidamente continua a utilizzarlo, incurante dei risultati, ed io devo aspettare un corriere che non passa. Del resto cosa vuoi che sia, io vivo per aspettare SDA (sempre loro), e secondo le regole di Amazon per ogni presa devi aspettare il giorno concordato e, se non avviene, il girono successivo, doppo di che loro capiscono che il corriere non è passato.

SDA, del resto, evita accuratamente di dare false speranze dicendo che passa, semplicemente non chiamano, salvo poi vedere sul sito di Amazon che il ritiro è avvenuto …. (?). un po come le consegne fantasma … ci sono anche i ritiri fantasma….

Ogni richiesta di spiegazione o lamentela è stata abilmente rimbalzata da Amazon Italia, con i gentilissimi ma inutili operatori del servizio clienti, e la assoluta ed assordante assenza di presa di responsabilità da parte del management di Amazon Italia, che si dimostra veramente italiana nello spirito del servizio al cliente.

Non cito il servizio clienti SDA perchè non esiste, non c’era e se c’era dormiva….. del resto se dovessi scegliere un corriere mai userei SDA, data la qualità del servizio offerto.

io continuo ad aspettare che ritirino l’oggetto sperando di ottener eun rimborso che, in teoria, sarebbe nei miei diritti.

nel frattempo non posso non fare alcune considerazioni:

  1. Alla fine della esperienza devo dire che la mia opinione su Amazon è molto cambiata, e non in meglio
  2. Dopo un giro di chiacchiere con conoscenti, parenti ed amici devo riscontrare che l’esperienza Amazon + SDA è traumatica per molti, e quando SDA è coinvolta il numero di problemi si moltiplica
  3. un salto su forums, blog e cose del genere conferma questa “eccellenza” in negativo di SDA
  4. ancora aspetto che ritirono il laptop

Concludendo

Vediamo come finiranno le cose, ma devo dire che un mito mi si è sbriciolato sotto gli occhi. Spero che non tutti abbiano lo stessa esperienza che ho avuto io.

Continuerò a fare acquisti su Amazon, anche amazon Italia, ma il livello di fiducia si è notevolmente abbassato, e non so quanto tempo occorrerà per vederlo tornare ai livelli precedenti.

Continuerò a non usare SDA se mi serve un corriere, va bene tutto ma sarebbe autolesionistico fare altrimenti.

Mi spiace per il regalo che non è arrivato per tempo, un bimbo ha pagato una inefficienza altrui (per fortuna è abbastanza grande e non crede più a Babbo Natale)

Buon Natale e Buon anno anche a Amazon ed SDA

Antonio.

 

giovedì 20 novembre 2014

1830 morti in prescrizione

http://gty.im/94245984

Cancellata la pena di 18 anni per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, accusato di disastro ambientale, che dice: “Nel processo diritti violati, a Torino teoria del complotto”. Ma il pm Guariniello rilancia: “Non è un’assoluzione, adesso apriamo il capitolo omicidi”. In fumo tutte le provvisionali I familiari delle vittime in Aula gridano: “Vergogna”. Chiamparino: “Profonda indignazione”

Voglio andare controcorrente, la sentenza non mi scandalizza, al contrario la trovo coerente col disastrato impianto generale della giustizia in Italia.

Disastro ambientale, una accusa che meriterebbe un giudizio invero assai più rapido di quello che abbiamo avuto.

Lo scandalo è nel fatto che questa vicenda si trascina dal 1986 (siamo alla fine del 2014, parliamo di 28 anni) e il problema non è di mero abbruttimento di una zona, ma di contaminazione con una sostanza altamente cancerogena che, ad oggi, ha provocato solo a casale monferrato 1830 morti, per un totale di oltre 3000 nel nostro paese.

Non ho letto il dispositivo della sentenza, ne credo che lo leggerò, ma se le motivazioni date dalla cassazione sono legate, come sembra, al termine dei termini di prescrizione si tratta della ennesima sconfitta del nostro sistema giudiziario.

Personalmente trovo più corretto in questi casi dividere la attività giudiziaria in 2 tronconi: il disastro ambientale da un lato, e la strage dall’altro, perchè 3000 vittime non possono essere non considerate strage.

Ma trovo francamente ridicolo che nel 2014 si inizi a parlare di possibile causa per omicidio, non perchè non si debba fare, ma perchè andava fatto molto prima.

Ancora una volta non ci saranno colpevoli, ma solo vittime ( persino Stephan Schmidheiny si atteggia a vittima di un sistema giudiziario che lo ha, in realtà, salvato grazie alle sue inefficienze), ancora una volta non ci saranno responsabili ne dal punto di vista etico ne da quello morale, perchè i dirigenti legati alla vicenda eternit non credo si sentano in alcun modo responsabili, e Schmidheiny ha chiaramente espresso il suo pensiero in tal senso. Anzi secondo lui un risarcimento andrebbe dato alla sua società vittima di accanimento giudiziario.

Casale è una deliziosa cittadina, la conosco, mia figlia ci andava a studiare danza, una deliziosa cittadina che non ha finito di pagare il suo tributo di morti per questa vicenda, una vicenda che non ha visto ad oggi una degna conclusione ma solo il fomentare per l’ennesima volta dolore e costernazione di fronte ad un sistema Italia che continua a cadere a pezzi di fronte ai nostri occhi.

E non si tratta di rivedere i termini di prescrizione, si tratta del fatto che non si possono costringere delle persone ad aspettare 28 anni per avere una parvenza di giustizia per poi sentirsi dire: abbiamo scherzato, è passato troppo tempo e quindi non possiamo giudicare.

28 anni sono la vera cifra di questa vergogna, e anche se cosi non sarà, vorrei che nella sentenza della cassazione fosse spiegato perchè e per colpa di chi ci sono voluti 28 anni per arrivare ad un nulla di fatto, mentre la gente continua a morire.

Antonio

 

lunedì 17 novembre 2014

E se facessimo un condono fiscale?

L’italia è un condono continuo, basta che vi siano distorsioni varie e si fa un bel condono. Condoni edilizi e fiscali sono storicamente un fenomeno elettorale, ma mi sorge una domanda: cui prodest? A chi giova?

Non tutti i condoni sono uguali, e non tutti i condonati lo sono.

Condonare la chiusura di un terrazzino di servizio è diverso dal condonare una villa a 3 piani a ischia. e va da se che la esigenza di chi ha fatto il piccolo “abuso” è discutibile, non è certamente giustificabile quella del grande abuso.

