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lunedì 6 febbraio 2017

Guida al GDPR per chi non ne vuole sapere: a chi hai dato i dati ("so spariti i dati")?

Se ricordi ho scritto nel post precedente (faccio finta che qualcuno li legga, sai) di cosa dovresti fare per iniziare ad affrontare questa rogna del GDPR. La prima era assumere un DPO, la seconda riguardava i dati…

Ma che sono ‘sti dati?

voglio dire tutti parlano di dati, ma cosa vuol dire? dove sono? chi sono? cosa fanno?

Allora visto che sto scrivendo in italiano assumo che tu che leggi sia italiano e probabilmente interessato alla versione italiana della storia.

Quindi vediamo cosa dice il garante al riguardo:

 


http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/diritti/cosa-intendiamo-per-dati-personali

Sono dati personali le informazioni che identificano o rendono identificabile una persona fisica e che possono fornire dettagli sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc..

Particolarmente importanti sono:

  • i dati identificativi: quelli che permettono l’identificazione diretta, come i dati anagrafici (ad esempio: nome e cognome), le immagini, ecc.;
  • i dati sensibili: quelli che possono rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, lo stato di salute e la vita sessuale;
  • i dati giudiziari: quelli che possono rivelare l’esistenza di determinati provvedimenti giudiziari soggetti ad iscrizione nel casellario giudiziale (ad esempio, i provvedimenti penali di condanna definitivi, la liberazione condizionale, il divieto od obbligo di soggiorno, le misure alternative alla detenzione) o la qualità di imputato o di indagato.

Con l’evoluzione delle nuove tecnologie, altri dati personali hanno assunto un ruolo significativo, come quelli relativi alle comunicazioni elettroniche (via Internet o telefono) e quelli che consentono la geolocalizzazione, fornendo informazioni sui luoghi frequentati e sugli spostamenti.

LE PARTI IN GIOCO

Interessato è la persona fisica cui si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l’indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l”interessato” (articolo 4, comma 1, lettera i), del Codice);

Titolare è la persona fisica, l’impresa, l’ente pubblico o privato, l’associazione, ecc., cui spettano le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento, oltre che sugli strumenti utilizzati (articolo 4, comma 1, lettera f), del Codice);

Responsabile è la persona fisica, la società, l’ente pubblico o privato, l’associazione o l’organismo cui il titolare affida, anche all’esterno della sua struttura organizzativa, specifici e definiti compiti di gestione e controllo del trattamento dei dati (articolo 4, comma 1, lettera g), del Codice). La designazione del responsabile è facoltativa (articolo 29 del Codice);

Incaricato è la persona fisica che, per conto del titolare, elabora o utilizza materialmente i dati personali sulla base delle istruzioni ricevute dal titolare e/o dal responsabile (articolo 4, comma 1, lettera h), del Codice).

____________________________________________________________________________________________________

Partiamo dalla definizione:

I dati che rendono identificabile o identificano una persona significa tutte le informazioni che ci permettono di risalire ad una persona fisica, con l’estensione anche al capire cosa fa, cosa gli piace ….

La quantità di dati che rientrano in questa categoria è estremamente ampia, il garante si è espresso diverse volte in merito mettendo persino gli indirizzi IP in questa categoria. Cosa significa?

Gestiamo quotidianamente una enorme mole di dati: li distribuiamo in giro, sia nostri che di altri, senza spesso neanche rendercene conto. Se usi un telefono, la posta elettronica, le chat, i social media allora magari sai di cosa sto parlando anche senza rendertene pienamente conto. Se vuoi sapere dove si trova il tuo amico, collega, cliente puoi magari verificare su una qualche funzione di geolocalizzazione offerta da diverse apps o condividere direttamente coordinate o …

Ops scusa sto divagando.

Il punto è che magari non ti rendi neanche conto di questa cosa.

Cosa sono questi fantomatici dati:

Proviamo a trasferirla in area aziendale per vedere se riesci ad allargare i tuoi confini di comprensione.

