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martedì 5 gennaio 2016

Apple, l'evasione fiscale e gli strani conti della Agenzia delle Entrate

52568c24e240b502dc9c33c846cdefde_XLProbabilmente non sono un genio della finanza, e mi mancano gli strumenti cognitivi base per capire certe finezze, ma mi sorge un dubbio:

Se una azienda come apple evade, secondo lo stato italiano, 880 miloni di euro in tasse, come mai puo sanare la cosa pagandone solo un terzo, 318 milioni?

Perchè invece a me le cartelle arrivano con gli importi almeno quintuplicati tra more, multe, penali e cose del genere?

Intendiamoci non sono un sostenitore della evasione, ma sostengo che chi non riesce a pagare, avendolo vissuto sulla mia pelle, e vivendolo tutt’ora, dovrebbe essere aiutato a coprire il suo debito nei confronti dello stato, prima che punito. L’aiuto deve essere contestuale: importi e tempi di rimborso devono essere fatti in funzione delle reali possibilità del soggetto.

Senza questo aproccio, che in Italia per i piccoli non è, nei fatti, previsto, notificare una cartella ad un disoccupato equivale a dirgli:

“fottiti o va da un cravattaro a me interessa solo che paghi”.

Il soggetto in questione, anche se in debito con l’erario, viene trattato come un criminale incallito, ne sia esempio il linguaggio delle cartelle. Tecnico certo, di quel tecnicismo che ti ricorda come tu non sia nulla e loro siano tutto….

Se invece se evadi milioni allora tutto cambia, certo in quel caso puoi permetterti avvocati e risorse cui un disoccupato o un dipendente non possono accedere.

La giustizia è uguale per tutti, ma diciamo che per alcuni è più uguale (o almeno con percorsi facilitati e con grossi sconti).

Provate ad intavolare questo discorso con un funzionario di equitalia o delle agenzie delle entrate e sentirete a quale alto uffizio si sentono chiamati….

Ma torniamo alla nostra amica mela e alla sua evasione….

Ora se veramente Apple ha evaso quei soldi, e l’accettare un compromesso mi fa pensare che sia cosi, non capisco perchè possa limitarsi a pagare un terzo del malloppo, è una certificazione che rubare in grande è consentito e lecito.

Sembra che l’agenzia delle entrate dica: se riesci a farla franca abbastanza per superare una certa cifra, allora ci spartiamo il bottino….

Per noi mortali invece c’è l’invio della pratica ai picchiatori di equitalia (volevo scrivere vampiri, ma non mi sento di insultare cosi la categoria dei figli di dracula).

A dire il vero esiste una seconda possibilità, che Apple non abbia evaso, e abbia acettato di pagare per evitare ricatti e ulteriori cause da parte della Agenzia delle Entrate, un comportamento in puro stile mafioso di cui, a dire il vero, si vocifera ogni tanto …

Oppure potrebbe essere un mix di entrambe le cose, ma in ogni caso non ci facciamo una grande figura come sistema paese.

Stiamo certificando che l’illegalità, se sufficientemente grande, viene gestita in maniera amichevole dal governo italiano e dalla sua amministrazione pubblica e, con una modica spartizione, tutto finisce a tarallucci e vino.

Magari è una strategia volta a invogliare gli investitori a venire nel nostro paese, venite che tanto qui se rubi abbastanza non ti fanno niente.

Purtroppo in questo senso l’accordo con il fisco non sana la posizione processuale dei manager che lo scorso marzo hanno ricevuto un avviso di garanzia emesso dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Adriano Scudieri. Si tratta dell’ad di Apple Italia, Enzo Biagini, del direttore finanziario Mauro Cardaio e del numero uno di Apple Sales International Michael O’Sullivan. Secondo gli inquirenti, Apple Italia è “una struttura svincolata rispetto alle attività ausiliare svolte dalla società residente, che svolge una vera e propria attività di vendita sul territorio per conto di Apple Sales International”. Di conseguenza deve (dovrebbe) appunto pagare le tasse in Italia.