Ma a chi serve un condono?

Questa è una buona domanda, il condono, a seconda di come lo si fa, può avere bersagli e risultati diversi. Recentemente un dirigente della agenzia delle entrate al tg di sky discuteva della moralità dei condoni, comprensibile visto che i suoi guadagni dipendono, o quanto meno dovrebbero dipendere,  dalla lotta alla evasione.

Se il condono è fatto per motivi elettorali, è sicuramente discutibile, ma può il condono venire incontro a situazioni difficili?

Mi sentirei di fare una proposta per venire incontro alle persone in difficoltà ad esempio in questo periodo di forte crisi economica, con forti pressioni anche legate agli eventi climatici recenti.

  1. Un condono fiscale organizzato nel seguente modo:
  2. Una sospensione totale dei pagamenti per chi è soggetto ad alluvioni, terremoti o disastri naturali.
  3. Una sospensione dei pagamenti arretrati per tutti coloro che hanno debiti effettivi con lo stato nell’ordine di somme inferiori ai 10000 euro (intendo il debito reale, al netto di balzelli, imposte, multe e interessi), con relativo annullamento (qui sta il condono) delle sanzioni anche per le operazioni già notificate, con la eventuale conversione dei versamenti delle sanzioni per coprire i debiti pregressi.
  4. La rateazione delle somme dovute per i soggetti di cui sopra in 2 anni minimo con decorrenza dalla ripresa della capacità reddituale del soggetto.
  5. Una modifica operativa per la agenzia delle entrate e concessionarie di riscossione associate con l’obbligo di effettuare il 70% delle attività di controllo, verifica e riscossione per cifre dovute all’erario superiori ai 50000 euro, e a scalare in fasce per cifre inferiori.

Lo scopo, ovviamente, è quello di dare fiato ai piccoli risparmiatori, famiglie, partite iva e piccoli esercenti ed artigiani che faticano a far quadrare i conti e spesso si trovano a subire il colpo di grazia da parte dello stato, dall’altro, attraverso la rimodulazione degli obblighi di equitalia, dare una sterzata decisa verso la grande e non la micro evasione.

Sarei curioso di sapere quali sarebbero le obiezioni ad un tale intervento, aiuterebbe molti piccoli. La copertura finanziaria? Sarebbe proprio il punto 5 a fornirla, facendo finalmente fare allo stato il lavoro che dovrebbe fare.

Lo so sono un utopista.

ciao

Antonio

 

 

 

 

sabato 1 novembre 2014

Expo 2015 MiIano: e se poi ce la facciamo?

Deutsch: Logo Expo 2015
Logo Expo 2015 (Photo credit: Wikipedia)

Si, si ce la facciamo. Riusciremo a finire tutto per l’expo 2015, tralasciando al massimo qualche piccolo ammenicolo o particolare.

Se si ce la facciamo sono sicuro, nonostante gli scandali, nonostante l’andrangheta, nonostante le ruberie e la corruttela.

Si si ce la facciamo, nonostante tutto.

Ma la cosa non è ragione di soddisfazione o di italico orgoglio, anzi, secondo me se alla fine ce la facciamo ci sarebbero ottimi motivi per essere seccati, per dirla in maniera elegante.

Perchè?

Proprio perchè si sono superate tutte le vergognose magagne di cui sopra, ed alla fine si è fatto tutto ancora una volta in emergenza, con costi non chiari e responsabilità che, a dire poco, danno perplessità.

l’Expo 2015 è l’ennesima dimostrazione dei disfunzionamenti del sistema italiano nel suo complesso., e la dimostrazione sarà ancora più stridente se si riuscirà a finire tutto per tempo, perchè significa che realmente buttiamo via capacità per la insulsa connivenza con malaffare, malapolitica e stolido menefreghismo.

Se davvero tutto sarà finito per tempo allora significa che tutto poteva essere fatto in tempi e modi  molto piu comodi e, probabilmente, con costi più bassi. Altro che esempio delle grandi capacità italiane, un esempio dello scempio che in Italia si fa del lavoro e delle professionalità pur esistenti, in nome di una vergognosa inettitudine gestionale e insensibilità colpevole della popolazione, cioè di tutti noi.

Rimangono aperte su Expo altre domande… finita la struttura sapremo gestirla? e cosa succederà alla fine di expo, l’ennesima cattedrale nel deserto? Milano saprà dare una immagine di se che non sia quella di una triste e grigia città industriale? E quanti episodi imbarazzanti dovremo contare, dai prezzi gonfiati a ristoranti e negozi, ai taxi che richiedono cifre esorbitanti…( andiamo tutte cose già viste in passato, e non solo in presenza di eventi, basta essere stranieri).

Nulla di positivo quindi? Spero di no, magari alla fine come la fenice risorge dalle ceneri riusciremo a imparare un poco della lezione ed iniziare a cambiare in meglio.

Comunque io come visitatore ci sarò, perchè come direbbe l’Onorevole Crozza-Razzi l’Expo è bello 🙂

giovedì 30 ottobre 2014

E se i tedeschi non si fidassero di noi?

differenzeultimamente sembra che la germania sia la colpevole di tutti i mali, la ostinata caparbietà con cui si ostinano a perseguire il rigore in un momento di crisi sembra quasi ottuso.

Perchè i tedeschi non vogliono politiche economiche più flessibili?

Perchè questa ostinazione che rischia di piegare ulteriormente la nostra economia?

Non sono in grado di dare giustificazione economica, ne in un senso ne in un altro, ma ultimamente un sospetto me lo sono fatto: non è che l’opinione pubblica tedesca, e quindi i suoi governanti, non si fidano di noi?

se è vero che scelte economiche non espansive rischiano di comprimere ulteriormente i consumi e rendere piu faticosa, se non impossibile, la uscita dal tunnel della crisi economica, mi viene da pensare che i tedeschi temono di più che una maggiore apertura della esposizione finanziaria dei paesi come l’Italia porti non ad un miglioramento della economia ma un miglioramento della, scusatemi il termine, ruberia.

In effetti se guardiamo l’italia dagli occhi di un tedesco, non gli si può dare proprio torto: negli ultimi 20 anni la nostra economia è stata sempre in calo, mentre le spese dello stato sono aumentate esponenzialmente.

Ma a fronte di un aumento delle spese i servizi non sono aumentati ne in quantità ne in qualità, ou contraire vi è stato un continuo e costante degrado delle prestazioni dello stato.

