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giovedì 12 giugno 2014

L'angolo tecnico, in collaborazione con V-Valley

vv

 

 

 

 

Come chiunque acceda al mio profilo LinkedIn dovrebbe sapere, ho iniziato una collaborazione con V-Valley, distributore a valore, per dare supporto e sviluppo alla parte di sicurezza.

Una componente fondamentale del valore è la formazione in tutte le sue varie espressioni. Training, articoli, eventi e conferenze saranno una espressione di questa collaborazione, con lo scopo di consentire un avvicinamento in maniera piu consapevole alla platea di chi si approccia alla sicurezza informatica.

In questa ottica ho deciso di iniziare a scrivere una serie di articoli che affrontano alcuni aspetti pratici della sicurezza, andando ad evidenziare sia i fattori di rischio che le soluzioni di mercato disponibili.

La prima problematica che affronterò in questa serie di articoli è legata ad una esigenza contingente, la scadenza del supporto da parte di Microsoft per Windows XP e, l’anno prossimo, per Windows 2000.

Ovviamente le problematiche introdotte non avranno incidenza solo per queste due piattaforme, ma a partire dalle indicazioni fornite dalle piattaforme il discorso verrà esteso anche a sistemi piu “aggiornati”  e ambienti sia fisici che virtuali.

i primi articoli che mi accingo a pubblicare saranno:

come affrontare  problematiche di patching anche su piattaforme obsolete attraverso tecniche di virtual patching

  • WindowsXP, Windows 2000 e gli altri: Extreme Hardening

come “blindare” sistemi critici, e non solo, usando tecniche di sandboxing.

  • APT cosa sono davvero e come ci si difende

marketing a parte cosa significa questo acronimo in realtà e cosa significa in termini di difesa e rischio

  • I principi basilari di sicurezza nel cloud

come complementare sicurezza e cloud? utenti di servizi cloud, provider di servizi cloud hanno problematiche di sicurezza in parte comuni ed in parte complementari.

 

Ovviamente sarei lieto di avere in merito i vostri feedback e suggerimenti, ed anche sapere se a seguito dell’articolo potreste trovare interessante anche un eventuale training.

ciao

AntonioIAClogo

 

venerdì 23 maggio 2014

Le soluzioni Enterprise Dell e APC: approfondimenti e dimostrazioni dal vivo grazie al V-Truck

Dell Intel Italy - Padova 28 May 2014 (Esprinet)
BenvenutoLe soluzioni Enterprise Dell e APC: approfondimenti e dimostrazioni dal vivo grazie al V-Truck 

Il workshop si terrà il 28 Maggio 2014 a Padova in Villa Borromeo (Via della Provvidenza, 61 – 35030 Sarmeola di Rubano) e rappresenta un’opportunità per assistere alle presentazioni di Dell, Intel e APC sui trend di mercato, per migliorare ulteriormente la propria posizione all’interno della rete degli operatori del settore enterprise e per provare gli ultimi prodotti durante le dimostrazioni dal vivo.

 

Dettagli dell’evento

Il workshop inizierà alle 14:30 del 28 Maggio 2014 con un Welcome Coffee e terminerà alle 18.00. Seguirà degustazione di vini tipici alla presenza di un Sommelier qualificato, Cliccate qui per un menu completo.

 

Iscriviti ora

Compila il modulo di iscrizione online entro il 22 Maggio 2014. I posti disponibili al workshop sono limitati, pertanto l’accesso sarà confermato in base all’ordine di arrivo delle iscrizioni. Ti raccomandiamo di iscriverti appena possibile per assicurarti un posto all’evento.

Per qualsiasi domanda o per ricevere supporto in fase di iscrizione contatta il Team V-Valley Dell Enterprise

giovedì 6 febbraio 2014

Ma davvero siamo corrotti?

Trovo curioso che una altra volta venga fuori l’ennesimo grido dall’estero che ci accusa di essere uno dei paesi piu corrotti d’europa, e che le connesioni oscure tra affari e plitica siano una delle cause delle pessime condizioni della nostra disastrata politica.

Trovo curioso che la cosa abbia destato sorpresa, dopo tutto siamo orgogliosamente membri di questa classifica da anni. E non serve dire che ci sono alcuni paesi che stanno peggio per consolarci, tutto sommato per una volta cospargerci il capo di cenere e fare ammenda sarebbe meglio.

http://www.transparency.org/country#ITA_DataResearch

 

Ma da cosa deriva questa corruzione? Non sarà che il problema, alla fine, sono proprio gli italiani? Se ci fermassimo un attimo a pensare, ne vediamo i segni ovunque, favoritismo, clientela, mancanza di rispetto per il prossimo, disprezzo dell’etica e della morale.

Non sono indizi sufficienti i comportamenti dei nostri amministratori locali? I nostri amministratori regionali hanno dato ampio uso alla parola abuso, e ci siamo scandalizzati? Tutto sommato no visto che sono ancora li.  Abbiamo avuto una politica oggettivamente connivente e cosa abbiamo fatto? Tutto sommato nulla.

Il porblema di fondo è che è stato distrutto il substrato etico e morale del paese, senza immettere strumenti culturali di gestione di questa mancanza. tradotto abiamo perso il senso etico ma non siamo stati capaci di ricostrure delle categorie sostitutive.

Il paradosso di questa mancanza di prospettiva e di riferimenti è che rende anche difficile pensare a meccaniche correttive nel breve periodo. Neanche pensare all’uso di una buona dose di Real Politik riesce a essere credibile. Un esempio desolante è la discussione sulla nuova legge elettorale.

La questione è difficile sotto diversi aspetti sopratutto perchè siamo in Italia.

Il primo punto è che la discussione è venuta da fuori il parlamento tra Renzi e Berlusconi. In realtà altrove il fatto che una proposta arrivi da fuori l’ambito parlamentare non sarebbe poi cosi scandalosa, ma di fronte ad un parlamento che negli ultmi 20 anni non è stato capace di partorire neanche il classico topolino la cosa diventa stridente e difficile da accettare. Ma il dubbio che le levate di scudi del parlamento siano strumentali è poi cosi campata per aria? Dopo tutto sono quelli stessi onorevoli e senatori che, come confessò il buon Razzi in fuori onda, “si fanno tutti i cazzi loro”.

Il secondo punto è che la discussione avvenga tra Berlusconi e Renzi. In un altro paese che due forze politiche di grande rappresentaza discutano di una riforma costituzionale non darebbe scandalo, fa parte delle dinamiche della democrazia. Ma indubbiamente la presenza di un vulnus etico e morlae qui è evidente. Berlusconi è condannato in terzo grado, e quindi non si può non osservare che una delle leggi fondamentali viene discussa da un condannato in via definitiva.