Molto di quello che si fa in una azienda è, oggi come oggi, legato a doppio filo con la digitalizzazione.

Pensaci bene:

  • Comunichi principalmente via e-mail: offerte, contratti, proposte, CV per le assunzioni, comunicazioni interne, chiacchiere …ci passa un sacco di roba
  • Utilizzi il web sia per recuperare informazioni (hai presente la pagina di google che interroghi sempre) quanto per comunicare esternamente (magari vendi online, magari hai un sito web, magari fai marketing online…)
  • Forse hai anche una presenza social (traduco roba tipo facebook o linkedin)
  • Probabilmente usi un sistema di contabilità informatizzato
  • Un CRM magari
  • Hai un elenco dei clienti, con le loro email, i telefoni, forse anche i riferimenti Skype e social e altre informazioni da qualche parte…se sei in gamba forse hai anche le date di nascita (sa come è, per fare gli auguri) e altri particolari.
  • hai un elenco di dipendenti con i loro dati tipo conto corrente, contatto familiare, stipendio …
  • trasporti questi dati, li salvi, li processi e magari qualche volta li vendi anche (ci sono aziende che lo fanno come mestiere)

E la cosa interessante è che magari non ti rendi conto che in quello scambio di informazioni hai mescolato elementi di business e personali.

Ora il problema del signor GDPR e del suo perfido assistente DPO che pretende di sapere dove sono questi dati per farteli gestire e proteggere.

Dove sono?

ti ho scritto qualche giorno fa che le prime 2 cose dovresti fare è iniziare a mappare i dati per capire dove sono e se sono importanti.

per fare questa operazione la cosa più semplice è passare piano piano le vare funzioni, operazioni e tools che usi, mappare i dati relativi in termini di:

  1. cosa sono
  2. come li raccolgo
  3. dove sono
  4. come li gestisco
  5. sono importanti per GDPR

ti suggerisco di usare un duplice approccio: uno funzionale e uno per tecnologia e ppoi incroci

ad esempio quello funzionale può essere:

  1. vendite -come gestisco la vendita, come viene fatta l’offerta, come viene comunicata, che dati trattengo del cliente, offro servizi post vendita …
  2. marketing – tramite che canali comunico, faccio eventi, uso database …
  3. gestione del personale – come gestisco i dati dei dipendenti, dove metto i cv se faccio richieste personali
  4. produzione – …

quello tecnologico invece può essere:

  1. cosa comunico tramite la posta elettronica
  2. gestisco l’accesso al web dei dipendenti, proxy
  3. uso app, chat, videoconferenza
  4. uso servizi cloud
  5. uso database
  6. uso archivi cartacei (si contano anche quelli)

il consiglio è, ovviamente, quello di incrociare poi le due cose per aiutarti a capire:

  1. quali dati effettivamente usi
  2. a cosa ti servono
  3. come li gestisci

siccome non ci hai mai pensato fare un lavoro su due fronti ti aiuta ad evitare a dimenticarti dei pezzi, e ti risulterà utilissimo poi quando dovrai fare la PIA … (non  nel senso di una persona molto religiosa…)

l’idea è quella di aiutarti a capire i dati nel suo complesso.

ricordi il mio post sulla gestione dei curriculum? ecco quello è un esempio.

ma voglio anche farti altri esempi: se fai andare i tuoi utenti su internet registri, anche se non lo sai, un sacco di dati che sarebbe opportuno tu gestissi correttamente:

i log dei tuoi firewall o proxy contengono dati a rischio, tipo l’IP, L’utente e il sito visitato

se hai un sito web con delle email pubbliche, servizi vari, blog, newsletter potresti ricevere comunicazioni che vanno gestite opportunamente o potresti ricevere sottoscrizioni che vanno gestite.

ma anche il semplice database dei tuoi dipendenti se dovesse essere attaccato e i relativi dati resi pubblici ti esporrebbe al rischio, se non hai messo in piedi le norme minime di protezione, di una sonora (e meritata) multa.