In compenso sempre nello stesso lasso temporale la nostra immagine internazionale si è offuscata anche grazie ad una classe politica che faceva del gossip e delle brutte figure la bandiera. Del resto siamo noi ad avere in parlamento un soggettino come l’onorevole Antonio Razzi a capo della commissione esteri del senato.

E non si creda che la battuta sul Kapò di Silvio Berlusconi fatta nei confronti di Martin Schulz al parlamento europeo abbia migliorato la nostra immagine.

E che dire dei continui scandali, si veda la divertente epopea di Expo a Milano tanto per citarne una…

La cosa che agli occhi di un tedesco però risulta piu indigesta è il fatto che sembra che l’opinione pubblica italiana invece di stigmatizzare questi comportamenti li giustifichi e se ne compiaccia.

Non è che in germania, intendiamoci, non esista corruzione, stupidità o altre delizie. La differenza più grossa è che li se un politico ruba anche poco e viene scoperto, viene stigmatizzato dalla pubblica opinione e dal suo stesso partito, mentre da noi si grida al martirio e si cerca di giustificare l’ingiustificabile.

Non si tratta però di stolido bigottismo, come potrebbe affermare il buon Giuliano Ferrara durante una delle sue arringhe pro Berlusconi, ma di senso dello stato ed etica del medesimo.

Se la ci sono politici che si dimettono perchè hanno usato i punti della carta fedeltà della compagnia aerea maturati con i voli di stato, da noi non ci si dimette neanche davanti ad una condanna in primo grado. Questo per i nostri amici d’oltralpe è incomprensibile.

Come incomprensibile è come possiamo permettere ai nostri politici o dirigenti di dire cose imbarazzanti o comportarsi in maniera non consona. Insomma ce lo vedete il presidente della federazione calcio tedesca fare le stesse affermazioni di Carlo Tavecchio senza dimettersi?

Morale, etica, onestà, serietà. Sono questi gli elementi che sembrano mancare nel nostro rissoso, inconcludente, ferito paese.

Allora agli occhi di un tedesco, dare vincoli più laschi per l’indebitamento dello stato significherebbe, in Italia, dare il via a nuove ruberie e mal gestioni.

Questi soldi andrebbero, per loro, non a favorire la ripresa della economia, della occupazione e dei consumi, ma ad ingrassare i soliti noti che farebbero quello che hanno fatto negli ultimi decenni: asciugare le risorse dello stato per i propri interessi. E siccome il debito dello stato lo comprano gli stati esteri, ed il primo acquirente è la Germania…..

Insomma l’impressione è che il contribuente tedesco non voglia alimentare, con i suoi soldi, una classe dirigente (politica e non) corrotta e collusa con la criminalità o, nel caso migliore, inetta.

Ora prima di levare gli scudi ed iniziare a cercare i difetti tedeschi dovremmo osservare che, tutto sommato, il modello tedesco ha reso i tedeschi più ricchi di noi, con servizi migliori, con un costo della vita più basso (nonostante gli stipendi più alti), con un welfare migliore del nostro e un sistema di protezione dei lavoratori migliore.

Se vogliamo anche aggiungere che il tasso di criminalità è più basso, e che nel parlamento federale tedesco il numero di inquisiti è decisamente più basso del nostro, potremmo tirare conclusioni ovvie.

Quindi prima di offendersi, gridare allo scandalo e incitare all’odio per la mitteleuropa forse varrebbe la pena chiedersi: se noi fossimo in Germania, da tedeschi come vedremmo gli italiani?

Cosa diremmo agli italiani?

Probabilmente la prima cosa che diremmo è che siamo scandalizzati dall’atteggiamento accondiscendente che hanno gli italiani col malaffare, e gli suggeriremmo di iniziare a ricostruire una etica che premi l’onestà. Del resto non vorremmo certo dare i soldi a dei ladri o sostenitori di ladri, no?

Poi magari chiederemmo una rigorosa operazione di pulizia, che vada a togliere il marcio presente nella classe dirigenziale ed aspetteremmo di vedere se tali operazioni sono in grado di aumentare il livello di efficienza del sistema italia. Dove per efficienza si intende il rapporto tra i soldi impegnatirisultati ottenuti più che un calo delle spese.

Certo non siamo tedeschi, siamo italiani, per noi la fantasia conta di più, sappiamo cavarcela sempre, siamo furbi e ammiriamo i furbi, che cosa vogliono loro che mangiano solo krauti wurstel e patate….

Eppure, se fossimo onesti con noi stessi, alla fine non possiamo dargli torto è difficile fidarsi di chi continua a dare brutti esempi.

Non ci fidiamo di noi stessi:

  • diamo scontato che per expo ci saranno ruberie,
  • che quelli di equitalia e della agenzia delle entrate dono delle sanguisughe senza cuore,
  • che i politici sono tutti ladri,
  • che alla fine è tutto un “magna magna”

e quando il buon Antonio Razzi dice ripreso di nascosto che li, in parlamento, “tutti si fanno i cazzi loro” noi siamo concordi con un sorriso amaro.

Allora prima di lamentarsi del fatto che i tedeschi insistono sul rigore dei conti forse dovremmo chiederci perchè…

 

venerdì 24 ottobre 2014

Ho paura della legge di stabilità

Diciamolo, questa volta la legge di stabilità, nota in passato come finanziaria (perche con questa lo stato si finanziava?), ci mette in apprensione.

Non si tratta della stangata, che tutti ci aspettiamo in una maniera o nell’altra, ma di come questa colpirà le nostre attività.

Leggendo i giornali sembrerebbe di capire, ad un non esperto come me, che ci si aspetta di operare su 3 aree distinte:

1) tracciamento di tutti i pagamenti, rendendo l’uso dei contanti una frazione minima delle transazioni.

2) aumento delle accise e dell’iva per compensare gli sgravi di tasse

3) una nuova stretta per quello che riguarda la lotta alla evasione.

dal mio punto di vista il punto 1 può rappresentare una seccatura, ma non incide in maniera pesante sulle mie abitudini, ma vorrei capire come faranno a gestirla persone come mia madre che tutt’ora hanno i tremori di fronte ad un bancomat. … Già ma loro sono anziani, cosa ci frega a noi giovani (sic).

Per venire in contro alla categoria degli attempati  comunque si sposta avanti il pagamento delle pensioni cosi l’inps ci guadagna in valuta mentre loro ci perdono in salute (per non considerare quisquilie com gli affitti e le scadenze di inzio mese).