Aspettando la fine dei procedimenti verso i manager Apple, viene da chiedersi se verrà usato con loro lo stesso metro usato dal fisco, se colpevoli gli si darà una pacca sulle spalle ed un rimbrotto?

Resta l’amaro in bocca, quello che risulta evidente è come la Agenzia delle Entrate sia sempre forte coi deboli e debole con i forti, una tradizione nella amministrazione pubblica italiana inossidabile ed immarcescibile.

Nella migliore delle ipotesi siamo vigliaccamente proni a favorire i grandi evasori rifacendoci sulle fasce piu deboli della popolazione, nella peggiore siamo colpevoli di comportamenti mafiosi.

inizamo bene il 2016

A.

Apple, l'evasione fiscale e gli strani conti della Agenzia delle Entrate

52568c24e240b502dc9c33c846cdefde_XLProbabilmente non sono un genio della finanza, e mi mancano gli strumenti cognitivi base per capire certe finezze, ma mi sorge un dubbio:

Se una azienda come apple evade, secondo lo stato italiano, 880 miloni di euro in tasse, come mai puo sanare la cosa pagandone solo un terzo, 318 milioni?

Perchè invece a me le cartelle arrivano con gli importi almeno quintuplicati tra more, multe, penali e cose del genere?

Intendiamoci non sono un sostenitore della evasione, ma sostengo che chi non riesce a pagare, avendolo vissuto sulla mia pelle, e vivendolo tutt’ora, dovrebbe essere aiutato a coprire il suo debito nei confronti dello stato, prima che punito. L’aiuto deve essere contestuale: importi e tempi di rimborso devono essere fatti in funzione delle reali possibilità del soggetto.

Senza questo aproccio, che in Italia per i piccoli non è, nei fatti, previsto, notificare una cartella ad un disoccupato equivale a dirgli:

“fottiti o va da un cravattaro a me interessa solo che paghi”.

Il soggetto in questione, anche se in debito con l’erario, viene trattato come un criminale incallito, ne sia esempio il linguaggio delle cartelle. Tecnico certo, di quel tecnicismo che ti ricorda come tu non sia nulla e loro siano tutto….

Se invece se evadi milioni allora tutto cambia, certo in quel caso puoi permetterti avvocati e risorse cui un disoccupato o un dipendente non possono accedere.

La giustizia è uguale per tutti, ma diciamo che per alcuni è più uguale (o almeno con percorsi facilitati e con grossi sconti).

Provate ad intavolare questo discorso con un funzionario di equitalia o delle agenzie delle entrate e sentirete a quale alto uffizio si sentono chiamati….

Ma torniamo alla nostra amica mela e alla sua evasione….

Ora se veramente Apple ha evaso quei soldi, e l’accettare un compromesso mi fa pensare che sia cosi, non capisco perchè possa limitarsi a pagare un terzo del malloppo, è una certificazione che rubare in grande è consentito e lecito.

Sembra che l’agenzia delle entrate dica: se riesci a farla franca abbastanza per superare una certa cifra, allora ci spartiamo il bottino….

Per noi mortali invece c’è l’invio della pratica ai picchiatori di equitalia (volevo scrivere vampiri, ma non mi sento di insultare cosi la categoria dei figli di dracula).

A dire il vero esiste una seconda possibilità, che Apple non abbia evaso, e abbia acettato di pagare per evitare ricatti e ulteriori cause da parte della Agenzia delle Entrate, un comportamento in puro stile mafioso di cui, a dire il vero, si vocifera ogni tanto …

Oppure potrebbe essere un mix di entrambe le cose, ma in ogni caso non ci facciamo una grande figura come sistema paese.

Stiamo certificando che l’illegalità, se sufficientemente grande, viene gestita in maniera amichevole dal governo italiano e dalla sua amministrazione pubblica e, con una modica spartizione, tutto finisce a tarallucci e vino.

Magari è una strategia volta a invogliare gli investitori a venire nel nostro paese, venite che tanto qui se rubi abbastanza non ti fanno niente.