Parliamo ora del nodo delle preferenze. Se dovessimo discutere in maniera astratta la rappresentanza dovrebbe essere frutto di una diretta relazione tra l’elettore ed il suo rappresentante. Il non poter scegliere, quindi, il proprio candidato è una limitazione al diritto di voto. Per altro la presenza di liste bloccate e gestite dai partiti porterebbe a pensare che la scelta di nomi e presenze sia strumentale agli interessi del partito. Ma la realtà italiana ha mostrato, dati alla mano, che nelle aree in cui la candidatura è diretta e non di lista, voto di scambio e corruzione hanno fatto il pieno (i prima citati esempi locali e regionali), ma allo stesso tempo le liste imposte sono nstate il veicolo di proposizione da parte dei partiti di soggetti altrimenti improponibili. E l’uso markettaro e sbarazzino di nominativi capolista non è un chiaro esempio di strumentazione delle liste bloccate.

Dulcis in fundus, per farla breve, che dire del problema di soglie e premi di maggioranza? Chiaramente la scelta di aumentare la stabilità del governo va a discapito della rappresentatività delle forze minori, ma viceversa aumentare tale rappresentatività rende gli esecutivi schiavi del ricatto delle poltrone (orribile abitudine). viene quindi introdotto l’orribile concetto del premio di maggioranza, un pro bono che serve a permettere a qualcuno di governare anche senza la oggeettiva rappresentatività popolare, tecnicismo che la corte costituzionale ha dichiarato da usarsi in maniera non pesante come l’attuale e decaduta legge.

Su tutto vale la considerazione che il problema della nostra legge non è, evidentemente, il tecnicismo della sua forma ma il fatto che, comunque la si giri, i dubbi sulla sua efficacia e correttezza siano legati ai dubbi su gli elettori e gli eletti, insomma noi.

Non è questo il substrato ideale per la crescita della corruzione? E la corruzione non si alimenta di connivenza, paura, complicità, ignoranza e mancanza di etica e di morale?

Davvero siamo corrotti? temo che la risposta sia SI lo siamo.

E la prossima volta che vedete un buco in una strada, mal rattoppato con dell’ inutile bitume, chiedetevi chi ha scelto la ditta che ha fatto la strada, e quali fossero i parametri di scelta e poi domandatevi come mai la ‘ndrangheta ha adocchiato da anni questo business.

Antonio

sabato 2 novembre 2013

Cosa ci rende italiani?

Prendo il treno da Pavia la mattina, poi la metropolitana, quattro fermate da Rogoredo a Porta Romana. un tragitto che mi espone ad un campione di umanità varia per età, sesso, etnia. Trovo interessante notare come la composizione etnica sia cambiata nel corso degli anni: latinos, asiatici, caucasici, di colore si mescolano nei vagoni per quelle 4 fermate. non posso fare a meno di pensare che questa composizione dieci anni fa era sicuramente diversa.

Talvolta parlano lingue che non capisco, altre volte parlano lingue che comprendo con accenti esotici o diversi, e non mancano coloro che parlano in perfetto italiano, o meglio con accento regionale italiano…. allora non posso fare a meno di chiedermi: cosa ci rende italiani?

Non si tratta di una domanda sterile, essere italiani cosa significa? cosa definisce il nostro status? se non sappiamo delimitare una linea che definisca chi è italiano e chi no, come possiamo considerare gli altri stranieri?

L’italia come entità territoriale è facilmente identificabile grazie a confini fissati dalla storia e dalle leggi, confini che sono arbitrari e non sempre condivisi, si pensi ad i nostri confini verso Trieste, o all’annoso malumore del sud tirolo. quindi cosa rende un Italiano italiano?

Jus soli vs. Jus sanguinis

solitamente possiamo fare delle assunzioni del tipo: se uno nasce sul territorio italiano allora è italiano, oppure se uno nasce da genitori italiani allora è italiano. basta questo a definire l’italianità di una persona?

esiste un concetto di italianità più generico che ci permetta di definire gli italiani indipendentemente dai natali? esiste un ambito culturale comune che ci delinei? Ed aderire a quel modello è sufficiente  per essere considerati italiani?

Può la lingua essere la discriminante? eppure nonostante la diffusione datagli dalla televisione la lingua italiana non è un esempio di applicazione coerente lungo la nostra penisola.

La religione? qui la discriminante è più semplice ma più delicata, l’italia è una repubblica laica, la religione non dovrebbe essere veicolo di determinazione della identità nazionale. ma è altresi innegabile la radice cristiana di questo paese. eppure, io che non sono cattolico, e con me molti altri, non mi sento meno italiano. forse un musulmano, o un ebreo non possono sentirsi italiani? può esserci una italianità avulsa della religione?

Può essere la cultura? ma cosa vuol dire cultura, coscienza o conoscenza? non è cosi elementare la questione, esistono innegabili differenze tra sud, nord e centro italia, e queste differenze sono state solo in parte mitigate dalla televisione e dai movimenti migratori sud-nord.  Al contrario forse il legante più forte è il diffuso disprezzo della cosa pubblica, il poco rispetto per il prossimo e la maleducazione. Del resto anche l’OCSE dipinge un quadro degli italiani poco lusinghiero in termini di cultura.

insomma per essere italiani occorre il legame di una crescente ignoranza (vuol dire non sapre, non ha connotati offensivi)?

Non credo neanche questo. (almeno spero).

faccio fatica a capire francamente cosa sia questa italianità. Ma in compenso mi piacerebbe pensare ad un approccio similare a quello usato dai latini, un approccio che vedeva nelle altre culture una risorsa da incorporare lasciando ampi spazi agi usi e costumi delle gens italiche, imponendo si un modello legato alla distribuzione delle leggi e di infrastrutture ma accettando anche le varie singolarità culturali ed incorporandole. non a caso oggi è la Germania che assomiglia più al vecchio impero romano che l’italia.

boh continuo a vedere una realtà che cambia mentre ascolto vecchie risposte.

 

ciao

A.

 

 

 

 

 

venerdì 19 luglio 2013

FW SPAM: Ultimo sollecito attivazione sistema Sicurezza web Postepay

For my Italian friends, Postepay Spam

—–Original Message—–

From: Servizi finanziari Postepay [mailto:support@update.com]

Sent: Tuesday 16 July 2013 09:06

Subject: Ultimo sollecito attivazione sistema Sicurezza web Postepay

 

Gentile cliente,

 

 

Dal 17° luglio 2013 non potrai utilizzare la tua prepagata PostePay se non hai attivo il nuovo sistema di sicurezza web.