Ma ancora una volta perchè preoccuparsi di queste sciocchezze di fronte al bene più grande del paese.

Il punto 2 è un classico, ci aspettiamo aliquote IVA fino al 25,7%. Il discorso dell’aumento dell’va è un vecchio adagio, il fatto che ad ogni aumento ci sia un calo dei consumi tale da rendere non solo inutile l’aumento in termini di flusso di cassa ma addirittura di provocarne un calo è lettera morta. Gli esperti economisti della pubblica finanza sanno usare bene la calcolatrice e non si preoccupano di queste quisquilie.

C’è da dire che il calo dei consumi non può continuare in eterno, e che se gli economisti hanno stimato bene le cose avranno calcolato che arrivati al fondo del barile ogni aumento ulteriore di iva non potrà che far aumentare gli incassi perchè si è già arrivati al minimo livello di acquisti per la sopravvivenza.

Mi spiego:

se io ho 100 da spendere magari ne uso 50 per le cose indispensabili e 50 per le cose “futili”.

Ad ogni aumento dell’iva posso far calare le cose futili, ma non posso contrarre piu di tanto le spese indispensabili (tipo cibo, riscaldamento….). Ora se io aumento l’iva, ad esempio potrei dover spendere 49 nelle cose indispensabili ma solo 30 nelle futili. Il calo di 21 punti però potrebbe essere tale da annullare l’effetto dell’aumento dell’iva a causa della contrazione dei consumi.

Oora se aumento ulteriormente l’iva più volte contraggo sempre piu la parte futile e meno la parte indispensabile, supponiamo di arrivare allora ad un punto in cui ho contratto a 45 la parte indispensabile e a 5 la parte futile, un ulteriore aumento di iva potrebbe anche portare la parte futile a 0 ma non potendo contrarre ulteriormente la parte indispensabile della spesa ecco arrivare i tanto agognati aumenti di incasso per l’erario.

Certo in questo modo si è ammazzata l’economia, ma queste sono sottigliezze di fronte al bene più grande.

Il punto 3 è un atto di doverosa giustizia sociale se non che…. come viene fatta in italia la lotta alla evasione?

C’è stato un momento in cui lo stato italiano decise che era immorale e non etico procedere al sequestro di case di proprietà, mobili e strumenti lavorativi in caso di contenzioso fiscale. la idea era che il recupero da parte dello stato non poteva arrivare al punto di rendere impossibile o danneggiare il livello minimo di vita del cittadino.

Insomma bloccare la attività lavorativa, privarlo del domicilio…che stato si macchierebbe di tali nefandezze?

Per fortuna l’agenzia delle entrate per evitare di dover incorrere in tale increscosa attività si trovò coadiuvata da un nuovo soggetto, equitalia, che aveva meno vincoli in questo senso e quindi poteva operare più efficacemente (qualcuno, io no ovviamente, potrebbe dire in barba all’etica e alla morale?) procedendo anche al sequestro di immobili di residenza e strumenti di lavoro.

Ora questo fatto, apparentemente ininfluente, ha una valenza strategica enorme; le statistiche della sofferenza dello stato nei confronti di chi deve pagare le tasse dicono che la maggior parte di questo credito appartiene ad un numero relativamente esiguo di grandi evasori, mentre una minoranza è divisa su una grandissima fetta della popolazione. La ragione per cui tanti piccoli contraggono debiti con lo stato potrebbe essere l’alto livello impositivo e la crisi economica ma, diciamolo, perchè andare cosi per il sottile?

Ora supponiamo che la differenza sia dell’ordine 70% il capitale in carico ai grandi evasori e 30% in carico ai piccoli…con chi si muove equitalia e l’agenzia delle entrate? Ma ovviamente con il 30%.

La ragione è abbastanza semplice: mentre chi detiene il 70% dell’evaso è comunque abbastanza ricco ed esperto da poter muovere avvocati ed alimentare un lungo contenzioso il 30% di solito si trova nella condizione di non potersi neanche permettere la copertura legale per un contenzioso con lo stato. Come risultato colpire nel 30% risulta molto più facile. Certo questo significa alimentare una maggiore quantità di azioni piccole per lo stato, ma spesso devastanti per il piccolo contribuente. Ma via dura lex sed lex no?

Ora se sei un dirigente di equitalia sarai misurato indipendentemente dalla origine dei recuperi  ma solo dalla sua quantità (pecunia non olet, alla faccia dell’etica) e quindi ti muoverai di conseguenza sparando nel mucchio, peccato se qualcuno ci lascia le penne.

Va da se che questo potrebbe portare ad un ulteriore impoverimento del tessuto sociale, ma la colpa non è di nessuno. Mi sembra di ricordare che una volta qualcuno parlò di evasione di sopravvivenza, e un alto dirigente non ricordo se di equitalia o dell’agenzia delle entrate chiosò con un “se è vero che esiste una evasione di sopravvivenza, gli evasori sono comunque parassiti”; si potrebbe obiettare, mi io mai lo direi, che parassita è una entità che consuma le risorse dell’ospite sino ad ucciderlo, il che assomiglia molto a quello che fa equitalia, ma ripeto io mai sosterrei una cosa del genere.

Certo si potrebbe invece pensare ad un simbionte, che vive delle risorse dell’ospite dando in cambio del valore indispensabile per questo, come la nostra flora batterica, ad esempio, che ci è indispensabile per vivere. Ma uno stato così sarebbe una chimera utopistica …

Quindi ricapitolando la nuova legge di stabilità potrebbe portare da un lato tagli fiscali alle imprese, ma come controparte la uccisione della gran parte della capacità economica del paese. Insomma le imprese potrebbero anche tornare ad assumere, ma se nessuno può comprare…..

Ora il problema è solo marginalmente la partita finanziaria, se ci fosse ad esempio una indicazione che il recupero fiscale sarebbe fatto al 90% sul 70% mancante e il rimanente 10% sul 30% a scalare per valore di evasione (dal più grande al più piccolo, insomma) con possibilità di sospensione o rimodulazione del debito per chi abbia problemi economici si potrebbe fare un sospiro di sollievo, se gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni fossero dati solo a chi presenta un saldo positivo di assunti (evitando quindi il fenomeno della sostituzione della forza lavoro per approfittare della detassazione) si potrebbe pensare ad una manovra che effettivamente cerca di aumentare l’occupazione… ma di tutto questo io non ho sentito nulla, mentre sento dell’aumento dell’IVA e delle accise (su cui per altro paghiamo l’iva).