Purtroppo in questo senso l’accordo con il fisco non sana la posizione processuale dei manager che lo scorso marzo hanno ricevuto un avviso di garanzia emesso dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Adriano Scudieri. Si tratta dell’ad di Apple Italia, Enzo Biagini, del direttore finanziario Mauro Cardaio e del numero uno di Apple Sales International Michael O’Sullivan. Secondo gli inquirenti, Apple Italia è “una struttura svincolata rispetto alle attività ausiliare svolte dalla società residente, che svolge una vera e propria attività di vendita sul territorio per conto di Apple Sales International”. Di conseguenza deve (dovrebbe) appunto pagare le tasse in Italia.

Aspettando la fine dei procedimenti verso i manager Apple, viene da chiedersi se verrà usato con loro lo stesso metro usato dal fisco, se colpevoli gli si darà una pacca sulle spalle ed un rimbrotto?

Resta l’amaro in bocca, quello che risulta evidente è come la Agenzia delle Entrate sia sempre forte coi deboli e debole con i forti, una tradizione nella amministrazione pubblica italiana inossidabile ed immarcescibile.

Nella migliore delle ipotesi siamo vigliaccamente proni a favorire i grandi evasori rifacendoci sulle fasce piu deboli della popolazione, nella peggiore siamo colpevoli di comportamenti mafiosi.

inizamo bene il 2016

A.

lunedì 19 dicembre 2011

Sicurezza Informatica: Il mondo e l’Italia

Sicurezza Informatica: Il mondo e l’Italia

 

Pubblicato il 19 dicembre 2011 da Antonio Ierano

Ogni tanto è utile fare il punto su dove siamo in termini di sicurezza informatica e relativa awareness (comodo termine inglese che indica lo stato di conoscenza e coscienza che si ha nei confronti di una certa tematica). Questo esercizio serve principalmente per capire se ci stiamo muovendo nella direzione corretta e se abbiamo, o meno, il polso della situazione anche in termini di evoluzioni future.

Per nostra fortuna, periodicamente vendors ed aziende che si occupano di ricerce o di sicurezza ci offrono dei report che ci aiutano a capire dove siamo e dove stiamo andando. Recentemente sono stati pubblicati dal gigante del networking Cisco, due interessanti documenti che sono l’Annual Security Report 2011 ed il terzo capitolo della survey dell’edizione 2011 del Cisco Connected World Technology Report.

Questo tipo di lettura è interessante per diversi motivi, ed è particolarmente utile in paesi come l’Italia dove non esiste una comunicazione e copertura strutturata della stampa per tenersi aggiornati sugli outbreaks locali.

Conoscere quindi i trend mondiali serve anche a capire quali siano i trend italiani, nonostante in apparenza in Italia “non avviene mai nulla di serio” in ambito di outbreaks e violazioni di sicurezza informatica.

Cosa ci dice Cisco su quello che succede nel mondo?

Iniziamo con una buona notizia, secondo l’indice ARMS Race di Cisco, un indice che ci aiuta a quantificare l’espansione della attività criminale in termini di quantità e qualità, le cose sembrano andare leggermente meglio rispetto all’anno scorso, siamo infatti a 6.5 rispetto al 6.8 dell’anno precedente, un esempio di ciò è il decremento dei volumi di spam.

Va ricordato anche che questo è stato l’anno della lotta ai grandi network di spammer e botnet. Purtroppo questo non deve farci sentire sicuri. Dopo le buone notizie ci rammenta anche chequesto è stato l’anno dell’attivismo informatico e della commistione tra hacking e attivismo, egualmente è stato l’anno dello specializzarsi degli attacchi (target attacks) che hanno usato sorgenti eterogenee per colpire i bersagli.

Sebbene spesso sembri che l’attivismo di gruppi come Lulzsec o Anonymous siano problematiche solo straniere va ricordato che anche l’Italia è stato terreno di battaglia in questo ambito, come non ricordare gli attacchi portati con successo proprio durante la campagna “Antisec” contro alcune università italiane, o quelli ben più inquietanti portati contro Vitrociset, del Cnaipic, gli 007 del Viminale che indagano proprio sugli hacker.