 

 

Il nuovo sistema di Sicurezza Web PostePay e una soluzione innovativa che garantisce maggiore sicurezza e affidabilita per le operazioni dispositive con PostePay effettuate online sui siti de Poste Italiane.

 

 

Il nuovo sistema per l`autorizzazione delle operazioni di pagamento (ricariche PostePay,ricariche telefoniche,pagamento bollettini) effettuate con la PostePay sui siti di Poste Italiane,prevede l`utilizzo di due strumenti:

 

 

1. La Carta PostePay

 

2. Il telefono cellulare “associato alla carta”,sul quale verra inviata via SMS la password dispositiva “usa e getta” denominata OTP(One Time Password) appositamente generata per ogni operazione di pagamento.

 

 

L`attivazione e semplice,gratuita e richiede 1 minuto.

 

Le alleghiamo la documentazione necessaria per attivare la protezione.

 

 

 

Cordiali Saluti,

 

Poste Italiane

giovedì 18 luglio 2013

Bring Your Own Device - parte 4 (dal webminar che ho tenuto per (ISC)2)

Tutto è in evoluzione….

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Visto che tanto si parla di BYOD ma il supporto numerico spesso latita vediamo cosa è successo in termini di personal computing negli ultimi 10 anni. Risulta evidente come ci si presenti una situazione in cui i paradigmi sw e hw sono profondamente cambiati in termini di uso. Guardando ai sistemi operativi, ad esempio, si vede come una volta il mercato parlasse esclusivamente microsoft e in quota minore linux, mentre gli ultimi anni hanno visto una situazione dove almeno 4 sono i sistemi operativi di riferimento: mac OX iOS Windows e Android, con una presenza marginale di linux.

La inter-comunicabilità applicativa è stata gestita, come vediamo nella evoluzione dei trend software, da uno spostamento verso mobile application e cloud (SaaS) cosi come lo shifting delle interfacce verso multitouch e cosi via.

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risulta estremamente chiaro dalla tabella presente come si siano evolute le interfacce e l’HW. Un tale movimento ha, nei fatti, ribaltato i paradigmi in uso negli anni 90. e form factor, interfacce, HW OS e Software sono estremamente diversi da quello che appariva in uso 20 anni fa, quanto sia cambiata la impostazione del disegno di una rete e dei suoi elementi costitutivi è tuttavia ancora oggi oggetto di dibattito: vi sono IT manager che non ritengono questi cambi tali da giustificare un diverso approccio alla rete mentre altri stanno abbracciando il nuovo ma con la sconsolante evidenza di ancora pochi riferimenti tecnici e culturali.

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Volenti o nolenti comunque oggi il set standard di riferimento di un utilizzatore aziendale medio è portatile aziendale (circa il 100%) + telefono (50% personale 50% aziendale) + tablet personale (circa il 90/100% personale).

Possiamo fare finta che tutto sia fermo agli anni 90 ma nei fatti il mondo è profondamente diverso, vuoi per adesione alle mode, per necessità operative o finanziarie.

Del resto il mondo della tecnologia, non me ne vogliano i tecnici, è sempre stato guidato più da scelte marketing che da effettivi ed oggettivi riscontri tecnici, e il ritornare di tecnologie ed approcci ciclicamente nei nostri percorsi tecnologici ne è una evidenza.

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Il punto focale è che lo spostamento che stiamo osservando oggi nei nostri modi di usare la tecnologia è sempre più orientato alla intercambiabilità.

Non importa il device, ma facciamo le stesse cose con tutti….. (insomma più o meno, io fartdroid non lo ho…sul portatile)

Questo uso si riflette, ovviamente, sulle statistiche di accesso ai dati e applicazioni aziendali.

Questi dati possono essere facilmente relazionati alle statistiche di outbreak delle policy aziendali: tanto più queste sono chiuse e costrittive tanto più gli utenti cercano scappatoie che consentano a loro di continuare ad essere produttivi anche in arre NON considerate dalla struttura aziendaleIT

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si noti come  la presenza di device personali si sia allargata in solo un anno. Paesi più restii ad abbracciare le novità, ed a fornire nuovi devices ai propri utenti, come l’italia, vedono impatti di crescita ancora maggiori: se l’azienda non fornisce device “attuali” l’utente li sostituisce con i propri indipendentemente dai desiderata aziendali.

Questo fatto di per se non è ne positivo ne negativo, soppesare pro e contro e fare una corretta analisi economica è, a tutti gli effetti, il lavoro di un CSO e di un IT manager. L’introduzione, ad esempio, di device non aziendali potrebbe essere fonte di notevoli risparmi in termini di gestione ed acquisto, a patto di avere una struttura che sposti le competenze sulla sicurezza mobile e sulla sicurezza applicative, piuttosto che sul primo livello di supporto HW per il pc con immagine standard.

Che lo si voglia o meno comunque il trend è questo, e occorre reagire alla introduzione di questi oggetti all’interno della nostra vita lavorativa, cosa che ha costretto molti vertical ad adottare politiche di accettazione dei device personali, anche in feudi tradizionalmente restii, si veda il financial.

Non ci si lasci traviare però dai numeri, le statistiche ci dicono si che il financial è stato più reattivo, ma il motivo è semplicemente che gli altri settori sono meno reattivi e più laschi riguardo l’introduzione ufficiale di tali device rispetto un ambito ove la security è sempre stata considerata cardine, si pensi che al giorno d’oggi il 100% delle transazioni finanziarie avviene in forma telematica e si capisce la paranoia.image

Purtroppo la storica mancanza di sviluppo di modelli di gestione ed integrazione della sicurezza dei device mobili ha esasperato l’uso di vecchie piattaforme di sicurezza ed amministrazione portandole a deliranti, quanto attuali, realtà come descritto bene in questo grafico ove si vede che i più attenti hanno introdotto la bellezza di oltre 10000 regole, policy di gestione, per il BYOD.

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Forse non è noto ai più ma uno dei primi cardini della gestione e della sicurezza è l’approccio Kiss «keep it simple stupid», maggiore è la complessità minore è la capacità della struttura di reagire agli eventi in maniera sia reattiva che proattiva; chiedete poi ai disgraziati che si occupano di forensic analisys cosa gli tocca fare per capire in quale ambiente stanno operando.

Ultimamente vanno di moda un sacco di surveystatistiche inerenti il BYOD, questo è un esempio vi riconoscete?