Dato che il paese negli ultimi 20 anni non mi ha dato motivi per essere fiducioso, posso mostrare segni di leggera inquietudine e dire che continuo ad evere paura?

 

Ogni commento è benvenuto.

 

 

 

lunedì 13 ottobre 2014

Piove, governo ladro!

è successo ancora a Genova, distruzione e morte a causa di un fiume (torrente?) esondato per le piogge. Ed ancora siamo qui a parlare di dissesto idrogeologico, di danni mai sanati e cose del genere.

 

Mi fa male vedere ancora una volta come siamo capaci di fare scempio di noi stessi, sentire gente disperata perchè colpita da una pioggia autunnale. Come sia possibile questo nel 2014 in un paese che dovrebbe essere considerato civile è difficile da spiegare, da spiegarsi.

Bene fa il cardinal Bagnasco a ricordare l’importanza della assunzione di responsabilità a tutti livelli, una responsabilità che prima ancora che civile o penale dovrebbe essere personale morale ed etica.

Ma ancora una volta abbiamo assistito al solito balletto dei rimbalzi, del non sapevo, del non potevamo, del non ci hanno detto, fatto, dato, preso….

Bene iniziamo a dire le cose come stanno allora

La vita seguendo le emergenze.

l’Italia è il paese delle emergenze, mai pianificazione, mai manutenzione. Per giustificare dubbi risparmi prima, si spende di solito male, più e peggio dopo, quando è troppo tardi. Salvo poi aprire processi farsa e pro forma dove la prescrizione è il risultato ovvio data la ridicola lentezza del nostro sistema.

L’esempio Genovese è fin troppo eclatante.nel 2010 vengono stanziati dei soldi, prima della alluvione del 2011 che causò ben 7 morti. dove sono finiti questi soldi? Bloccati in pastoie giuridico-legali di cui, come al solito, nessuno è colpevole, se non per il fatto che adesso nessuno si prende un minimo di responsabilità  (casomai incassa 40000€ in premi per il lavoro svolto sulla protezione dal dissesto idrogeologico, sic).

certo

può essere ritenuto colpevole chi ha fatto ricorso considerandosi parte lesa e bloccando di fatto i lavori? ovviamente no

può essere ritenuto colpevole chi, all’interno della macchina giudiziaria, giudici magistrati avvocati, ha seguito le regole e tra corsi e ricorsi non ha ancora emesso sentenza? ovviamente no

può essere ritenuto colpevole chi, a fronte del blocco di tali opere, non ha fatto altro che aspettare che l’ennesima tragedia accadesse? ovviamente no

può essere ….

e se… invece …. dicessimo di si?

che sia colpevole, non penalmente, non civilmente, non eticamente ma almeno moralmente chi non ha fatto di tutto per evitare questa tragedia ma ha pensato solo ed esclusivamente al proprio legittimo interesse?

Se magari vinti e vincitori dell’appalto si fossero confrontati mettendo oltre al profitto anche le vite umane perse e le quelle disperate per la perdita di beni materiali e morali sul piatto della bilancia? Certo si può obiettare che non era compito loro, ma forse non dice la nostra costituzione che ognuno deve contribuire al progresso sella società in funzione delle proprie capacità?…

Se i giudici, gli avvocati avessero dato la loro priorità per sbloccare una questione che solo un cretino non avrebbe potuto considerare di vita o di morte arrivando al giudizio prima mettendoci del loro, anche a dispetto delle regole? certo se hanno seguito la lettera della legge nulla gli si può rinfacciare, ma non è forse nello spirito della legge servire la giustizia e dare il supporto per evitare che una tragedia avvenga? un dovere che un servo dello stato deve avere persino più solido e saldo di un comune cittadino.

Se gli amministratori avessero messo le priorità di fronte al loro interesse e si fossero, ad esempio, dimessi in massa, o denunziato un comportamento che garantiva nel tempo un disastro annunziato? Magari rinunciando prima a premi che ora suonano francamente ridicoli e devolvendo queste somme ad un fondo per la prossima annunziata catastrofe? Certo con quei soldi non potevano risolvere nulla, ma a volte una presa di posizione onesta potrebbe essere un indizio di presa responsabilità.

Perchè, signori miei, in autunno piove, e il fatto che possa piovere tanto è nell’ordine delle cose, e se il dissesto rimane tale le cose difficilmente prendono un corso diverso. Non si tratta di un evento imprevedibile, non si tratta di una cosa che avviene una volta in un millennio, non si tratta di una sfortunata serie di incredibili coincidenze. Ad Ottobre piove, e la stagione è appena iniziata. E le previsioni del tempo non sono uno strumento assoluto e certo, ci si può anche sbagliare perchè i modelli previsionali danno previsioni probabili non certezze assolute.

Forse non ci sono responsabilità civili, forse non ce ne sono penali e forse neppure etiche, ma credetemi quando dico che esiste una responsabilità morale che TUTTI questi signori non possono non portarsi dietro.

Certo che essere sordi alla propria coscenza è più facile che prendersi una responsabilità scomoda, e sono sicuro che nel profondo del loro cuore vi sia la certezza granitica che loro non sono colpevoli di niente perchè la colpa è del fatto che piove e del governo ladro.

E cosi la prossima volta ci diremo le stesse cose, e nessuno avrà ancora la colpa di nulla, se non forse quei signori che si ostinano a vivere a Genova e magari a morire per una pioggia troppo forte.

Esiste una responsabilità che va oltre la legge ed i regolamenti e che, anche se facciamo finta di nulla, ci portiamo appresso volenti o nolenti, una responsabilità che è legata a quello che facciamo o che non facciamo per nostra scelta, perchè alla fine di scelte si tratta.

Possiamo raccontarcela come vogliamo; giustificarla tecnicamente, giuridicamente e pesino eticamente se vogliamo, sino alla prossima alluvione quando tutti saranno colti di sorpresa, di nuovo.

Piove! Governo ladro

 

sabato 30 agosto 2014

Davide contro Golia (aka Antonio contro Vodafone)

Quando è il piccolo a chiedere al grande, sono solo fatti suoi!

Sempre parlando di faccende personali non posso non citare la mia oramai lunga lotta con i vari servizi clienti delle grandi aziende.

 Customer service? in che senso?

