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mercoledì 27 febbraio 2013

#Elezioni 2013 E #tsunami fu :)

File:Elezioni Camera 2013 Province Partiti.pngGrillo ha vinto, non credi ci siano dubbi in proposito, ma al contrario della solita abitudine politica non ha fatto proclami in TV ne ha parlato ai giornalisti. Alla fine la sua strategia comunicativa si è rivelata vincente, il suo ardore anti establishment ha sopraffatto tutto e tutti, soprattutto chi dall’interno del proprio palazzo dorato aveva perso il contatto con una realtà che si è dimostrata, invece, viva e vitale.
Le elezioni politiche sono state comunque interessanti:

  • Berlusconi

Esiste uno zoccolo duro di elettori che credono a Berlusconi nonostante quello che dice e quello che fa.  Non importa se dice e si smentisce nel giro di mezzora, del resto la coerenza non è mai stata una richiesta forte in termini politici nel bel paese.
Fa un certo effetto vedere come la sua scesa in campo abbia tamponato l’emorragia del PDL riportandolo oltre il 20% da sontaggi che lo davano sottoterra. Ma allora è vero che Angelino Alfano non ha il quid

  • Bersani

A me Pierluigi Bersani incomincia a fare tenerezza, non oso pensare come lo dipingeranno gli Sgommati su Sky, altro che grigio, altro che “smacchiare il giaguaro” qui oramai siamo diventati avvezzi all’eterno secondo. avete presente quelle persone che, seppur brave, non eccellono mai, c’è sempre qualcuno che li supera, ed in più non hanno neanche l’attenzione dedicata agli ultimi o ai cattivi.
Non so cosa avrebbe potuto fare di più: ha fatto le primarie, ha fatto le parlamentarie, ha detto meno cazzate degli altri e si è comportato da persona civile. Non credo che l’affaire MPS lo abbia danneggiato più di tanto, probabilmente gli ha fatto più danno flirtare con Mario Monti. Ma il risultato più eclatante è che è riuscito a perdere anche vincendo roba che solo Pirro e pochi altri ha concepito

  • Giannino

Ma come tutti mentono e dicono cazzate, e questo solo perché ha millantato falsi crediti scolastici lo mettono in croce? e peggio ancora si dimette? ma dove crede di essere, in Germania? oddio è anche vero che usa giacche impossibili ed è stato smentito persino dal Mago Zurlì

  • Monti

Direi che è quello che ha avuto la disfatta più evidente, a parte Bersani ovviamente. Che dire portarsi dietro la croce non lo ha aiutato, ma io credo anche che abbia pagato la scelta di usare come spin doctor Cetto la qualunque. confesso che mi piaceva di più quando faceva la persona seria, rispondere alle punzecchiate o l’uscita sulla merkel non sono state felici.

  • Grillo

Che dire, il movimento 5stelle ha spaccato, lode al vincitore. onestamente devo dire che è stato un campione di coerenza fino in fondo, vi sono aspetti del suo programma che non mi piacciono (ad esempio io sono un euroista, voglio l’euro) , ma devo dire che se questo vento porterà pulizia ben venga. Ma sia chiaro la sua non è antipolitica, la sua è politica con la P maiuscola, anche se fatta in maniera diversa dal solito. in una arena di “persone serie” che fanno concorrenza agli autori di satira più selvaggi il comico è l’unico che non fa ridere.

  • Ingroia

Per dirla alla Ingroia di Crozza, avrei voluto commentare, ma non ne avevo voia
vediamo come va a finire

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venerdì 20 maggio 2011

Elezioni amministrative: tutti hanno vinto

Coat of Arms of Milan, Italy.

Image via Wikipedia

E ci risiamo, ancora una volta mi trovo di fronte ad un dilemma amletico: va bene che chi si accontenta gode, ma come è possibile che ancora una volta alle elezioni in Italia vincano tutti?

Insomma, è vero che il PDL ha dichiarato un piccolo probelma in quel di Milano, ma a sentire denis verdini è evidente guardando I numeri che il PDL si è fondamentalmente riconfermato ed al massino si puo parlare di pareggio. Manco facessimo la schedina del totocalcio: ma da quando alle elezioni si pareggia?

Allo stesso tempo il buon Bersani che si trova di fronte a qualcosa di insolito per lui, per una volta deve ammettere che questa tornata elettorale è stata un successo e che invece il “centrodestra” ha preso una batosta.

Ovviamente tutte le formazioni hanno potuto esultare, cosi se il candidato prende piu voti della coalizione che lo sostiene si è evidentemente puntato sulla persona giusta, mentre se si dimezzano I consensi dove prima si stravinceva a mani basse si tratta di un problema legato all’astensionismo (che però non era conteggiato nelle elucubrazioni numeriche dei vincitori nelle precedenti elezioni, sic).