Si noti come in queste risposte si evinca la mancanza di un quadro generale e coerente, in cui management, sicurezza ed accesso ai flussi informativi non sembrano far parte dello stesso nucleo operativo…

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Il paradosso è che, come abbiamo visto dall’escursus storico, molte delle problematiche sono presenti sin dagli anni 80, e dopo oltre un trentennio vengono alla luce come se fossero nuove.

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Per affrontare correttamente la introduzione e gesione del BYOD occore fermarsi un attimo e pensare a come si sta gestendo il piu generale discorso mobile in azienda. Magari organizzandoci con una tabella di raffronto.vantaggisvantaggi:

VantaggiSvantaggi
Piace agli utentiNon piace all’ IT
Aumenta la produttivitàAumenta la complessità gestionale
Espande il perimetro lavorativoAumenta la superfice di rischio
Rende più flessibiliRende più flessibili
È coolNon posso standardizzare
Permette risparmi operativi di gestione ITNon riesco a giustificare porzioni di budget
Permette risparmi in termini di supportoComunque gli utenti mi chiamano

Quando cerchiamo di fare una tabella di vantaggi e svantaggi dovremmo cercare di vedere i diversi punti di vista. Talvolta una maggiore complessità operativa per l’IT significa realmente un vantaggio all’utenza, talvolta il voler porre regole di controllo da come risultato solo la costante violazione di queste ultime. Il vecchio esercizio dei buoni e cattivi è in questo senso estremamente utile e serve, si noti, non a decidere se il BYOD è un fenomeno da arrestare, ma a capire come gestirlo. Ognuno di questi punti di esempio, pro o contro, possono essere l’inizio di un lavoro di design della introduzione di byod che permetta la soddisfazione degli utenti e magari una semplificazione operativa, purtroppo occorre che facciano parte del gioco tutti i player, gli utilizzatori, l’IT ma anche chi decide regole aziendali (management e HR) in quanto l’attenzione ai flussi informativi, alle regole della privacy non sono più secondarie anche dal punto di vista legislativo.

MobileBYOD
Compro il deviceSiNo
Gestisco il deviceSiNo
Location controlNoNo
Network (IP) RulesSiNo
Privilegi AmministrativiNoNo
Controllo IdentitàNoNo
UsernamePasswordSiNo
Network Access ControlNoNo
Application Access ControlNoNo
AntivirusAntimalwareSiNo
Application Store ManagementNoNo

Una altra cosa utile da fare è mettersi a tavolino per fare un elenco di cosa si dovrebbe fare e cosa si fa per gestire sia l’attuale parco mobile che la sua evoluzione BYOD. Ci si rende di solito subito conto che spesso richieste imposte al BYOD non vengono attese neanche nel classico mondo mobile.

Classici esempi sono la gestione dei diritti amministrativi (quasi tutti i laptop sono con diritti amministrativi presenti), la mancanza di Application Access Control e la mancanza di identity management.

MobileBYOD
Data Protection (DLP)NoNo
Data EncryptionSiNo
Data Location controlNoNo
Geo IP RulesNoNo
Policy su furtoSi (parziali)No
IstruzioneNoNo
Segregazione Reti WirelessSiSi

esiste poi una evidente esigenza di inventory ed una analisi da fare eventualmente col vendorprovider per quello che concerne le licenze.

Queste ultime infatti rappresentano una area ancora abbastanza oscura, non esistendo ancora vere e proprie licenze BYOD al momento a parte i cloud services (magari con identità gestite via Saml) , rimane il dubbio di come gestire e registrare a norma applicativi che seppur acquistati da un soggetto vengono installati su un apparato di propietà di soggetti terzi.

da analizzare anche con attenzione sono le possibili implicazioni legali che possono sorgere in caso di infezionehacking o sospetto di uso improprio delle risorse aziendali (ma lo sono?)

in questo caso il consiglio è quello di rivolgersi ad una struttura legale specializzata nelle problematiche IT (interna od esterna all’azienda) per chiedere la stesura di una “liberatoria” che consenta in funzione di regole ben definite di determinare quali sono i limiti di accesso e di uso che l’azienda ha nei confronti del device personale del dipendente e, vicerversa, quali sono vincoli e limiti di accesso che ha l’utente ne portare tale device in rete.

La questione è solo apparentemente accademica, per quanto lasche confuse e talvolta deliranti esistono ovunque, anche in Italia, normative cui fare riferimento. esistono vincoli di responsabilità ad esempio da parte della azienda se dalla sua struttura parte un attaccoinfezione verso un altra, tanto per citare uno degli obblighi da valutare.

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giovedì 21 marzo 2013

Security Summit :: Rapporto Clusit 2013

Security Summit :: Rapporto Clusit 2013

Rapporto Clusit 2013
Nel 2012 abbiamo dato vita al primo “Rapporto sulla sicurezza Ict in Italia”, un volume di 148 pagine che, attraverso il lavoro di oltre un centinaio di professionisti, ed il coinvolgimeto di più di 150 aziende, ha tracciato un profilo neutrale e approfondito della situazione sulla sicurezza Ict nel nostro Paese. Ora stiamo lavorando al Rapporto 2013, che sarà presentato il 12 marzo a Milano. Oltre alla consueta analisi dei fatti più significativi (cybercrime e incidenti informatici) del 2012 in Italia e nel mondo, il Rapporto conterrà le tendenze del mercato e degli investimenti in Italia e le tendenze del mercato del lavoro. Tra i Focus On, si farà il punto sulla tematiche di maggior interesse del momento, già affrontati nel Rapporto 2012 : la sicurezza nel Mobile, nei Socialmedia, nel Cloud. Si affronteranno anche due temi centrali per l’Agenda Digitale Europea ed Italiana : la sicurezza ICT in Sanità ; l’e-Commerce. Completeranno i Focus On del Rapporto 2013 :   cosa cambia, col passaggio al nuovo protocollo IPv6 ; Backup e ripristino dei dati.
Il Rapporto 2013 sarà presentato al Security Summit di Milano nel corso di una tavola rotonda al pomeriggio del 12 marzo. Tutti i presenti alla tavola rotonda potranno ritirare un esemplare del Rapporto, che sarà poi disponibile in formato elettronico a partire dal giorno successivo.

Se desideri ricevere per email il Rapporto Clusit 2013 (o i precedenti), scrivi a:

precisando: nome, cognome e azienda di appartenenza (e/o professione).

mercoledì 13 febbraio 2013

Odio le elezioni

Prof. Mario_Monti
Prof. Mario_Monti (Photo credit: Wikipedia)

Odio le elezioni, se possibile quest’anno piu del solito. Giuro ho provato ad ascoltare i vari politici, e a far finta di aver cancellato dalla mente i miei 47 anni precedenti ma non ci sono riuscito.