Ora capisco che quando si conduca una grande azienda piccolezze come la correttezza, la morale, l’etica e la legge vengano in secondo piano, soprattutto per quello che concerne la equivalenza di trattamento rispetto il singolo utente, pero non posso fare a meno di osservare come le suddette grandi aziende siano estremamente rapide nel mandare avvisi e more per mancati pagamenti di una bolletta, mentre non siano altrettanto rapidi ed efficienti a ridare indietro denari indebitamente incassati a causa, ovviamente, di un innocente errore (lungi da me voler adombrare l’ombra del sospetto che vi possano essere in atto pratiche men che esemplari da tali provider e carrier telefonici).

Sta di fatto che dall’ottobre 2013 sono ancora in ballo per ricevere un rimborso, nonostante sia stata emessa da Vodafone relativa fattura con segno negativo dopo solo 3 mesi dalla contestazione.

Purtroppo non posso accedere, come fanno loro, a società di recupero crediti, ne pagare un avvocato in pianta stabile che si occupi di questi fastidiosi contenziosi. In compenso per facilitare le cose trovare riferimenti univoci su dove e come fare una contestazione è una avventura tutt’altro che semplice, e nell’era dell’informatica e della comunicazione non sembra possibile trovare una email che sia da loro monitorata (non rispondono neanche alla PEC, anche se legalmente vale come una raccomandata) il fax non è monitorato (alla faccia della carta clienti) e l’unico metodo apparentemente sembra essere quello di passare o per il 190 facendo lunghe ed interminabili attese, linea che cade, interfacce gentili ma non corrette o per una raccomandata ad una casella postale. Adesso, capiamoci, con tutto quello che hanno da fare mica possono sempre stare dietro a tutti quelli che si lamentano per un nonnnulla, hanno la loro burocrazia interna, i loro processi e procedure e via discorrendo.

Mi chiedo se possa usare le stesse modalità con loro per pagare bollette e fatture:

mi scusi ma le mie procedure interne impongono che ci sia l’autorizzazione del mio capo che è in ferie sino a data da destinarsi…

Vabbeh, vediamo come va a finire anche questa.

Certo è che quando il cittadino si trova di fronte a un gigante, sia esso pubblico o privato, si trova di fronte ad una serie incredibili di difficoltà sia psicologiche che pratiche.

Se da un lato una EquiItalia o una Vodafone posso mettere in campo risorse notevoli in termini di competenze tecniche e legali, una struttura gerarchica che consente la spersonalizzazione e la oggettivizzazione del confronto il cittadino si trova “nudo alla meta”.

Non potendo accedere alle risorse umane e finanziarie della controparte si trova oggettivamente in una situazione di svantaggio, per la controparte vincere o perdere non rientra nella sfera delle problematiche reali, sono delle virgole in fondo ad un registro contabile virtuale, mentre per una persona normale le cifre di solito in ballo sono considerevoli.

Proprio per la minore forza finanziaria, il vantaggio è indiscutibile, anche volendo opporsi o adire le vie legali, i costi vivi diretti ed indiretti sono ininfluenti per una grande entità mentre solitamente insostenibili per un semplice cittadino.

Anche la semplice raccomandata è uno strumento iniquo in questo senso, avendo la possibilità di usare altri strumenti, per altro riconsciuti per legge. PEC e FAX spesso non richiedono di muoversi ed andare in un ufficio postale, prendendo ore di permesso o usando tempo altrimenti utilizzabile.

Non so quanti di noi hanno segreterie ad hoc per sbrigare queste incombenze, io no e quindi vado a far la coda in posta e pago la raccomandata che, sono abbastanza confidente, non mi verrà mai rimborsata.

Questo è un trend molto in voga nel nostro paese: se da un lato si facilitano le modalità di contratto (via telefono ” registrato”, e accordo valido anche se non rimandi indietro il contratto firmato sulla regola del silenzio assenso)  non si sono altrettanto evoluti i rapporti con la clientela in caso di problemi o mancanze da parte dei grandi gruppi. E cosi se va bene un accordo telefonico o un sito web per accettare una opzione o accendere un contratto, lo stesso strumento non va bene per la disdetta che richiede al 90% la famosa Raccomandata (si chiama cosi nel senso che ti raccomandi al tuo dio per una risposta?).

Alla faccia della reciprocità, meno male che in una contrattazione commerciale dovrebbe esserci la presunzione di buona fede da parte delle controparti… ma se una delle due deve dare tutte le informazioni mentre l’altra lesina anche quelle obbligatorie non è che si inizi bene… Intendiamoci il problema non è solo di Vodafone, basta fare un giro su internet per vedere quanto siano in buona compagnia con quelli di TIM, 3, FastWeb, Teletu …

Comunque come consiglio generico suggerisco di registrare sempre le chiamate con i servizi clienti e le eventuali rimostranze, salvare il file e, tanto per non sbagliare, pubblicarlo anche su internet. Purtroppo le trafile telefoniche non vengono registrate e non danno ricevuta, e quindi a fronte di una contestazione di qualcosa detto al telefono la registrazione è l’unica prova che abbiamo dalla nostra parte (e non c’è nessuna violazione della privacy registrare le telefonate che facciamo o riceviamo, diverso il dicorso se registrassimo telefonate di terzi). Ci sono in giro centinaia di applicazioni che consentono la registrazione delle telefonate sugli smartphone, molte gratuite: armiamoci e partiamo, che come diceva la mia nonnna

“a pensar male si fa peccato ma raramente si sbaglia”

Continuo a chiedermi come mai concedano ancora a Amazon e Ikea di operare in Italia, visto che la loro qualità del servizio clienti è di livello completamente diverso (intendo più alto, ovviamente).

Mah Vedremo come va a finire e se avrò indietro almeno parte di quello che mi spetta.

ciao Antonio

Tags: vodafone, fattura, servizio+clienti

lunedì 17 marzo 2014

Legge elettorale: le donne possono attendere

Ma esiste bavero questa differenza tra uomo e donna? È proprio vero che ad oggi ci sono ancora differenti di possibilità di accesso alla cariche politiche ed al parlamento?

A giudicare da quello che risulta dal voto del palamento sull’emendamento che chiedeva di introdurre delle quote”Rosa”anche per i capilista direi di no..

Ma insomma, io queste parlamentari non le capisco… Cosa pretendono dai loro colleghi uomini…. che mettano la loro poltrona a rischio per un senso di uguaglianza ed rispetto? siamo in Italia signore onorevoli, non in Svezia o in uno di quei paesi con poca storia e cultura che hanno bisogno di legiferare l’eguaglianza tra i generi.