Un approccio coerente e completo alla sicurezza è quindi necessario anche nel nostro paese, del resto le statistiche parlano chiaro: Eurostat ci dice che il 67% degli italiani non usa nemmeno antivirus, percentuale che, purtroppo, sale vertiginosamente se si considerano i nuovi device quali tablet e smartphone (Android o Apple non fa differenza).

Proprio dal report Cisco viene una interessante chiave di lettura che rispecchia perfettamente la realtà italiana. Il crescente uso dei social media (L’Italia è il maggior utilizzatore di Facebook in rapporto alla popolazione) e l’introduzione di nuovi device portano a comportamenti spesso pericolosi che necessitano di un’accorta valutazione in termini di sicurezza.

Questi due elementi portano, infatti, ad una maggiore propensione degli utenti ad aggirare le regole aziendali, regole IT spesso disegnate per ambienti profondamente diversi dalla realtà degli utilizzatori, accompagnata da un chiaro disinteresse o deresponsabilizzazione di questi ultimi sulla natura “a rischio” di certi loro comportamenti: portare un device non protetto che si collega a risorse aziendali è spesso causa di problemi, ma la colpa va equamente divisa tra chi, come utente, non si preoccupa delle possibili conseguenze e chi, come IT manager, non adegua le sue strutture alla nuova realtà ove il BYOD (Bring Your Own Device) è oramai un elemento ineluttabile.

Basta leggere le statistiche riportate nel report per farsi una chiara idea di quale sia l’approccio degli utenti alle nuove tecnologie ed alle esigenze di sicurezza. Del resto quanti di voi (noi) hanno installato sistemi di sicurezza sui propri tablet e smarthphone?

Eppure, basandomi sulla mia esperienza personale, questi device stanno entrando prepotentemente nella realtà IT italiana portando con sè, ad esempio, l’obbligo di implementare reti wireless e la necessità di implementare politiche di controllo di accesso; persino l’ambiente bancario, notoriamente refrattario alle novità, si sta muovendo su questo fronte, mosso dalle richieste pressanti della dirigenza che trova nell’uso di queste nuove tecnologie sia una forma di “distinzione” che un effettivo vantaggio in termini di produttività.

Se aggiungiamo a questo il progressivo muoversi verso soluzioni di tipo cloud (public o private) magari sviluppate in termini SOA appare chiaro come una ridiscussione di come fare sicurezza diventa imperativa.

Sicurezza Informatica: Il mondo e l’Italia

Sicurezza Informatica: Il mondo e l’Italia

 

Pubblicato il 19 dicembre 2011 da Antonio Ierano

Ogni tanto è utile fare il punto su dove siamo in termini di sicurezza informatica e relativa awareness (comodo termine inglese che indica lo stato di conoscenza e coscienza che si ha nei confronti di una certa tematica). Questo esercizio serve principalmente per capire se ci stiamo muovendo nella direzione corretta e se abbiamo, o meno, il polso della situazione anche in termini di evoluzioni future.

Per nostra fortuna, periodicamente vendors ed aziende che si occupano di ricerce o di sicurezza ci offrono dei report che ci aiutano a capire dove siamo e dove stiamo andando. Recentemente sono stati pubblicati dal gigante del networking Cisco, due interessanti documenti che sono l’Annual Security Report 2011 ed il terzo capitolo della survey dell’edizione 2011 del Cisco Connected World Technology Report.

Questo tipo di lettura è interessante per diversi motivi, ed è particolarmente utile in paesi come l’Italia dove non esiste una comunicazione e copertura strutturata della stampa per tenersi aggiornati sugli outbreaks locali.

Conoscere quindi i trend mondiali serve anche a capire quali siano i trend italiani, nonostante in apparenza in Italia “non avviene mai nulla di serio” in ambito di outbreaks e violazioni di sicurezza informatica.

Cosa ci dice Cisco su quello che succede nel mondo?