Se dovessi fare un elenco di pirlate che ho sentito quest’anno in questa campagna elettorale probabilmente potrei scrivere una enciclopedia. Una tristezza assoluta.
Che le elezioni tirino fuori il peggio dalla nostra classe politica è cosa nota e risaputa, ma stavolta credo di avere visto il fondo del barile.
Cerchiamo di capirci, partiamo da un dato di fatto leggibile in questi numeri che da uno spaccato poco edificante della nostra classe politica:
I numeri, concedetemelo, danno uno spaccato poco edificante, ma finalmente i partiti hanno dichiarato che avrebbero fatto pulizia.
Diciamocelo, non è solo il PDL a dare il cattivo esempio:
andate a questo link per avere una idea 🙂
Non me ne vogliano gli amici del PDL ma la palma del miglior affabulatore va a Silvio Berlusconi. Le sue performance sono state in grado di oscurare anche la verve di Crozza.
Non dico di quando ha chiesto alla procace signorina se veniva, e quante volte (o quando le ha poi chiesto di girarsi per ammirarle il deretano), questo fa parte, purtroppo, del personaggio. Ma mi riferisco al resto della campagna elettorale, che ha mostrato la straordinaria capacità degli italiani di non ascoltare quello che viene detto da questi signori.
Magari qualcuno ricorda quando il cavaliere ha iniziato a dire che non si sarebbe candidato, ma poi si, invece no, anzi si, oppure no, ed alla fine eccolo qui di nuovo,  che non si sarebbe mai alleato con mario montio, per poi dire che doveveva essere Monti il capo dei moderati, e poi ripeterre che non ci si sarebbe mai alleato…. vabbeh data l’eta lui lo si può capire, ma noi?
Per non parlare della campagna elettorale a chi fa i regali piu grossi, via retroattivamente  imu, irpef, ilor, iva e chi piu ne ha piu ne metta con restituzione di quanto versato dal 1850 e condono edilizio, delle tasse (anzi chi non le ha pagate riceverà un bonus), dei piccoli furti, dei reati a sfondo demenziale. ok esagero (davvero?).
Non che Mario Monti abbia mostrato un atteggamento scevro da possibili critiche, vogliamo mettere la sua danza con Bersani sul mi alleo non mi alleo? (chissà perchè la immagino com un tango?)
Per altro il professore ha mostrato una certa abilità nel districarsi nel mare magnum delle promesse elettorali.
Bersani, chi era costui? mi verrebbe da dire questo come commento alla campagna del PD, lo senti quando viene tirato in ballo, chissà forse ha pensato che per evitare di dire cazzate è meglio stare zitti. 
Arrghhhhhh che disperazione, e chi guarda piu il telegiornale? 
Per fortuna ho euronews. 
Anzi devo dire per fortuna che il papa ha rassegnato le sue dimissioni riportando questa politica al suo giusto posto nella mia personale classifica al 30 posto, dopo i callifughi e le emorroidi.

sigh
ciao

martedì 27 novembre 2012

Società da tenere d'occhio : EASYCLOUD.IT

English: Diagram showing three main types of c...
English: Diagram showing three main types of cloud computing (public/external, hybrid, private/internal) (Photo credit: Wikipedia)

Alzi la mano chi non ha sentito parlare di cloud, ed alzi la mano chi lo sta effettivamente usando….. come chi lei cosa?
Oggi si fa un gran parlare di cloud service , nuvole e via dicendo, ma ad oggi l’introduzione in azienda di reali servizi clou latita nonostante le interessanti promesse che il clou porta con sé: risparmi a medio lungo termine, mobilità, minor impiego di risorse locali, maggiore resilienza ed efficienza.
Uno dei motivi che ostacolano la introduzione dei servizi cloud é che risulta difficile per un non “ADDETTO AI LAVORI” orientarsi nel mare Magnum della offerta attuale. Quale servizio cloud, da chi, con che livello di integrazione sono domande di non facile risposta.
Non bastano, infatti, neanche le tradizionali conoscenze informatiche ad indirizzarsi correttamente, tanto che il mercato registra un crescente interesse per figure con competenze specifiche.
Del resto il cloud introduce tutta una serie nuova di tematiche (chi AD ESEMPIO, si preoccupava prima del lock in e del Lock out?) e nuove possibilità che vanno esplorate con attenzione.
Vale più la pena avere solo uno storage cloud, o meglio un db? O andiamo sul cloud semplicemente comprando spazio e cpu o anche servizi? E come siamo messi in riferimento al rispetto di eventuali normative di legge? Amazon o Azure? E cosa vulnerabilità dire l’offerta cloud di telecom italia? Posso comprare un servizio qui ed uno la? E possono parlare tra loro? Office365 o googledoc? Software-as-a-service?…
Insomma ci sono tante cosa da tenere in conto e da capire per fare un investimento che abbia in senso, e implicazioni che spesso non sono considerate di primo acchito, anche in positivo , nel senso di ricadute dei servizi cloud che migliorano l’esperienza lavorativa prima semplicemente non pensabile, dal home working al mobile working.
Il rischio e di lasciarsi trascinare e prendere qualcosa che poi non si usa (Tragico destino di molti crm, dlp, software di monitoraggio e così via).
In questa ottica mi sembra bello poter segnalare una realtà italiana innovativa a livello globale, una start-up la cui missione è proprio venire incontro alle esigenze di chi potrebbe adottare efficacemente soluzioni clou ma non dispone del know-how adatto.
EASYCLOUD come cloud broker, si propone di fornire quel knowledgeware che serve per dotarsi in maniera aziendalmente efficace ed efficiente di servizi cloud prendendo in considerazione tutti gli aspetti legati a questa introduzione, offrendo tool di integrazione e guidando l’azienda nella difficile scelta di chi è cosa comprare.
Il sito è http://EASYCLOUD.it andate a farci un giro se siete attratti dalla idea di introdurre nella vostra azienda un servizio cloud, né vale la pena.
Ciao
Antonio

giovedì 22 novembre 2012

referendum per abbassare la paga ai politici (sull’abrogazione parziale della Legge 31 maggio 1965, n. 1261)