Certo che a ben vedere le donne non avrebbero tutti i torti le differenze tra uomini e donne per quello che riguarda la capacità di accesso alle poltrone è tragicamente dispari ed in favore dei maschietti.

Qualche parlamentare ha persino spiegato che tale emendamento avrebbe introdotto un vulnus (chissà perché ho sempre l’impressione che si usi il termine latino “vulnus” quando si vuole coprire una sciocchezza) terribile al nostro ordinamento perché avrebbe certificato un illecito percorso “privilegiato” ad un genere (quello femminile) in barba al dettato costituzionale che dichiara l’uguaglianza..

La cosa che mi ha lasciato maggiore perplessità di questa dotta discussione, sono alcune delle motivazioni contrarie a questo emendamento, alcune provenienti da donne, per altro.

Premetto che chiunque può e deve avere la propria opinione ma, contestualmente, vige il diritto di critica, ma tanto per andare sul sicuro ho l’hosting dei miei blog tra USA e Germania tanto per evitare possibili richieste di oscuramento :).

 

“se fossi una donna eletta mi vergognerei se non fossi stata eletta per le mie capacità ma per una legge che mi ha favorito”

Questa obiezione è una delle mie favorite e quindi inizio con questa. Innanzi tutto potrei obiettare che il senso di tali leggi non è quello di favorire una specifica persona, ne di interferire con la normale dialettica politica interna che premia questo o quel candidato, ma quello di indirizzare un macro fenomeno che distorce, carta canta, la paritetica opportunità di accesso alle cariche politiche e non solo da parte del “gentil” sesso. Esistono nel nostro ordinamento diversi esempi di correttivi per permettere un accesso minimo a fasce sociali specifiche: dall’ingresso al lavoro per i diversamente abili, alla parità linguistica garantita in  alto Adige. Le stesse liste elettorali sono oggetto di quote, si pensi a quelle europee ad esempio. La personalizzazione della questione (“io se fossi”) è quindi errata in quanto il senso dell’emendamento non era rivolto ad un soggetto specifico ma ad alimentare una oggettivamente inesistente parità di genere. Quanto poi al vergognarsi di essere eletti senza titoli o meriti, beh a giudicare dal nostro parlamento non sembra vi sia proprio questa spasmodica esigenza ontologica all’eccellenza.

“questo emendamento avrebbe introdotto un vulnus…”

Ho già espresso prima la mia opinione sul termine “vulnus” e di come sia usato, in questo caso devo dire che mi sembra proprio sia stato usato in quel senso (anche se prontamente corretto come ferita durante l’intervista). è innegabile che la nostra costituzione sancisca la parità di genere:

Articolo 3 
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. 

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

 

Ma vorrei porre attenzione sul secondo paragrafo d questo articolo ove si dice che è compito della repubblica rimuovere gli ostacoli alla uguaglianza ed alla effettiva partecipazione alla organizzazione politica, economica e sociale.

Ne consegue, a meno di voler sostenere che non esiste il problema, che il “vulnus” esiste non nelle quote ma nella mancanza di queste, in quanto esiste un oggettivo problema di accesso.

Se poi il problema fosse stato legato al percorso facilitato per un genere, sarebbe bastato porre quote minime paritetiche tipo “deve essere garantita una presenza in lista di appartenenti di genere diverso in misura non inferiore al 30% nelle composizioni sia nella struttura complessiva della lista che nei primi 3 nominativi di tali liste”

Anche se devo dire troverei almeno curiosa in italia la necessità di garantire la presenza di almeno un 30% di  uomini nelle liste elettorali.

Certo che le quote sono uno strumento discriminatorio, ma la loro funzione è quella di intervenire in maniera forzosa a ristabilire un minimo indice di equilibrio verso fasce altrimenti svantaggiate da fenomeni culturali o economici. Le quote rientrano quindi di diritto negli strumenti in uso alla Repubblica per eliminare quegli ostacoli alla eguaglianza citati nella nostra costituzione.

“non era oggetto dell’accordo sulla legge elettorale”

Effettivamente le quote non erano oggetto di accordo, ma questo non implica che il parlamento nella sua autonomia non possa porre dei correttivi. Francamente ritengo che l’introduzione delle quote non stravolgessero l’impianto della legge se non nel fatto che rischiavano di far scivolare la sedia da sotto il sedere di molti parlamentari uomini, come argutamente indicato da diverse esponenti donne bipartisan. Verrebbe quindi da chiedersi se non fosse, per caso, il posto (o la sua potenziale perdita) il “vulnus” cui si faceva riferimento in precedenza.

Rimane da chiedersi, come al solito, chi ha votato contro e chi no, sarebbe bello per una volta che al di la del voto segreto gli esponenti politici dichiarassero aduno ad uno cosa hanno votato e perché (magari vi sono obiezioni in merito di interesse). sarebbe quindi anche carino mappare i risultato del voto segreto con risultati della dichiarazione palese e vedere se coincidono. Io scommetterei su di una notevole differenza..ma io sono cattivo dentro 🙂

L’impressione generale di questa vicenda è, ancora una volta, un certo senso di tristezza e disagio di fronte  ad una politica che continua imperterrita a comportarsi in maniera insensibile alle istanza di rinnovamento provenienti addirittura dal suo interno. Mah, speriamo bene …

ciao

Antonio

 

sabato 24 agosto 2013

Appunti sulla Costituzione Italiana, Art. 4.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

l’articolo 4 mi interessa perchè, nella definizione di diritti doveri del cittadino da una ulteriore chiarezza sul significato del termine lavoro.
il primo pezzo enunzia che a tutti i cittadini deve essere consentita la capacità di lavorare e compito della repubblica è promuovere le condizioni necessarie.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

interessante è che ancora una volta si faccia riferimento ai “cittadini” e non genericamente all’umanità. Assieme però al diritto viene definito il relativo dovere:

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Diventa quindi un obbligo contribuire al progresso della società nelle forme consoni all’individuo. Chi non cerca di concorrere a tale progresso è quindi da considerarsi non confacente al dettato costituzionale, in altre parole fuori legge.

Ora data la genericità della espressione usata si può ritenere che tale contribuzione possa essere economica, ma anche artistica, culturale, politica e via dicendo. E che tale contributo sia di valore anche se non sotto il profilo strettamente economico.