 

Che fare poi?

ok una volta che hai fatto la mappa dei dati ti ritrovi in mano un nuovo strumento che ti dice

  • che dati hai
  • a cosa ti servono
  • come li usi

a questo punto puoi iniziare a capire cosa dovresti fare per essere compliant con il GDPR.

Il primo punto è capire cosa rischi, qui entra in gioco la PIA

Il secondo punto è definire il valore di questi dati

Il terzo punto è iniziare a definire le azioni correttive che servono a gestire i dati.

Le azioni correttive coprono:

  1. la definizione delle procedure operative di raccolta e gestione dei dati
    1. metriche di misurazione e controllo per l’auditing
    2. definizione delle responsabilità operative
  2. l’introduzione delle corrette tecnologie
    1. valutazione delle tecnologie correnti
    2. definizione delle eventuali introduzioni tecnologiche di sicurezza o gestione dati
  3. la definizione delle procedure di monitoraggio ed auditing
  4. la definizione delle procedure di gestione delle eccezioni e degli incidenti

ora non voglio e non posso andare in ulteriori dettagli, non fosse per altro che:

  1. non esiste una soluzione adatta a tutti
  2. anche esistesse, se faccio io il lavoro qui gratis non ci guadagno
  3. mica sto scrivendo un libro, ma solo una serie di amichevoli consigli.

dai sorridi, almeno io ti ho lanciato qualche avvertimento, e sai come si dice: uomo avvisato ….

 

Guida al GDPR per chi non ne vuole sapere: a chi hai dato i dati ("so spariti i dati")?

Se ricordi ho scritto nel post precedente (faccio finta che qualcuno li legga, sai) di cosa dovresti fare per iniziare ad affrontare questa rogna del GDPR. La prima era assumere un DPO, la seconda riguardava i dati…

Ma che sono ‘sti dati?

voglio dire tutti parlano di dati, ma cosa vuol dire? dove sono? chi sono? cosa fanno?

Allora visto che sto scrivendo in italiano assumo che tu che leggi sia italiano e probabilmente interessato alla versione italiana della storia.

Quindi vediamo cosa dice il garante al riguardo:

 


http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/diritti/cosa-intendiamo-per-dati-personali

Sono dati personali le informazioni che identificano o rendono identificabile una persona fisica e che possono fornire dettagli sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc..

Particolarmente importanti sono:

  • i dati identificativi: quelli che permettono l’identificazione diretta, come i dati anagrafici (ad esempio: nome e cognome), le immagini, ecc.;
  • i dati sensibili: quelli che possono rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, lo stato di salute e la vita sessuale;
  • i dati giudiziari: quelli che possono rivelare l’esistenza di determinati provvedimenti giudiziari soggetti ad iscrizione nel casellario giudiziale (ad esempio, i provvedimenti penali di condanna definitivi, la liberazione condizionale, il divieto od obbligo di soggiorno, le misure alternative alla detenzione) o la qualità di imputato o di indagato.

Con l’evoluzione delle nuove tecnologie, altri dati personali hanno assunto un ruolo significativo, come quelli relativi alle comunicazioni elettroniche (via Internet o telefono) e quelli che consentono la geolocalizzazione, fornendo informazioni sui luoghi frequentati e sugli spostamenti.

LE PARTI IN GIOCO

Interessato è la persona fisica cui si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l’indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l”interessato” (articolo 4, comma 1, lettera i), del Codice);

Titolare è la persona fisica, l’impresa, l’ente pubblico o privato, l’associazione, ecc., cui spettano le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento, oltre che sugli strumenti utilizzati (articolo 4, comma 1, lettera f), del Codice);

Responsabile è la persona fisica, la società, l’ente pubblico o privato, l’associazione o l’organismo cui il titolare affida, anche all’esterno della sua struttura organizzativa, specifici e definiti compiti di gestione e controllo del trattamento dei dati (articolo 4, comma 1, lettera g), del Codice). La designazione del responsabile è facoltativa (articolo 29 del Codice);

Incaricato è la persona fisica che, per conto del titolare, elabora o utilizza materialmente i dati personali sulla base delle istruzioni ricevute dal titolare e/o dal responsabile (articolo 4, comma 1, lettera h), del Codice).