Administrative divisions of Italy Regions (bla...
Administrative divisions of Italy Regions (black borders) Provinces (grey borders) Comuni (white borders) (Photo credit: Wikipedia)

lo so sono in ritardo, ma voglio scrivere comunque due parole su questo commento che ho ricevuto su un mio post.
Ancora una volta la stampa italiana da ampia dimostrazione di fregarsene altamente delle azioni della società civile e di “proteggere” il sistema politico che ha parole dice di criticare ma che nei fatti …
Mi sembra un giusto contrappasso che in cambio una classe politica di dubbia moralità ed etica (il riferimento è esclusivamente alle vicende giudiziare) pensi bene a porre ulteriori bavagli ad una realtà gia abbastanza asservita con la normativa sulla diffamazione a mezzo stampa.
Pur non entrando nel merito della proposta del comitato del sole, condivisibile o meno, siamo ancora una volta davanti ad un vergognoso silenzio che copre i tentativi di colpire le tasche dei nostri parlamentari.
a proposito voi avete sottoscritto il referendum?
rimane da capire se io da blogger rientro nel novero dei gironalisti o degli editori responsabili (non che faccia differenza, io non avrei i soldi per la multa e quindi mi sa andrei in carcere in ogni caso :P)
Submitted on 2012/11/19 at 10:54 pm

Salve sono cecilia carpanini referente del comitato del sole.
Alla fine di ottobre è ricominciata la raccolta delle firme per il referendum
sull’abrogazione parziale della Legge 31 maggio 1965, n. 1261 (Determinazione
delle indennità spettanti ai membri del Parlamento) di cui è stata data
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 96 del 24 aprile 2012, .

Il “Comitato del Sole” formato da semplici cittadini, è un’associazione
apartitica, senza scopo di lucro che, con mezzi propri e senza finanziamenti,
ha promosso la raccolta.
A differenza di altre iniziative sostenuta per esempio da partiti, il
“Comitato del Sole” chiede l’abrogazione di più voci oltre la diaria: spese
di segreteria e rappresentanza, diaria, cumuli d’indennità, aumenti stipendi,
avanzamento carriera, trattamento di quiescenza, previdenza, assistenza
sanitaria, assistenza previdenziale, indennità mensile, per un totale di
circa 12.000,00 euro mensili a politico.

Tutti i comuni italiani sopra i 10000 abitanti sono stati attivati, sul sito
 si possono trovare tutte le informazioni sui
comuni, gli orari e i referenti del comitato.

Purtroppo, NESSUNA testata giornalistica nazionale o regionale, nonostante i
tantissimi comunicati stampa, ha dato spazio a questa notizia che, ha potuto
contare solo sul passaparola dei cittadini e questo è stato il motivo
principale della lenta diffusione di ciò che stava accadendo.

Stiamo cercando di sensibilizzare i media; come si fa a farsi
ascoltare o a trovare qualcuno che scriva due righe (senza per questo
pretendere uno schieramento) su ciò che sta avvenendo?

lunedì 21 maggio 2012

lunedì 19 dicembre 2011

Sicurezza Informatica: Il mondo e l’Italia

Sicurezza Informatica: Il mondo e l’Italia

 

Pubblicato il 19 dicembre 2011 da Antonio Ierano

Ogni tanto è utile fare il punto su dove siamo in termini di sicurezza informatica e relativa awareness (comodo termine inglese che indica lo stato di conoscenza e coscienza che si ha nei confronti di una certa tematica). Questo esercizio serve principalmente per capire se ci stiamo muovendo nella direzione corretta e se abbiamo, o meno, il polso della situazione anche in termini di evoluzioni future.

Per nostra fortuna, periodicamente vendors ed aziende che si occupano di ricerce o di sicurezza ci offrono dei report che ci aiutano a capire dove siamo e dove stiamo andando. Recentemente sono stati pubblicati dal gigante del networking Cisco, due interessanti documenti che sono l’Annual Security Report 2011 ed il terzo capitolo della survey dell’edizione 2011 del Cisco Connected World Technology Report.

Questo tipo di lettura è interessante per diversi motivi, ed è particolarmente utile in paesi come l’Italia dove non esiste una comunicazione e copertura strutturata della stampa per tenersi aggiornati sugli outbreaks locali.

Conoscere quindi i trend mondiali serve anche a capire quali siano i trend italiani, nonostante in apparenza in Italia “non avviene mai nulla di serio” in ambito di outbreaks e violazioni di sicurezza informatica.

Cosa ci dice Cisco su quello che succede nel mondo?

Iniziamo con una buona notizia, secondo l’indice ARMS Race di Cisco, un indice che ci aiuta a quantificare l’espansione della attività criminale in termini di quantità e qualità, le cose sembrano andare leggermente meglio rispetto all’anno scorso, siamo infatti a 6.5 rispetto al 6.8 dell’anno precedente, un esempio di ciò è il decremento dei volumi di spam.

Va ricordato anche che questo è stato l’anno della lotta ai grandi network di spammer e botnet. Purtroppo questo non deve farci sentire sicuri. Dopo le buone notizie ci rammenta anche chequesto è stato l’anno dell’attivismo informatico e della commistione tra hacking e attivismo, egualmente è stato l’anno dello specializzarsi degli attacchi (target attacks) che hanno usato sorgenti eterogenee per colpire i bersagli.

Sebbene spesso sembri che l’attivismo di gruppi come Lulzsec o Anonymous siano problematiche solo straniere va ricordato che anche l’Italia è stato terreno di battaglia in questo ambito, come non ricordare gli attacchi portati con successo proprio durante la campagna “Antisec” contro alcune università italiane, o quelli ben più inquietanti portati contro Vitrociset, del Cnaipic, gli 007 del Viminale che indagano proprio sugli hacker.

Un approccio coerente e completo alla sicurezza è quindi necessario anche nel nostro paese, del resto le statistiche parlano chiaro: Eurostat ci dice che il 67% degli italiani non usa nemmeno antivirus, percentuale che, purtroppo, sale vertiginosamente se si considerano i nuovi device quali tablet e smartphone (Android o Apple non fa differenza).

Proprio dal report Cisco viene una interessante chiave di lettura che rispecchia perfettamente la realtà italiana. Il crescente uso dei social media (L’Italia è il maggior utilizzatore di Facebook in rapporto alla popolazione) e l’introduzione di nuovi device portano a comportamenti spesso pericolosi che necessitano di un’accorta valutazione in termini di sicurezza.

Questi due elementi portano, infatti, ad una maggiore propensione degli utenti ad aggirare le regole aziendali, regole IT spesso disegnate per ambienti profondamente diversi dalla realtà degli utilizzatori, accompagnata da un chiaro disinteresse o deresponsabilizzazione di questi ultimi sulla natura “a rischio” di certi loro comportamenti: portare un device non protetto che si collega a risorse aziendali è spesso causa di problemi, ma la colpa va equamente divisa tra chi, come utente, non si preoccupa delle possibili conseguenze e chi, come IT manager, non adegua le sue strutture alla nuova realtà ove il BYOD (Bring Your Own Device) è oramai un elemento ineluttabile.