Iniziamo con una buona notizia, secondo l’indice ARMS Race di Cisco, un indice che ci aiuta a quantificare l’espansione della attività criminale in termini di quantità e qualità, le cose sembrano andare leggermente meglio rispetto all’anno scorso, siamo infatti a 6.5 rispetto al 6.8 dell’anno precedente, un esempio di ciò è il decremento dei volumi di spam.

Va ricordato anche che questo è stato l’anno della lotta ai grandi network di spammer e botnet. Purtroppo questo non deve farci sentire sicuri. Dopo le buone notizie ci rammenta anche chequesto è stato l’anno dell’attivismo informatico e della commistione tra hacking e attivismo, egualmente è stato l’anno dello specializzarsi degli attacchi (target attacks) che hanno usato sorgenti eterogenee per colpire i bersagli.

Sebbene spesso sembri che l’attivismo di gruppi come Lulzsec o Anonymous siano problematiche solo straniere va ricordato che anche l’Italia è stato terreno di battaglia in questo ambito, come non ricordare gli attacchi portati con successo proprio durante la campagna “Antisec” contro alcune università italiane, o quelli ben più inquietanti portati contro Vitrociset, del Cnaipic, gli 007 del Viminale che indagano proprio sugli hacker.

Un approccio coerente e completo alla sicurezza è quindi necessario anche nel nostro paese, del resto le statistiche parlano chiaro: Eurostat ci dice che il 67% degli italiani non usa nemmeno antivirus, percentuale che, purtroppo, sale vertiginosamente se si considerano i nuovi device quali tablet e smartphone (Android o Apple non fa differenza).

Proprio dal report Cisco viene una interessante chiave di lettura che rispecchia perfettamente la realtà italiana. Il crescente uso dei social media (L’Italia è il maggior utilizzatore di Facebook in rapporto alla popolazione) e l’introduzione di nuovi device portano a comportamenti spesso pericolosi che necessitano di un’accorta valutazione in termini di sicurezza.

Questi due elementi portano, infatti, ad una maggiore propensione degli utenti ad aggirare le regole aziendali, regole IT spesso disegnate per ambienti profondamente diversi dalla realtà degli utilizzatori, accompagnata da un chiaro disinteresse o deresponsabilizzazione di questi ultimi sulla natura “a rischio” di certi loro comportamenti: portare un device non protetto che si collega a risorse aziendali è spesso causa di problemi, ma la colpa va equamente divisa tra chi, come utente, non si preoccupa delle possibili conseguenze e chi, come IT manager, non adegua le sue strutture alla nuova realtà ove il BYOD (Bring Your Own Device) è oramai un elemento ineluttabile.

Basta leggere le statistiche riportate nel report per farsi una chiara idea di quale sia l’approccio degli utenti alle nuove tecnologie ed alle esigenze di sicurezza. Del resto quanti di voi (noi) hanno installato sistemi di sicurezza sui propri tablet e smarthphone?

Eppure, basandomi sulla mia esperienza personale, questi device stanno entrando prepotentemente nella realtà IT italiana portando con sè, ad esempio, l’obbligo di implementare reti wireless e la necessità di implementare politiche di controllo di accesso; persino l’ambiente bancario, notoriamente refrattario alle novità, si sta muovendo su questo fronte, mosso dalle richieste pressanti della dirigenza che trova nell’uso di queste nuove tecnologie sia una forma di “distinzione” che un effettivo vantaggio in termini di produttività.

Se aggiungiamo a questo il progressivo muoversi verso soluzioni di tipo cloud (public o private) magari sviluppate in termini SOA appare chiaro come una ridiscussione di come fare sicurezza diventa imperativa.

giovedì 6 ottobre 2011

Good Bye Steve

Image by Getty Images via @daylife

Is a sad moment for every tech fan.

Steve Jobs has design a big part of our world, with his vision and genius gave us tablets, smartphones, computer animation movies and so much things we today consider normal or simply cool.

He was nor a Saint or an Angel, but for sure a genius with an incredible talent to foresee and create the future.

We will miss his arrogance, because was the arrogance of someone who knows how to create the future.

He made us dream with his ideas, his talent and his strength.