Va bene che “cuor contento il ciel lo aiuta” ma tutto questo sprizzare felicità da tutti I pori mi lascia quantomeno perplesso.

Mi chiedo se un giorno riusciremo a diventare un paese dove alle elezioni c’è qualcuno che vince e qualcuno che perde

Nel frattempo abbiamo avuto I telegiornali ,I giornali, internet e bar pieni di dotte dissertazioni ed analisi: perche come si sa noi siamo popolo di santi navigatori CT della nazionale ed arguti analisti politici

saluni e formaggi a tutti

ciao

Elezioni amministrative: tutti hanno vinto

Coat of Arms of Milan, Italy.

Image via Wikipedia

E ci risiamo, ancora una volta mi trovo di fronte ad un dilemma amletico: va bene che chi si accontenta gode, ma come è possibile che ancora una volta alle elezioni in Italia vincano tutti?

Insomma, è vero che il PDL ha dichiarato un piccolo probelma in quel di Milano, ma a sentire denis verdini è evidente guardando I numeri che il PDL si è fondamentalmente riconfermato ed al massino si puo parlare di pareggio. Manco facessimo la schedina del totocalcio: ma da quando alle elezioni si pareggia?

Allo stesso tempo il buon Bersani che si trova di fronte a qualcosa di insolito per lui, per una volta deve ammettere che questa tornata elettorale è stata un successo e che invece il “centrodestra” ha preso una batosta.

Ovviamente tutte le formazioni hanno potuto esultare, cosi se il candidato prende piu voti della coalizione che lo sostiene si è evidentemente puntato sulla persona giusta, mentre se si dimezzano I consensi dove prima si stravinceva a mani basse si tratta di un problema legato all’astensionismo (che però non era conteggiato nelle elucubrazioni numeriche dei vincitori nelle precedenti elezioni, sic).

Va bene che “cuor contento il ciel lo aiuta” ma tutto questo sprizzare felicità da tutti I pori mi lascia quantomeno perplesso.

Mi chiedo se un giorno riusciremo a diventare un paese dove alle elezioni c’è qualcuno che vince e qualcuno che perde

Nel frattempo abbiamo avuto I telegiornali ,I giornali, internet e bar pieni di dotte dissertazioni ed analisi: perche come si sa noi siamo popolo di santi navigatori CT della nazionale ed arguti analisti politici

saluni e formaggi a tutti

ciao

martedì 9 giugno 2009

ABBIAMO VINTO LE ELEZIONI: come con i numeri dimostro tutto!

Solenne si leva il grido a seguito delle ultime elezioni europee ed amministrative. Ebbene si, posso dirlo, abbiamo vinto.

Ma noi chi? ebbene tutti, le dichiarazioni post elettorali ed i commenti sono la solita comica. Tutti si dichiarano vincitori e commentano la sconfitta dell’avversario.

Il PDL soddisfatto per la vittoria inequivocabile ed il calo della opposizione, la opposizione del PD per aver tenuto (?) e per il fatto che il PDL non ha raggiunto il 40% che voleva, dimostrando di essere in calo di consensi; la Lega, UDC e Di Pietro per l’aumento dei consensi…

Al solito tutti hanno motivo di festeggiare e pochi di ragionare sull’accaduto. Del resto la statistica a questo serve: “esiste sempre una costante che sommata, sottratta, moltiplicata o divisa per il risultato ottenuto ci permette di ricavare il risultato desiderato”.

L’astensionismo in aumento è da un lato esecrato da parte delle varie forze politiche ma consente alchimie contabili nella distribuzione dei dati percentuali che consente il divertente balletto delle dichiarazioni.

La possibile confusione è legata al fatto che da un lato vi è un significato nei confronti della rappresentanza popolare, che richiederebbe una analisi sulla base totale degli aventi diritto al voto, dall’altro c’è il conteggio dei seggi che invece dipende dalle percentuali ricavate dal voto effettivo. Le due percentuali rappresentano indici e significati profondamente diversi ma sono spesso usate per fini comunicativi in maniera equivoca giocando sui numeri.

Il meccanismo è divertente ed istruttivo: supponiamo di avere una base votante di 1000 persone

A fine elezione abbiamo la seguente distribuzione:

percentuale votanti 70%

partito A 40%

partito B 30%

partito C 10%

Partiti altri 20%

il partito A dichiara che la maggioranza degli italiani è con lui

Il partito B dichiara che non è vero, la maggioranza degli italiani non è con lui

chi ha ragione?