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Partiamo dalla definizione:

I dati che rendono identificabile o identificano una persona significa tutte le informazioni che ci permettono di risalire ad una persona fisica, con l’estensione anche al capire cosa fa, cosa gli piace ….

La quantità di dati che rientrano in questa categoria è estremamente ampia, il garante si è espresso diverse volte in merito mettendo persino gli indirizzi IP in questa categoria. Cosa significa?

Gestiamo quotidianamente una enorme mole di dati: li distribuiamo in giro, sia nostri che di altri, senza spesso neanche rendercene conto. Se usi un telefono, la posta elettronica, le chat, i social media allora magari sai di cosa sto parlando anche senza rendertene pienamente conto. Se vuoi sapere dove si trova il tuo amico, collega, cliente puoi magari verificare su una qualche funzione di geolocalizzazione offerta da diverse apps o condividere direttamente coordinate o …

Ops scusa sto divagando.

Il punto è che magari non ti rendi neanche conto di questa cosa.

Cosa sono questi fantomatici dati:

Proviamo a trasferirla in area aziendale per vedere se riesci ad allargare i tuoi confini di comprensione.

Molto di quello che si fa in una azienda è, oggi come oggi, legato a doppio filo con la digitalizzazione.

Pensaci bene:

  • Comunichi principalmente via e-mail: offerte, contratti, proposte, CV per le assunzioni, comunicazioni interne, chiacchiere …ci passa un sacco di roba
  • Utilizzi il web sia per recuperare informazioni (hai presente la pagina di google che interroghi sempre) quanto per comunicare esternamente (magari vendi online, magari hai un sito web, magari fai marketing online…)
  • Forse hai anche una presenza social (traduco roba tipo facebook o linkedin)
  • Probabilmente usi un sistema di contabilità informatizzato
  • Un CRM magari
  • Hai un elenco dei clienti, con le loro email, i telefoni, forse anche i riferimenti Skype e social e altre informazioni da qualche parte…se sei in gamba forse hai anche le date di nascita (sa come è, per fare gli auguri) e altri particolari.
  • hai un elenco di dipendenti con i loro dati tipo conto corrente, contatto familiare, stipendio …
  • trasporti questi dati, li salvi, li processi e magari qualche volta li vendi anche (ci sono aziende che lo fanno come mestiere)

E la cosa interessante è che magari non ti rendi conto che in quello scambio di informazioni hai mescolato elementi di business e personali.

Ora il problema del signor GDPR e del suo perfido assistente DPO che pretende di sapere dove sono questi dati per farteli gestire e proteggere.

Dove sono?

ti ho scritto qualche giorno fa che le prime 2 cose dovresti fare è iniziare a mappare i dati per capire dove sono e se sono importanti.

per fare questa operazione la cosa più semplice è passare piano piano le vare funzioni, operazioni e tools che usi, mappare i dati relativi in termini di:

  1. cosa sono
  2. come li raccolgo
  3. dove sono
  4. come li gestisco
  5. sono importanti per GDPR

ti suggerisco di usare un duplice approccio: uno funzionale e uno per tecnologia e ppoi incroci

ad esempio quello funzionale può essere:

  1. vendite -come gestisco la vendita, come viene fatta l’offerta, come viene comunicata, che dati trattengo del cliente, offro servizi post vendita …
  2. marketing – tramite che canali comunico, faccio eventi, uso database …
  3. gestione del personale – come gestisco i dati dei dipendenti, dove metto i cv se faccio richieste personali
  4. produzione – …

quello tecnologico invece può essere:

  1. cosa comunico tramite la posta elettronica
  2. gestisco l’accesso al web dei dipendenti, proxy
  3. uso app, chat, videoconferenza
  4. uso servizi cloud
  5. uso database
  6. uso archivi cartacei (si contano anche quelli)

il consiglio è, ovviamente, quello di incrociare poi le due cose per aiutarti a capire:

  1. quali dati effettivamente usi
  2. a cosa ti servono
  3. come li gestisci

siccome non ci hai mai pensato fare un lavoro su due fronti ti aiuta ad evitare a dimenticarti dei pezzi, e ti risulterà utilissimo poi quando dovrai fare la PIA … (non  nel senso di una persona molto religiosa…)

l’idea è quella di aiutarti a capire i dati nel suo complesso.

ricordi il mio post sulla gestione dei curriculum? ecco quello è un esempio.

ma voglio anche farti altri esempi: se fai andare i tuoi utenti su internet registri, anche se non lo sai, un sacco di dati che sarebbe opportuno tu gestissi correttamente:

i log dei tuoi firewall o proxy contengono dati a rischio, tipo l’IP, L’utente e il sito visitato

se hai un sito web con delle email pubbliche, servizi vari, blog, newsletter potresti ricevere comunicazioni che vanno gestite opportunamente o potresti ricevere sottoscrizioni che vanno gestite.

ma anche il semplice database dei tuoi dipendenti se dovesse essere attaccato e i relativi dati resi pubblici ti esporrebbe al rischio, se non hai messo in piedi le norme minime di protezione, di una sonora (e meritata) multa.

 

Che fare poi?

ok una volta che hai fatto la mappa dei dati ti ritrovi in mano un nuovo strumento che ti dice

  • che dati hai
  • a cosa ti servono
  • come li usi

a questo punto puoi iniziare a capire cosa dovresti fare per essere compliant con il GDPR.

Il primo punto è capire cosa rischi, qui entra in gioco la PIA

Il secondo punto è definire il valore di questi dati

Il terzo punto è iniziare a definire le azioni correttive che servono a gestire i dati.

Le azioni correttive coprono:

  1. la definizione delle procedure operative di raccolta e gestione dei dati
    1. metriche di misurazione e controllo per l’auditing
    2. definizione delle responsabilità operative
  2. l’introduzione delle corrette tecnologie
    1. valutazione delle tecnologie correnti
    2. definizione delle eventuali introduzioni tecnologiche di sicurezza o gestione dati
  3. la definizione delle procedure di monitoraggio ed auditing
  4. la definizione delle procedure di gestione delle eccezioni e degli incidenti

ora non voglio e non posso andare in ulteriori dettagli, non fosse per altro che:

  1. non esiste una soluzione adatta a tutti
  2. anche esistesse, se faccio io il lavoro qui gratis non ci guadagno
  3. mica sto scrivendo un libro, ma solo una serie di amichevoli consigli.

dai sorridi, almeno io ti ho lanciato qualche avvertimento, e sai come si dice: uomo avvisato ….

 

mercoledì 7 gennaio 2015

Aspettando il festival ICT 2015

beh visto che mi era arrivato il link con le foto, ed avendo partecipato come oratore mi sembra giusto postare  almeno le mie foto 🙂 linkando la sorgente originale.

Grande affluenza, grande pubblico

peccato non ci sia l’audio, sopratutto nel momento in cui dalle casse usciva lo speech della sala vicina, il momento più apprezzato dal mio pubblico, lol 🙂

aspettando il festival ICT1015 potete dare una occhiata alle foto messe sulla pagina facebook e agli altri link che ha mandato l’organizzazione.

 

13161_349547391884582_248423317971878573_n
Qui sto facendo un classico gioco di magia: sim sala bim…..

1625551_349547351884586_3440268524425006638_n
Quella davanti non è pancia, ma l’altoparlante (ci provo non si sa mai che qualcuno ci creda)

10378164_349547435217911_6265268053584019123_n
Quasi quasi sembro un cantante neomelodico …. altro che ICT 🙂

 

Le videointerviste del festival ICT 2014

Ti informiamo che nel nostro canale Youtube  sono disponibili le videointerviste, svolte dal nostro staff, agli Sponsor Platinum e Gold del festival ICT 2014.