Allora diventa comprensibile legare ai doveri della Repubblica la promozione della cultura, delle arti e delle scienze come componenti portanti,assieme a quello economico, della società e dell’individuo.

una lettura allargata di questo articolo mi porta a fare alcune considerazioni, anche se non vi sono violazioni di articoli di legge specifici ci sono comportamenti comuni che sono, comunque censurabili in termini di senso del dettato costituzionale.

Quando, ad esempio, una azienda italiana decide di esternalizare una produzione stà, in qualche modo, violando tali indicazioni fornite dalla costituzione? Se consideriamo che è di fatto obbligo di tutti i cittadini concorrere in base alle proprie capacità al progresso della società e della Repubblica il sospetto viene. Esiste un obbligo morale, dettato dalla costituzione, che richiede a tutti di operare per il progresso della società nel suo complesso, e tale obbligo dovrebbe essere preso in esame anche in seno a scelte di carattere economico. Il maggior guadagno, o minori spese, non giustifica moralmente l’azione se non assolutamente indispensabile.

Analogamente possiamo ragionare per altri comportamenti che mirino non al bene complessivo dei cittadini della Repubblica ma al soddisfacimento di interessi personali. Il singolo individuo ha un obbligo nei confronti della collettività che supera eventuali vincoli legislativi o contrattuali quando questi contraddicano il dettato costituzionale, non vale, in virtù del secondo lemma dell’articolo 4, la giustificazione del “io eseguivo degli ordini” in quanto i vincoli cui è sottoposta la repubblica sono automaticamente vincoli anche del singolo in funzione delle proprie capacità.

Comportamenti oramai comuni in italia, dal disprezzo della cosa pubblica – res publica- , si pensi alla spazzatura nelle strade, al mancato pagamento delle tasse sono tutti quindi stigmatizzabili a livello di singolo. va da se che è altrettanto stigmatizzabile il comportamento delle istituzioni repubblicane quando non si operano alla rimozione degli ostacoli che possono ingenerare tali comportamenti, dalla educazione civile all’eccessivo carico fiscale.

Appunti sulla Costituzione Italiana, Art. 3.

Articolo 3 
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. 

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Sono dunque arrivato al terzo articolo della costituzione. Il terzo articolo è di grande importanza perchè, proseguendo il flusso derivante dai primi 2 articoli, enunzia il concetto di egualitarismo tra tutti i soggetti facenti parte della Repubblica.

Se nell’articolo due si fa genericamente riferimento all’uomo, generalizzando ed allargando la platea di riferimento dei diritti a tutta l’umanità e non al singolo membro di uno specifico paese, nell’articolo 3 si specifica chiaramente che l’oggetto del riferimento dell’articolo è i membri della Repubblica.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge

il riferimento chiaro è al termine cittadini che va inteso non nel senso di abitanti di una città, ma nel più vasto “membri di una collettività organizzata in stato”. come per il termine lavoro incontrato quindi nel primo articolo occorre dare alla parola una lettura più ampia che la sua apparente traduzione diretta.

Interessante il fatto che si enunci, ancora una volta, il concetto di eguaglianza sociale di tutti i cittadini. questo significa che, come si era già visto all’articolo precedente, sono da considerarsi al di fuori della costituzione discriminazioni in base al censo, natali, ricchezza o via dicendo.

Inoltre viene rimarcato che tutti i cittadini  sono uguali davanti alla legge, che quindi è super partes e tratta tutti alla stessa maniera. qualsiasi pretesa di eccezionalità di fronte alla legge quindi è da considerarsi al di fuori del dettato costituzionale.

senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

e a ulteriore rafforzativo viene esplicitamente espresso l’ambito di uguaglianza sociale e di fromnte alla legge, includendo la incostituzionalità di divisioni arbitrarie.

forte è il richiamo ancora una volta ad una eguaglianza di trattamento, da parte della repubblica, in maniera indipendente dalle condizioni personali e sociali. viene quindi chiaramente espresso che la repubblica non da giudizi morali sull’individuo ma gestisce tutti in maniera egualitaria.

questo vincolo della Repubblica è quindi tradotto in dettatodovere di chi compone la repubblica.

C compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

quindi tutti, in quanto membri della Repubblica, sono tenuti a rimuovere gli ostacoli che limitino libertà, eguaglianza e partecipazione alla vita del Paese.

Ancora una volta viene usato il termine “lavoratori”, che sembra nei fatti fare riferimento non a chi “ha un lavoro” ma a chi opera, nel complesso delle sue capacità, alla vita della Repubblica.

Il termine lavoro viene poi ulteriormente affrontato nel articolo successivo, dando un ulteriore chiarimento sulla chiave di lettura del termine.

da quello che si deduce dall’articolo 3 appare chiaro che compito della Repubblica, e quindi dei suoi membri e delle sue istituzioni, è quello di permettere in maniera attiva lo sviluppo della persona e di consentire a questa di essere membro attivo della società. Questa necessità di azione è chiaramente esposta nel “ È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli ” non si tratta quindi di passiva accettazione dello status quo o attesa di eventi esterni, ma di doverosa azione volta a permettere lo sviluppo sociale ed economico della persona.

Qualsiasi atteggiamento volto a mantenere tali differenze è quindi da considerarsi in contrasto con lo spirito e la lettera dell’articolo 3.

Le ricadute sono molteplici la tutela del diritto allo studio del diritto di espressione, associazione e lavoro sono quindi doverose e gli ostacoli che si frappongono sono da rimupvere dagli organi e membri della Repubblica.

In questa ottica l’accesso ai mezzi di informazione e comunicazione, dalla telefonia a internet, sono da considerarsi inderogabili per consentire nella società attuale un pieno accesso e fruizione delle possibilità di formazione della persona.

L’articolo 2 e l’articolo 3 rimarcano come la Repubblica debba essere un agente attivo nei confronti di chi la compone per permettere a tutti il raggiungimento della propria completezza personale, sociale ed economica.

Questo obbligo, questo imperativo, ricade su ogni singolo membro della Repubblica, istituzioni, rappresentanti e popolo sovrano. è quindi eticamente deprecabile non operare, in seno alle proprie possibilità, al fine che questi ostacoli siano rimossi.

Si noti che questo significa che non è possibile per nessuno evitare di operare al fine di aiutare il prossimo, dalla omissione di soccorso, al danno economico provocato da un comportamento privo di scrupoli tutto questo può essere stigmatizzato nei confronti di questi due articoli.