Now we can only remember him and learn from his lessons: dare is never wrong.

I’ve never been an Apple fan (but a Pixar one for sure), I have windows and linux laptops at home, but I must say that is because of Steve if I have my android tablet and my blackberry smartphone, he design a path that everyone followed. This is genius, being able to understand people and give an expression to their desires.

He was one of the greatest actor of this comedy we call life, and I thank him.

Rest in Peace Steve, may the gods of Technology take you with them, you owned that seat.

 

Steve Jobs 1955-2011

 

venerdì 13 maggio 2011

Talking Points–Security week review

File:Icon announcer.svg

Talking Points

Security week review

First of all sorry for the late publishing, but as some of you could have noticed the blogger platform experienced a failure this Friday that hold also to some post and comment being lost. so it s not only Amazon cloud service that fails .
Speaking of failure the PSN affair is still on the news, the network is still experiencing problems, and some security analysts says they’re still far away from providing a decent level of security. I’m afraid this is not the end of the story. we’ll see more news on this I’m pretty sure, and more hack to report.
well what happened this week?

A 8.5 billion VoIP bill

Who told you that VoIP is cheap? I know someone who’s VoIP phone bill has been a bit expensive this week .yes yes yes Microsoft won on the rush line against Facebook and Google and acquired Skype. Incredible, but Ballmer tried something new and added to the Microsoft family a multiplatform viop software appreciated everywhere.
what will Microsoft do with Skype? we’ll see, the technology is interesting for several aspect, but also the amount of users that Skype reach could be an interesting gift .
we can imagine advertising, increasing the slow an constant growing of Bing, a better integration of Skype VoIP technology with messenger, a new enterprise messaging platform able to serve also video and voice on multiple devices… lot of possibility we’ll se what happen.

The biggest growing business

The android malware,with  400% increase YoY, is the absolute best performer in the security industry. This is an amazing success, pity is not done by the good guys . but why this is happening? Come on an android phone is a great thing! it’s cheap, it’s fun, you can even work with it…is a smashing hit.
Just not sure you can still use it to phone people, but the rest is done in a great way! mobile users don’t be sad if you do not have an android one, blackberry and apple devices are anyway targeted by malware authors so be happy nobody is left alone here!

The king is dead, hail to the king

So at the end also Google Chrome browser has been hacked. And as every story we have claim of hacking, deny no proof or evidence… well we cannot expect that it would be invulnerable it is not even a mac (ok ok this is a bit of sarcasm).
but nowadays nobody can live without a good web security solution, nothing is invulnerable, and quite everything can be targeted (see below).

Java is great, multiplatform, web oriented and malware friendly

just to make clear the point below reports and news stated that there is a whole new generation of malware java based that is targeting multiplatform devices,mac windows and all the rest. I told you a lot of times that the problem is not more the OS but the application environment that lead to infection due to bugs, bad software writing, security silliness and so on.

A new kid in town

but application, and web application needs to run over different platforms, OS and devices, so we need to welcome a new kid in town, this week we have seen the official debut of the new OS: chrome OS is here, so Google is targeting mobile users with android and chrome, who will be the winner? (i.e. will chrome survive to android expansion?).
But if you want a laptop that is build to work just on cloud and internet chrome is a great example, see our future there.

Cisco again

at interopt cisco made a lot of rumors with the new offering on security and cloud services, and the ISRg2 integration with scansafe is a clear indication of what the new devices have to be integrated in nowadays networks.
and don’t forget the new cisco security report
I am aware that there have been a lot of other interesting things but time and space won’t allow me to write more, so take a look at the articles published in the blog to have complete view.
have a great time and thanks for following
cheers
ai

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lunedì 13 dicembre 2010

Captain Crunch needs your help

'Captain Crunch' outside his home in Burbank

Image via Wikipedia

Captain Crunch needs your help

When John Draper aka Captain Crunch is on form, great things happen. A legendary hacker, he created the infamous Blue Box. He went on to invent EasyWriter, the first ever word processor for the Apple II.

By any standard, he’s an icon of the digital age. …