Le interviste hanno l’obiettivo di informare, chi non ha potuto partecipare all’evento, sui temi discussi durante la ricchissima giornata d’evento  e sulle novità che le singole aziende stanno portando avanti nel mercato ICT italiano e non solo.

Con l’occasione ti invitiamo a guardare il video trailer dell’evento . E’ estremamente utile per riassumere tutta la giornata, constatare l’affluenza di pubblico, il layout espositivo e tanti altri aspetti dell’evento.

Ti invitiamo anche a leggere il comunicato post-evento . Nella nostra pagina Facebook, inoltre, ci sono centinaia di foto fatte all’evento .

Aspettando il festival ICT 2015

beh visto che mi era arrivato il link con le foto, ed avendo partecipato come oratore mi sembra giusto postare  almeno le mie foto 🙂 linkando la sorgente originale.

Grande affluenza, grande pubblico

peccato non ci sia l’audio, sopratutto nel momento in cui dalle casse usciva lo speech della sala vicina, il momento più apprezzato dal mio pubblico, lol 🙂

aspettando il festival ICT1015 potete dare una occhiata alle foto messe sulla pagina facebook e agli altri link che ha mandato l’organizzazione.

 

13161_349547391884582_248423317971878573_n
Qui sto facendo un classico gioco di magia: sim sala bim…..

1625551_349547351884586_3440268524425006638_n
Quella davanti non è pancia, ma l’altoparlante (ci provo non si sa mai che qualcuno ci creda)

10378164_349547435217911_6265268053584019123_n
Quasi quasi sembro un cantante neomelodico …. altro che ICT 🙂

 

Le videointerviste del festival ICT 2014

Ti informiamo che nel nostro canale Youtube  sono disponibili le videointerviste, svolte dal nostro staff, agli Sponsor Platinum e Gold del festival ICT 2014.

Le interviste hanno l’obiettivo di informare, chi non ha potuto partecipare all’evento, sui temi discussi durante la ricchissima giornata d’evento  e sulle novità che le singole aziende stanno portando avanti nel mercato ICT italiano e non solo.

Con l’occasione ti invitiamo a guardare il video trailer dell’evento . E’ estremamente utile per riassumere tutta la giornata, constatare l’affluenza di pubblico, il layout espositivo e tanti altri aspetti dell’evento.

Ti invitiamo anche a leggere il comunicato post-evento . Nella nostra pagina Facebook, inoltre, ci sono centinaia di foto fatte all’evento .

venerdì 18 luglio 2014

A neverending chain of Hate

Today has been dedicated to the conflict between Israel and Palestine, dedicated because for some reasons I received some messages on the subject and I read some thread that made me think about this sad war.

The first thing come to my attention has been a thread on twitter related to this pic. Is just me that I am naïve or there is something wrong with this Facebook page?

PIC-large

This disgusting page comes from Facebook, those are the comments after that Israel artillery shot and killed some children in Palestine. There is no right that can justify such comments, they are disgusting for their very nature, they’re simply telling that not all human is worth to live.

The thing looks to me pure barbarity by itself.

This is not being pro or against Israel, not being pro or against Palestine. Both have reasons, both made mistakes, both hands are red by innocent blood.

Both are simply not looking at ending this endless war.

But this is a conflict that is based also on words and there are some very disturbing moments in this war that hurt me.

The very idea that a civilized and modern country, a “democratic” one allow the use of hate speech and use lousy propaganda make me feel like nothing has changed in the last 1000 years.

wafa-al-bassJust to be clear I will state here that I have No doubt Hamas agenda is to destroy Israel, this agenda is related more to keep power and misconceived religion believes than real care of the Palestinian population. But honestly I do not expect Hamas to be democratic and civil in our western terms, and this is a very bad thing.