Sveliamo un piccolo trucco, le percentuali dei partiti sono fatte in riferimento al 70% dei votanti e non al 100% della base elettorale, quindi

se la base elettorale era 1000 il numero effettivo di votanti diventa: 700

il 40% di 700 votanti è: 280 voti

il 30% di 700 votanti è: 210 voti

il 10% di 700 votanti è: 70 voti

il rimanente 20% è: 140 voti

rapportiamo quindi queste cifre a livello di base elettorale globale:

non votanti: 300

partito A: 280

partito B: 210

partito C: 70

altri: 140

che in cifre percentuali diventa:

non votanti: 30%

partito A: 28%

partito B: 21%

partito C: 7%

altri: 14%

come si vede le percentuali cambiano considerevolmente cambiano il raffronto tra i votanti e la base elettorale.

la cosa che balza all’occhio è che l’introduzione del numero di non votanti nel raffronto rende la presenza dei partiti sulla base elettorale estremamente più piccola. Ben diverso è il dire “io rappresento il 40% della nazione” dal “io ne rappresento il 28%”.

la cosa assume un significato maggiore se consideriamo le possibili alleanze.

Supponiamo che il partito A ed il partito C siano alleati.

Se il confronto viene fatto sulle percentuali senza il numero di non votanti la somma da 50%, e quindi la coalizione potrebbe fregiarsi del fatto che la metà degli abitanti del paese è con loro, in realtà è vero che è con loro solo la metà degli effettivi votanti, elettori se consideriamo tali solo coloro che hanno esercitato il diritto di voto nell’urna.

Tale somma, infatti, si riduce a un più piccolo 35%, ben lontano dalla metà della base votante reale.

la statistica e le percentuali consente anche una altra simpatica alchimia:

supponendo che alle elezioni precedenti il numero di elettori fosse lo stesso, 1000 ma il dato di astensionismo fosse minore, ad esempio il 20%, si ottiene una altra interessante proiezione.

Supponiamo che i risultati elettorali precedenti fossero distribuiti in questa maniera:

Astensionismo: 20%

percentuali pubblicate:

Partito A: 37%

Partito B: 31%

Partito C: 7%

Altri: 25%

traducendo in numeri otteniamo, analogamente a quanto fatto prima:

base elettorale: 1000

Astensioni: 200 =>20%

Partito A: 296 (il 37% del 80% della base elettorale) => 29.6%

Partito B: 248 => 24.8%

Partito C: 56 => 5.6%

Altri: 200

vediamo quindi come sono variate le percentuali a seconda dei riferimenti.

astensionismo: aumentato dal 20% al 30%

Partito A: passa dal 37% al 40% quindi 3% in più se consideriamo il riferimento percentuale che viene solitamente comunicato.

vediamo come sono andate realmente le cose

il partito A passa da 296 voti a 280 voti quindi perde in realtà voti con un calo attorno al 5% e passa dal 29.6% al 28%

Partito B: passa dal 31% al 30% apparentemente perde un punto percentuale

vediamo come sono andate realmente le cose

il partito B passa da 248 voti a 210 il che significa un calo del 15% e passa dal 24.8% al 21%

Partito C: passa dal 7% al 10% quindi un incremento apparente del 3%

vediamo come sono andate realmente le cose

il partito C passa da 56 voti a 70 voti con un incremento del 25% e passa dal 5.6% al 7%

 

votip. Ap. Bp. CAltrino voto
totale voti elezione180029624856200200
totale voti elezione270028021070140300
delta-100-16-3814-60100
% elezione 1 su numero voti37%31%7%25%
% elezione 2 su numero voti40%30%10%20%
delta3%-1%3%-5%
% elezione 1 su numero votanti80%29,6%24,8%5,6%20%20%
% elezione 2 su numero votanti70%28%21%7%14%30%
DELTA-10%-1,6%-3,8%1,4%-6%10%

Quello che si può evincere da questa tabella è che, di fatto, il vero vincitore della tornata elettorale qui rappresentata è stato l’astensionismo che ha una una percentuale di “voti” superiore a qualsiasi altra forza politica. Dal punto rappresentativo (ma non dalla composizione dei seggi che sembra essere l’unico interesse delle varie forze politiche) la indicazione dovrebbe essere preoccupante, se consideriamo l’astensionismo un atto politico questo indica una presenza superiore a quella di qualsiasi partito.

Se estendiamo questa analisi al voto europeo in genere, con le percentuali di astensione medie ricavate, il quadro che ne esce fuori è estremamente desolante in termini di rappresentatività di questo parlamento nei confronti dei paesi membri.

Meditiamo gente meditiamo

ciao

A