Basta leggere le statistiche riportate nel report per farsi una chiara idea di quale sia l’approccio degli utenti alle nuove tecnologie ed alle esigenze di sicurezza. Del resto quanti di voi (noi) hanno installato sistemi di sicurezza sui propri tablet e smarthphone?

Eppure, basandomi sulla mia esperienza personale, questi device stanno entrando prepotentemente nella realtà IT italiana portando con sè, ad esempio, l’obbligo di implementare reti wireless e la necessità di implementare politiche di controllo di accesso; persino l’ambiente bancario, notoriamente refrattario alle novità, si sta muovendo su questo fronte, mosso dalle richieste pressanti della dirigenza che trova nell’uso di queste nuove tecnologie sia una forma di “distinzione” che un effettivo vantaggio in termini di produttività.

Se aggiungiamo a questo il progressivo muoversi verso soluzioni di tipo cloud (public o private) magari sviluppate in termini SOA appare chiaro come una ridiscussione di come fare sicurezza diventa imperativa.

venerdì 27 maggio 2011

Leonardo da Vinci, Obama e Berlusconi

Ebbene si

Il nostro Leonardo da Vinci  della politica (cosi si è definito con infinita modestia il Nostro Primo Ministro e Presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel sipario comico, di cui parlavo nel post di ieri, dall’ineffabile bruno vespa a Porta a Porta)  non si è trattenuto ed ha dovuto, ancora una volta, deliziarci col suo fine senso dell’umorismo e savoir fare.

Ad un  G8 sottotono per i problemi che affliggono il mondo, ha pensato di rendere partecipe il presidente degli stati uniti Barak Obama dei problemi che affliggono l’italico stivale al fine di risollevargli il morale dopo aver incontrato irlandesi, inglesi e francesi (e noi?).

Visto che si doveva discutere anche di come gestire le rivoluzioni nei paesi del nord africa che stanno lottando contro le dittature ha espresso il suo disappunto per il fatto che l’Italia è controllata, a suo dire, da una dittatura di giudici di sinistra di Milano.

Ora mi sono fatto una idea del discorso guardando il labiale nei filmati (pochi) che le libere televisioni che afferiscono al nostro plenipotenziario hanno mostrato citando di sfuggita l’episodio assolutamente insignificante di fronte alla grandezza dello statista in questione.

Piu o meno il discorso è stato il seguente:

“MR young tanned Obama mi consent … I’m the truth and the  life and the greatest politician of all ages and times … Ruby, Bunga Bunga … I have to tell you that in my property, Italy, there are some dictators that are giudic of the sinistr in Milan that are all comunist and want to block freedom, God and me (that is lo stess) . they accuse me of lot of things like rubbing and menting and do not accept the fact I’m more equal then the others. How can I Rub if everything is of me? …”

Ovviamente dalla platea si sono levati cenni di approvazione e comprensione, ed in effetti sembra che Berlusconi possa richiedere l’intervento dell’ONU per bombaradre la magistratura milanese e Pisapia.

Mentre avvenivano queste cose in suolo Francese, paese governato da tal Sarkozy che deve a Silvio tanto la moglie quanto il fatto che gli abbia graziosamente concesso la nostra partecipazione alla guerra in Libia, nonostante i Francesi non volessero neanche parteciparvi, a milano avveniva un altro sconcertante fatto.

Per festeggiare la fine della campagna elettorale Letizia Moratti ingaggia il famoso cantante Gigi d’Alessio, che però da, come dicono dalle parti della madonnina, sola adducendo come giustificazione il fatto che si sia sentito minacciato da Pisapia con una auto rubata e poco gradito dalla lega in quanto meridionale.

Pronta la piccata risposta della lega che ha detto subito che la musica è musica e che anche se napoletano lo avrebbero applaudito appena portava via i sacchetti della spazatura che aveva al seguito. Il disappunto dei Milanesi è stato abbastanza grande, ed infatti sono tutti tornati alle loro case prendendo Pulman e treni messi a disposizione della organizzazione, disdicendo le camere di albergo e dando come generalità per l’invio del conto Giuliano Pisapia.

I piu dispiaciuti erano ovviamente gli abitante di Sucate che hanno inscenato proteste al coro di “è tutta cola di Pisapia”.

Stasera dovrebbe esserci un concerto per chiudere la campagna elettorale di Giuliano Pisapia sempre a Milano. L’organizzazione ha invitato tutti a venire in macchina, “tanto poi ci penso io” ha detto il candidato sindaco.

ovviamente il tempo si è girato al brutto (oggi piove) visto che anche dall’alto si cerca di fermare il popolo dei decerebrati.

I commenti del PDL sono stai quanto mai eleganti e raffinati, su Gigi d’Alessio hanno detto che la colpa è del clima di intimidazione del blocco delle sinistre e che Pisapia ha mandato dei Rom vestiti da musulmani con accento milanese a minacciarlo di rubargli la macchina se veniva a cantare qualcosa che non fosse “bandiera rossa”, mentre in relazione alle esternazioni del premier hanno detto che ha fatto bene ed è ora che il mondo sappia che loro stanno lottando per liberare l’Italia dalla dittatura e che cosi posson chedere l’intervento dell’ONU.

Illuminante il commento di Bossi, Leader della lega lombarda, che ha detto:” il presidente è stanco sennò si ingroppava la moglie di quell’Obama.”

Insomma ancora una volta abbiamo la certezza che in Italia manca tutto tranne il divertimento!

“meno male che Silvio c’è”

ciao

mercoledì 25 maggio 2011

Elezioni a Milano: un esempio di umorismo per tutti.

Silvio Berlusconi in a meeting

Image via Wikipedia

Sigh

Ogni tanto si potrebbe avere la speranza di vedere un barlume di dignità nella nostra politica, ma è sempre più difficile. sento il telegiornale di stamattina e scopro che il candidato alla poltrona di sindaco della area di sinistra Giuliano Pisapia querela la candidata del PDL Letizia Moratti per diffamazione. Diffamazione, insomma solo per il fatto d aver detto in diretta TV una menzogna affermando che Pisapia era stato condannato e poi ammistiato per un reato (furto d’auto da usarsi per rapire e picchiare un ragazzo) di cui, invece, è stato assolto con formula piena (ovvero per non aver commesso il fatto). Ok la Moratti ha anche detto, invece di scusarsi, che voleva solo dire che lei è una moderata mentre lui frequentava terroristi. Solita roba.