The way Hamas is conducting the war is clear, using people  to commit suicide, weapon, rocket and explosives targeting directly civilians, without any kind of respect or consideration.

Leveraging the holy war flag, the jihad, they’re simply moving the bar to a point where there would be other chances but the annihilation of the enemy. Hiding between the population is part of the very essence of the group, they want to be considered leader inside the population not an external source.

The way Hamas talk about Israel is quite self-explanatory, no doubt that we cannot trust Hamas as a partner for peace, see thi link http://www.israeltoday.co.il/NewsItem/tabid/178/nid/24375/Default.aspx

At the same time it is quite clear that there is no agenda for peace also in the other part, political speeches, comment like the ones before, and videos like this one make clear the point:

http://youtu.be/GdtGOY8T5XE

the so-called 10 misconception named in the video are one of the “finest” propaganda video I’ve ever seen. Just let represent reality in a slightly different way and, voilà, here you are the good one against the ugly guy. Those are not the basis for a peace, I strongly doubt that something good could come from a lie and this is a great example. Anyone with a minimum knowledge of history and facts would argue that this is no more than a ridiculous way to present Israel as a holy people who did everything possible to make peace.

The truth is quite different, and facts are far more complex. So if the history of how Israel got the land is just “simplified” other points are questionable as the comment on economic situation (partially true but would be good to discuss the part Israel played in blocking economic development of a Palestinian territory) or Palestinian children are feed with hate against Israel in a way that seems that hate is only from one side.

The truth is that  Israeli rhetoric against Palestine and Arab (But I should add Muslim and, generally speaking, the gentile which is everyone that is not a believer) is equally hard and brutal then the Arab’s:eli-ben

Just take a look also at this article:

http://uprootedpalestinians.wordpress.com/2014/07/04/examples-of-hate-speech-by-israel-against-palestine

bbc-rabbi-extermination.

 

 

 

The sad conclusion that comes out is, sadly, that neither part want to stop this war because, at the end, both are gaining visibility, power and the justification of their existence one from the other.

Turning the question into a religious war allow both parties to be way more effective in feeding this never-ending conflict.

And using the propaganda from both sides allow to justify acts and words that would have been considered “barbarian” in other contexts.

yitzchak ginsburgh9

 

A neverending chain of Hate

Today has been dedicated to the conflict between Israel and Palestine, dedicated because for some reasons I received some messages on the subject and I read some thread that made me think about this sad war.

The first thing come to my attention has been a thread on twitter related to this pic. Is just me that I am naïve or there is something wrong with this Facebook page?

PIC-large

This disgusting page comes from Facebook, those are the comments after that Israel artillery shot and killed some children in Palestine. There is no right that can justify such comments, they are disgusting for their very nature, they’re simply telling that not all human is worth to live.

The thing looks to me pure barbarity by itself.

This is not being pro or against Israel, not being pro or against Palestine. Both have reasons, both made mistakes, both hands are red by innocent blood.

Both are simply not looking at ending this endless war.

But this is a conflict that is based also on words and there are some very disturbing moments in this war that hurt me.

The very idea that a civilized and modern country, a “democratic” one allow the use of hate speech and use lousy propaganda make me feel like nothing has changed in the last 1000 years.

wafa-al-bassJust to be clear I will state here that I have No doubt Hamas agenda is to destroy Israel, this agenda is related more to keep power and misconceived religion believes than real care of the Palestinian population. But honestly I do not expect Hamas to be democratic and civil in our western terms, and this is a very bad thing.

The way Hamas is conducting the war is clear, using people  to commit suicide, weapon, rocket and explosives targeting directly civilians, without any kind of respect or consideration.

Leveraging the holy war flag, the jihad, they’re simply moving the bar to a point where there would be other chances but the annihilation of the enemy. Hiding between the population is part of the very essence of the group, they want to be considered leader inside the population not an external source.

The way Hamas talk about Israel is quite self-explanatory, no doubt that we cannot trust Hamas as a partner for peace, see thi link http://www.israeltoday.co.il/NewsItem/tabid/178/nid/24375/Default.aspx

At the same time it is quite clear that there is no agenda for peace also in the other part, political speeches, comment like the ones before, and videos like this one make clear the point:

http://youtu.be/GdtGOY8T5XE

the so-called 10 misconception named in the video are one of the “finest” propaganda video I’ve ever seen. Just let represent reality in a slightly different way and, voilà, here you are the good one against the ugly guy. Those are not the basis for a peace, I strongly doubt that something good could come from a lie and this is a great example. Anyone with a minimum knowledge of history and facts would argue that this is no more than a ridiculous way to present Israel as a holy people who did everything possible to make peace.

The truth is quite different, and facts are far more complex. So if the history of how Israel got the land is just “simplified” other points are questionable as the comment on economic situation (partially true but would be good to discuss the part Israel played in blocking economic development of a Palestinian territory) or Palestinian children are feed with hate against Israel in a way that seems that hate is only from one side.

The truth is that  Israeli rhetoric against Palestine and Arab (But I should add Muslim and, generally speaking, the gentile which is everyone that is not a believer) is equally hard and brutal then the Arab’s:eli-ben

Just take a look also at this article:

http://uprootedpalestinians.wordpress.com/2014/07/04/examples-of-hate-speech-by-israel-against-palestine

bbc-rabbi-extermination.

 

 

 

The sad conclusion that comes out is, sadly, that neither part want to stop this war because, at the end, both are gaining visibility, power and the justification of their existence one from the other.

Turning the question into a religious war allow both parties to be way more effective in feeding this never-ending conflict.

And using the propaganda from both sides allow to justify acts and words that would have been considered “barbarian” in other contexts.

yitzchak ginsburgh9

 

martedì 12 marzo 2013

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Marzo 2013

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mercoledì 6 marzo 2013

Security Summit :: Il 12 marzo si apre l'edizione 2013: pronto il programma, definiti i contenuti

Steve Purser, Head of the Technical Department...
Steve Purser, Head of the Technical Department, ENISA (Photo credit: Security & Defence Agenda)

Security Summit :: Il 12 marzo si apre l’edizione 2013: pronto il programma, definiti i contenuti

Il 12 marzo si apre l’edizione 2013: pronto il programma, definiti i contenuti
E’ praticamente definito il programma della prima tappa del Security Summit 2013 che si aprirà la mattina del 12 marzo a Milano.
Si inizia infatti con un ospite d’eccezione, Steve Purser, Head of Technical Department, ENISA – European Network and Information Security Agency, che disegnerà il quadro dei progetti europei in tema di Ict security, tema di grande rilevanza perchè naturalmente coinvolge poi le politiche dei singoli Paesi.

Security Summit :: Il 12 marzo si apre l'edizione 2013: pronto il programma, definiti i contenuti

Steve Purser, Head of the Technical Department...
Steve Purser, Head of the Technical Department, ENISA (Photo credit: Security & Defence Agenda)

Security Summit :: Il 12 marzo si apre l’edizione 2013: pronto il programma, definiti i contenuti

Il 12 marzo si apre l’edizione 2013: pronto il programma, definiti i contenuti
E’ praticamente definito il programma della prima tappa del Security Summit 2013 che si aprirà la mattina del 12 marzo a Milano.
Si inizia infatti con un ospite d’eccezione, Steve Purser, Head of Technical Department, ENISA – European Network and Information Security Agency, che disegnerà il quadro dei progetti europei in tema di Ict security, tema di grande rilevanza perchè naturalmente coinvolge poi le politiche dei singoli Paesi.

martedì 12 febbraio 2013

Antonio, congratulations! You have one of the top 1% most viewed LinkedIn profiles for 2012!

Antonio, congratulations! You have one of the top 1% most viewed LinkedIn profiles for 2012!

LinkedIn now has 200 million members.
Antonio, congratulations!
You have one of the top 1% most viewed LinkedIn profiles for 2012.
LinkedIn now has 200 million members. Thanks for
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