Fin qui tutto usuale e nella norma, mica posso aspettarmi che in un confronto di questo tipo si rispettino le elementari norme di rispetto, correttezza e verità, dopo tutto è di politica che stiamo parlando.

Ma poi scopro che nella querela vengono anche citati diversi episodi in cui compare l’uso di fuguranti pagati dalla controparte per danneggiare la figura del candidato sindaco. Come riporta il corriere della sera,   persone «vestite da zingari diffondono volantini falsi spacciandoli per miei. O ancora altri che si presentano nei quartieri vestiti da nomadi dichiarando che in quel luogo sarà costruita la nuova grande moschea, la più grande d’Europa»

Sigh.

Questo francamente non me lo aspettavo, lo so che sono ingenuo, ma lo trovo di una tristezza assoluta. GRANDIOSO!

Pensavo che la politica non avessse più strumenti per stupirmi ed invece mi sono sbagliato: gli strateghi della campagna della Moratti sono dei geni assoluti, mandare a far volantinaggio pro-pisapia dei figuranti che lo facciano sfigurare è un atto di squallore assolutamente GENIALE. e non ho dubbi, conoscendo l’italica gente, che siano anche stati convincenti ed efficaci, sopratutto verso chi comunque avrebbe votato Moratti….

Commovente, davvero …

Non sia mai che si facciano delle considerazioni serie e corrette, meglio andare giu pesante con cadute di gusto e stile da veri professionisti

Nel frattempo il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha voluto soccorrere ben 5 canali (3 pubblici e 2 suoi) che avevano dei vuoti nel palinsesto del telegiornale offrendo una delle sue performance memorabili, la barzelletta della milano stalingrado rom-islamica.

Qualcuno porebbe anche averlo interpretato cone uno spot anti Pisapia, ma andiamo chi si può immaginare Milano come Stalingrado? E da quando I Rom sono isamici? (sono cristiani per la cronaca)

Oltretutto se è vero che Pisapia è un’estremista di sinistra come sostengono il Senatur e il Silvio nazionale, allora dovremmo temere di tutto tranne Rom e moschee. I comunisti notoriamente sono anticlericali, atei e mangiabambini (oltre che cattivi dentro), e oltretutto la storia ricorda come I ROM siano stati perseguitati nei paesi dell’ex blocco comunista.

Quindi la sola conclusione che mi rimane è che Silvio abbia voluto, ancora una volta, deliziarci col suo sagace e verace senso dell’umorismo. Si come quando diceva che per salvare Ruby dalla prostituzione le regalava un depilatore da 60.000 euro.

Mi spiace solo che l’agicom abbia pensato che fosse il caso di multare le televisioni ree di aver trasmesso un momento di vero umorismo. Non fosse altro perché alla fine quelle multe le pagheranno le italiche genti (o almeno quelle poche che le tasse le pagano).

A proposito di tasse, mi chiedo dove finiscano quelle pagate dalla gente di “Sucate” a cui, chi gestisce l’account twitter della Moratti, ha garantito che la Moschea Abusiva di via Giandomenico Puppa verrà chiusa.

Piu che altro mi piacerebbe vederlo questo famoso quartiere che condivide, con Legnate sul Membro, un retaggio di grande valenza storica

Ok Ok tutti possno sbagliare, mica possono conoscere I quartieri di Milano e un dialetto locale…er…per un sindaco di Milano forse ce lo si potrebbe anche aspettare…ma tant’è.

Continua quindi la grande tradizione umoristica del centro destra italiano

Del resto basta vedere questa vignetta per rendersi conto di come siamo rispettati e ben visti altrove (PS si tratta di un giornale canadese di destra, il national post, non certo simpatizzante comunista).

Comunista, che bello sentire ancora usare questa parola che oramai è sparita altrove, nel mondo civile adesso hai destra, sinistrea, progressisti, conservatori, ma nazisti fascisti e comunisti sono solo qui , noi si che diamo valore alla storia.

La storia è maestra di vita, e la storia ci dice che l’Italia è profondamente e storicamente cattolica romana, peccato che se ne siano dimenticati proprio coloro che dovrebbero difendere la ortodossia cristiana, sembra infati che I vescovi abbiano affermato che in ialia vige libertà di culto e quindi non sono pregiudizialemnte contrari ad unamosche a patto che sia costruita e gestita a termini di legge.

Cosi mi fanno persino sorgere il dubbio che essere musulmano non è reato in italia, per fortuna poi I commenti della lega mi rimettono sulla retta via.

vabbeh vado a vedere se al TG hanno qualcosa d’altro di divertente da raccontare.

ciao

venerdì 20 maggio 2011

Elezioni amministrative: tutti hanno vinto

Coat of Arms of Milan, Italy.

Image via Wikipedia

E ci risiamo, ancora una volta mi trovo di fronte ad un dilemma amletico: va bene che chi si accontenta gode, ma come è possibile che ancora una volta alle elezioni in Italia vincano tutti?

Insomma, è vero che il PDL ha dichiarato un piccolo probelma in quel di Milano, ma a sentire denis verdini è evidente guardando I numeri che il PDL si è fondamentalmente riconfermato ed al massino si puo parlare di pareggio. Manco facessimo la schedina del totocalcio: ma da quando alle elezioni si pareggia?

Allo stesso tempo il buon Bersani che si trova di fronte a qualcosa di insolito per lui, per una volta deve ammettere che questa tornata elettorale è stata un successo e che invece il “centrodestra” ha preso una batosta.

Ovviamente tutte le formazioni hanno potuto esultare, cosi se il candidato prende piu voti della coalizione che lo sostiene si è evidentemente puntato sulla persona giusta, mentre se si dimezzano I consensi dove prima si stravinceva a mani basse si tratta di un problema legato all’astensionismo (che però non era conteggiato nelle elucubrazioni numeriche dei vincitori nelle precedenti elezioni, sic).

Va bene che “cuor contento il ciel lo aiuta” ma tutto questo sprizzare felicità da tutti I pori mi lascia quantomeno perplesso.

Mi chiedo se un giorno riusciremo a diventare un paese dove alle elezioni c’è qualcuno che vince e qualcuno che perde

Nel frattempo abbiamo avuto I telegiornali ,I giornali, internet e bar pieni di dotte dissertazioni ed analisi: perche come si sa noi siamo popolo di santi navigatori CT della nazionale ed arguti analisti politici

saluni e formaggi a tutti

ciao